Giglio Castello è la frazione del cumune dell'Isola del Giglio e sorge nella zona più alta dell'isola.
Ciò che affascina i turisti sono le mura e le torri perfettamente conservate che racchiudono interamente il borgo.
Di origini medievali, Giglio Castello si caratterizza per l'imponente Rocca Aldobrandesca, in Piazza XVIII Novembre, imponente costruzione difensiva che rendono questo borgo una meta suggestiva e dal fascino unico.
La Chiesa di San Pietro, del XV secolo, è la chiesa principale del Giglio, in cui è custodito il tesoro di papa Innocenzo XIII ed è possibile ammirare un magnifico Crocifisso eburneo, opera del Giambologna. Al suo interno sono conservate anche le venerate reliquie di San Mamiliano, protettore dell'Isola e dell'Arcipelago Toscano.
Borgo di Giglio Castello
Comune di Isola del Giglio
Provincia di Grosseto
Regione Toscana
Abitanti: 557 gigliesi
Altitudine centro: 405 m s.l.m.
il Comune fa parte di:
I Borghi più belli d'Italia
Strada del Vino e dei Sapori Colli di Maremma
Aree naturali protette:
Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano
Il Comune
Via Vittorio Emanuele 2 - Tel. +39 0564 806064
Il Giglio è terra di capitani di mare, artisti e musicisti. Ci si arriva d’estate, con il suono fresco dei sandali. Si sale al castello per il rito serale delle cantine, dei locali, dei ristoranti, e quando finalmente la notte porta il silenzio, e anche i falchi e i corvi hanno lasciato il cielo, il rumore del mare torna a farsi sentire. I secoli trascorsi nel flusso dell’acqua infinita hanno scacciato la paura dei turchi dall’isola: Saraceno e Barbarossa sono solo il nome, ormai, di qualche locale di divertimento. Eppure, tutto continua ad essere meravigliosamente mutevole e indifferente, in mezzo a questo mare limpidissimo.
Dalle solide mura di granito di Giglio Castello, l’occhio spazia sulle altre terre emerse - Giannutri, la misteriosa Montecristo, la più lontana Pianosa - mentre gli ex marinai dipingono quadri naïf con coloratissimi velieri. Al Giglio comandano i venti, le intemperie, la poca terra con le sue rese incostanti. Chi viene qui rimane ammaliato da un’oscura energia. Chi se ne va, ha il sospetto di averla smarrita. Chi torna, ha il sollievo di poterla finalmente liberare.
Tutto cambia: non si costruiscono più muri a secco, graticci, nasse, e i pescatori non rammendano più le loro reti. Forse neanche le parole sanno più di sale, da quando le barche a vela hanno smarrito il loro orizzonte luminoso. Ma il Giglio è ancora lì: ancora lì il castello eretto dai Pisani nel XII secolo; ancora lì le cantine dove, tra una chiacchiera e l’altra, si offre al passante un buon bicchiere di Ansonaco, frutto delle vigne che stanno nei pressi del faro o da qualche altra parte; e ancora si accendono le luminarie per la festa di San Mamiliano, che nel 1799 aiutò la popolazione a scacciare i pirati tunisini.
Scopri gli altri borghi sulla guida Toscana - Borghi Da Amare