Un paesaggio di grandi spazi, di erba e di pietre: così appaiono gli altipiani del Cicolano, oggi come duemila e forse più anni or sono, quando furono colonizzati dagli antichi Equicoli. Pastori e contadini, questi fieri montanari che Virgilio ci racconta “avvezzi a coltivare i campi con la spada al fianco”, seguivano la spinta delle loro necessità, e risalivano i monti alla ricerca di nuovi spazi da coltivare e pascolare. Le belle e fertili vallate che circondavano il Fiume Salto, attorno al quale sorgevano i loro paesi di origine, non erano più sufficienti alle necessità delle loro famiglie e delle loro greggi, e le vaste distese degli altipiani offrivano in abbondanza quello di cui andavano alla ricerca: ricchi pascoli e campi da coltivare.

L'altipiano di Rascino

Il clima rigido e la neve che ricopriva gli altipiani per mesi, non rendevano possibili insediamenti stabili, così pastori e contadini adottavano quella consuetudine che oggi definiamo “transumanza verticale”: al primo risveglio della primavera, quando le giornate si allungavano e il sole liberava le piane dalla neve, trasferivano qui le loro greggi, per fare ritorno alle loro case solo quando la prima neve avrebbe annunciato un nuovo inverno. Durante le lunghe giornate estive, con la pazienza e la tenacia propria delle popolazioni montane, si dedicavano ad una minuziosa opera di bonifica e spietramento dei campi e dei pascoli. I muri a secco che delimitano i seminativi, i resti di terrazzamenti, le ordinate macere circolari che punteggiano le praterie, i fontanili nei quali venivano convogliate le acque delle sorgenti, le piccole casette in pietra e i recinti destinati a proteggere le greggi durante la notte, che sorgono un po’ dovunque a margine dei piani, sono la testimonianza di questa imponente opera di colonizzazione e l’origine del paesaggio attuale.

Casale con recinti in pietra

Oggi sono pochi i luoghi nell’appennino dove si può ancora scoprire intatto il paesaggio pastorale della nostra storia. Così un viaggio sugli altipiani del Cicolano è come un giro sulla macchina del tempo. Il Cicolano è una regione geografica della Provincia di Rieti ai confini con l’Abruzzo. L’area è costituita da un vasto comprensorio interamente montano, caratterizzato da quote che oscillano fra i 700 ed i 1900 metri sul livello del mare, ricchissimo di valori naturalistici e ambientali, che comprendono estese faggete di alto fusto, laghetti carsici perenni, fenomeni geologici di estremo interesse, e vasti altipiani che ne costituiscono il tratto caratteristico più rilevante.

Boschi e altipiani dei Monti del Cicolano visti da Monte Nuria

Fioritura di viole sulla sfondo del Monte Nuria

Il Lago di Rascino

Agli altipiani si accede da Petrella Salto o da Fiamignano, con comode strade asfaltate, e una volta superato il Valico di Campolasca, o di Sant’Angelo, sparisce ogni traccia di civiltà, e ci si immerge in un paesaggio che è ancora quello modellato nei millenni dalla natura, e arricchito nei secoli dal lavoro sapiente degli antichi Cicolani.

Gregge al pascolo

Vaste distese d’erba percorse dalle greggi, piccoli laghi perenni incastonati al centro degli altipiani, una quinta di monti ricoperti da faggete secolari, vallette fresche coltivate a lenticchia, farro o grano di montagna, pascoli e prati che in primavera si ricoprono di spettacolari fioriture di primule, viole, orchidee, crochi.

Fioritura di crochi a Rascino

E nel cuore del comprensorio, lo straordinario Lago di Rascino, che a vederlo dall’alto dei colli che lo circondano appare come una piovra che distende i suoi lunghi tentacoli nei prati.

Veduta dell'altipiano di Rascino

Qui, proprio sulla sponda di questo lago, si convogliano le acque che poi, attraverso un inghiottitoio, alimentano la sorgente più grande d’Europa, il Peschiera. Ma la principale caratteristica di questi altipiani, e del paesaggio che essi formano, sono forse le numerosissime “casette”, ovvero i casali montani con recinto in pietra per le pecore. Un progetto di recupero finanziato dall’Unione Europea ne ha permesso lo studio e un censimento, che ha catalogato 135 strutture, disseminate ovunque.

Antica

Tante da costituire un caso rilevante di architettura funzionale ricorrente, ed un elemento caratteristico non solo della cultura pastorale e dell’architettura locale, ma dell’immagine stessa di queste montagne, e da divenire nel tempo un segno forte e distintivo di questo paesaggio, di cui sembrano fare parte come le rocce o le cortecce dei faggi.

Pascoli e casali alla Fonte dell'Ospedale

Ma i motivi di interesse di questi monti non si esauriscono qui, e annoverano sorgenti di acque curative, come la rinomata Fonte dell’Ospedale, locande che offrono piatti tipici fatti con le lenticchie, gli abbacchi e il pecorino locale, possibilità di escursioni fino alle cime più alte, dalle quali si godono panorami magnifici su tutta la cerchia di monti circostanti, fino al Gran Sasso o al Terminillo.

Campi coltivati e pascoli sugli altipiani

Veduta dal valico di Sant’Angelo

Recentemente, il Comune di Fiamignano, ha inaugurato un bel Cammino di tre giorni, Il Cammino dei Santi e dei Briganti, che in tre tappe porta a coprire tutte le attrattive di questi altipiani, dormendo nei B&B davanti al Lago di Rascino e percorrendo gli antichi tratturi lungo i quali i pastori ancora oggi conducono a valle le loro greggi, all’inizio dell’inverno.

Sentiero fra i faggi per Monte Nuria