Adagiato su un soleggiato pendio rivolto a sud, Fornesighe gode di una vista incantevole sul gruppo montuoso del Tamer-San Sebastiano e sugli Spiz di Mezzodì, spettacolari propaggini settentrionali del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Passeggiare tra le sue stradine acciottolate e i vicoli silenziosi è come fare un tuffo nel passato: un dedalo di case in legno e pietra, balconi (“solèr”) in larice, scalette esterne e tabià perfettamente conservati testimoniano una cultura contadina e alpina rimasta intatta nei secoli.
Il nome stesso del borgo richiama il suo passato industriale: “Fornesighe” deriva da “forni” e “fusine”, strumenti per la lavorazione dei metalli estratti dalle miniere della vicina Val Inferna. Un’eredità storica che si intreccia armoniosamente con la vita rurale, visibile nei dettagli delle abitazioni e nelle tradizioni locali.
Architettura e memoria
Fornesighe custodisce edifici di notevole valore storico e artistico. Tra questi si segnalano la bottega “dei Beretin” decorata con un affresco di Bruno De Pellegrin, e le case storiche Arnoldo “Camelin”, Costantin “Duodi”, De Pellegrin “Geli”, Mosena, Ros “Thoòt”, e Costantin “Ofiziai”, insieme al tabià Toldo-De Pellegrin. Ogni casa racconta una storia, ogni legno inciso è un frammento di memoria tramandato nel tempo.
La chiesa e l’ex latteria
Fulcro spirituale del borgo è la Chiesa di San Vito, documentata fin dal 1570 ma di origine ancor più antica. L’attuale struttura, rimaneggiata e ampliata nel XVIII secolo, ospita l’altare maggiore realizzato da Giovanni Paolo Gamba Zampol intorno al 1761. Di fronte alla chiesa si trova l'ex latteria sociale, oggi sede dell’associazione culturale Al Piodech Zoldan. L’edificio, affrescato all’esterno da Vico Calabrò, è oggi un piccolo museo etnografico che raccoglie attrezzi per la lavorazione del latte, intagli in legno e una preziosa collezione di maschere tradizionali.
Tradizioni vive: “La Gnaga” e il piodech
A Fornesighe le tradizioni sono ancora parte integrante del tessuto sociale. Tra le più sentite spicca il Carnevale de “La Gnaga”, con maschere in legno scolpite a mano e piatti tipici. Ogni primo weekend di febbraio, il borgo si trasforma in un palcoscenico vivace di riti, folklore e ironia montanara, culminando con la Rassegna dei Volti Lignei dei carnevali di montagna.
Molto significativa è anche la tradizione del piodech, dal latino publicum plovegum, che indica il lavoro prestato per la comunità. Questa pratica collettiva, diffusa fino alla metà del Novecento, è tornata attuale in momenti difficili come l’alluvione del 1966, e oggi rappresenta un forte legame di solidarietà fra gli abitanti.
La borgata di La Veda
Poco distante dal centro abitato, raggiungibile con una breve camminata nel verde, si trova La Veda: un’antica borgata estiva un tempo utilizzata per la transumanza. Anche se oggi non è più abitata, mantiene intatto il suo fascino arcaico, testimone di una vita montanara profondamente radicata nella natura e nei ritmi stagionali.
Fornesighe è un borgo autentico, dove ogni angolo racconta una storia e dove le tradizioni, l’arte e la memoria collettiva convivono in armonia con il paesaggio. È una meta ideale per chi desidera scoprire l’anima più vera delle Dolomiti Bellunesi, tra cultura, natura e un’accoglienza che ha il sapore di casa.