Il toponimo Sellano deriverebbe dalla tribù romana della gens “Suilla” o dei Syllinates, mentre alcuni storici vorrebbero ricondurre il nome dell'abitato ai seguaci di Lucio Cornelio Silla, che, in retrovia a seguito della battaglia di Spoletium (Spoleto) durante la prima guerra civile, l'avrebbero fondata nell'84 a.C. trovandovi rifugio ed imponendovi il nome del loro capo, da cui appunto “Syllanum”. Le prime tracce di abitato risalgono all'età romana (si trattava probabilmente di un vicus, come testimoniano alcune epigrafi rinvenute nel territorio), dalla quale, pare, abbia derivazione il nome stesso. Sellano nell'aspetto attuale risulta interamente tardo medievale e sorse in corrispondenza di itinerari che attraverso la valle del Vigi collegavano la Valnerina con Foligno e il Camerte e raggiungevano Spoleto lungo la Via della Spina.
A seguito dell'invasione longobarda e della cristianizzazione dei territori, divenne una curtis con intorno alcune comunità monastiche dell'Ordine benedettino, possedimento feudale ed infine libero comune, però sotto la sudditanza della città di Spoleto, ma lungamente conteso dalla Curia imperiale. A cominciare dall'epoca tardo-antica Sellano assunse un sempre maggiore peso strategico, determinato in primis dalla sua posizione geografica, e per questo, assoggettato ai longobardi e compreso nel Ducato di Spoleto.Fino alla seconda metà del XII secolo, dopo essere stato sotto il dominio dei Signori di Norcia, fu feudo appenninico dei conti germanici degli Alviano, probabilmente tra i primi castelli ad essere edificati in quest'area, fino a svilupparsi nella struttura di comune autonomo montano e stabilendo un patto federativo e difensivo con l'espansionista comune di Spoleto, al quale rimane tuttora agganciato come diocesi di Spoleto-Norcia insieme a tutta la Valnerina.
Nel XIII secolo, infatti, diviene parte dello Stato pontificio e nel 1300 c.a. Feudo dei Colligola, signori di Montesanto. Di marcate tendenze ghibelline e autonomistiche, Sellano non fu mai abbastanza forte da poter essere indipendente, ma ritenuta sempre un ottimo punto strategico per la sua posizione geografica, nei secoli il suo destino diviene indissolubilmente legato a quello dei centri vicini. In varie occasioni fu a capo o in compartecipazione a moti di ribellione (come nel 1300 insieme ad altri castelli vicini contro Spoleto) e di rivendicazione politica e statutaria, fino all'anno 1523, nel quale avvenne la definitiva pacificazione con Spoleto. Da allora fino all'età napoleonica, Sellano visse come “terra” del Circondario di Spoleto, sviluppandosi successivamente e gradualmente da Comune autonomo, ampliando la potestà amministrativa e territoriale sugli ex castelli limitrofi Apagni, Postignano, Cammoro, Orsano e Montesanto, che, essendo più piccoli, non avevano abitanti sufficienti a mantenere la propria autonomia.
Colpito dagli eventi sismici che coinvolsero l'Umbria e le Marche nel settembre 1997, è oggi tornato alla sua vita normale, dopo un restauro rispettoso della qualità storica degli edifici e delle normative antisismiche. Il centro si presenta alquanto compatto all'interno della cinta muraria, con baluardi e porte di accesso al mastio principale, con alcuni palazzetti gentilizi, tra cui spicca quello comunale, ed alcuni edifici di culto.
Questo luogo è stato origine e humus di uomini illuminati e santi quali il musicista Domenico Mustafà, la poetessa Edvige Pesce Gorini, San Severino e San Paterniano, del quale oggi rimane un santuario terapeutico, il Beato Giolo, Padre Felice, frate cappuccino e ambasciatore per la Persia, e Frate Giustino da Norcia, famoso per il miracolo della farmacia (il quale fatto storico attesta a Sellano una valenza simbolica di “Pesata” come nel giudizio universale).
Numerose chiese romaniche allineate simbolicamente su tutto il territorio e la grotta del Santo Patrono alle pendici del monte Iugo, donano un alone di sacralità misteriosa. In alcune di queste chiese affrescate sono presenti pregevoli statue di madonne lignee. Nelle pause lavorative il dolce far niente viene interrotto puntualmente da appuntamenti stagionali, quali: gare di pesca alla trota fario autoctona, battute di caccia al cinghiale e alla selvaggina, la raccolta di una vasta varietà di funghi e tartufi (invernali ed estivi), frutti di bosco e tanti tipi di insalate di campo e verdure selvatiche. Le attività all’aria aperta che è possibile praticare sono: balneazione nel lago Vigi, risalita a piedi lungo il corso delle cascate delle “Rote”, numerosi sentieri da percorrere a piedi, mountain bike o con cavalli o muli.
La piccola borgata di Villamagina, nei pressi di Sellano, domina, in maniera maestosa, la sottostante Valle del Vigi. Storicamente nota per la produzione delle lime e delle raspe, una lavorazione di antica origine che acquistò notorietà nel 1700, che, secondo la tradizione orale, fu introdotta da un monaco toscano, che, colpito dalla povertà della popolazione, insegnò il segreto della fabbricazione delle raspe.
Borgo di Sellano
Comune di Sellano
Provincia di Perugia
Regione Umbria
Abitanti: 1.071 sellanesi
Altitudine centro: 640 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
Città dei sapori
Il Comune
Piazza Vittorio Emanuele - Tel. +39 0743 926622
IN AUTO
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IN AEREO
L'Attorta
Dolce delizioso, tipico della tradizione sellanese. Una sottile sfoglia di pasta a base di farina acqua e olio, in cui viene avvolto un composto formato da noci, zucchero, olio d’oliva e mele. All’impasto base, secondo diverse varianti, è possibile aggiungere altri condimenti, come alchermes, cacao, uvetta, fichi secchi, cannella o pinoli. Il rotolo viene attorcigliato su se stesso, spennellato con olio o alchermes, talvolta spolverato con zucchero, e cotto in forno.
La Fojata
Una torta salata consistente in una sottilissima sfoglia di pasta “matta” arrotolata e ripiena di erbe di campo, talvolta oggi, sostituite con bieta o cicoria. La fojata, un tempo, veniva cotta sotto alla brace, in capienti teglie di rame, o negli antichi forni a legna. Il segreto, però, resta sempre lo stesso: una sfoglia croccante e sottilissima, che lasci le verdure ben condite protagoniste assolute, in un tripudio di gusto per il palato.
Il territorio di Sellano offre inoltre prodotti enogastronomici di altissima qualità che rimandano a tradizioni culinarie antichissime. Qui troviamo le migliori carni dell’Appennino, a partire da quelle della Chianina e dei suini allevati in zona e sapientemente lavorati dalle migliori norcinerie. Si incontrano anche gustosissimi formaggi e deliziosi prodotti del bosco come le castagne, i funghi. Su tutto spicca il prezioso tartufo nero, da assaporare su svariati piatti e, in particolare, sulla pasta tirata a mano, negli spaghetti e le frittate al tartufo, il risotto alla norcina, le beccacce alla norcina ed i tartufi neri arrostiti.
Il noto olio d’oliva locale, è da considerarsi certamente come l’ingrediente comune di tutte le ricette del luogo. Tra le specialità assumono un ruolo fondamentale le ottime carni, dalla selvaggina all’agnello, dal bue al capretto ed alla cacciagione, serviti tradizionalmente alla griglia o allo spiedo. Anche per quel che riguarda i vini locali, ci si trova di fronte ad una vasta scelta tra vini bianchi, rossi, rosati e novelli.
Tra i dolci troviamo la attorta (torciglione a base di noci), la pizza di Pasqua dolce, i maccheroni con le noci, il sanguinaccio (a base di sangue di maiale).