Comacchio (Cmâc' in dialetto comacchiese) nacque come borgo lagunare e la sua insularità rimase tale fino al 1821, quando venne costruito il terrapieno stradale che la collega ad Ostellato.
Sotto l'aspetto paesaggistico e storico è uno dei centri maggiori del Parco del Delta del Po. Ha origine circa duemila anni fa, durante la propria storia fu assoggettata al potere dell'Esarcato di Ravenna prima, del Ducato di Ferrara in seguito, per poi tornare a far parte dei territori dello Stato Pontificio.
L'etimologia del nome è incerta (greco-latino cumaculum= "piccola onda"; "raggruppamento di dossi" in etrusco). La fondazione viene attribuita agli Etruschi, che erano già stanziati nel Delta del Po. Vicino a Comacchio si trovava infatti la città etrusca di Spina.
Sorta sull'unione di tredici piccole isole (cordoni dunosi litoranei) formatisi dall'intersecarsi della foce del Po di Primaro col mare, ha dovuto orientare il proprio sviluppo, sia sul piano dell'urbanistica sia su quello dell'economia, sull'elemento acqua. In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, Comacchio entrò a far parte dell'Esarcato d'Italia. Il primo vescovo della città di cui si ha memoria fu Pagaziano (menzionato nel 503 e nel 504). Comacchio passò poi sotto il Regno Longobardo dopo il Capitolare di Liutprando del 715 (in cui vengono descritte le norme e le tasse a carico dei comacchiesi per poter esercitare il commercio del sale nelle regioni della Pianura padana sottomesse all'autorità longobarda).
In epoca longobarda il territorio venne donato ai monaci di san Colombano; divenne così un possedimento del grande Feudo monastico di Bobbio. I monaci vi allestirono il porto fluviale e svilupparono l'agricoltura e l'allevamento. Infine migliorarono lo sfruttamento delle saline, il cui sale era trasportato in tutto il nord d'Italia. In epoca carolingia le proprietà delle saline erano distribuite fra l'Abbazia di Bobbio ed i monasteri di S.Pietro in Ciel d'Oro di Pavia, della Novalesa, Leno, San Sisto di Piacenza e del vescovado di Reggio Emilia. Tra i secoli dal VI al IX Comacchio dispose di una delle più potenti flotte dell'Adriatico entrando direttamente in concorrenza con Venezia.
Ma Venezia non accettò la presenza di un'avversaria nella sua stessa area geografica. Nell'anno 866 i veneziani occuparono Comacchio e la saccheggiarono una prima volta. Nell'875 Venezia stessa fu minacciata dalle incursioni dei saraceni, i quali si scagliarono contro Comacchio, incendiandola. Per ben cinque volte nell'Alto Medioevo Comacchio fu assediata e presa dalla repubblica marinara, finché passò sotto il dominio degli Estensi nel 1299. Con l'esaurirsi della dinastia estense, nel 1598 ritornò sotto la giurisdizione della Chiesa, che la pose nella neonata Legazione di Ferrara. Comacchio fece parte dello Stato Pontificio fino al marzo 1860, quando i territori delle ex Legazioni furono annessi al Regno di Sardegna per effetto dei plebisciti.
Comacchio è conosciuta anche per i suoi sette lidi, distribuiti in ampi arenili lungo la costa dalle foci del fiume Reno fino al Po di Volano, interessando il Parco regionale Delta del Po: Volano, Nazioni, Pomposa, Scacchi, Porto Garibaldi, Estensi e Spina.
Le principali attività sono attualmente connesse al turismo, soprattutto estivo nei suoi sette lidi, alla pesca commerciale, alla vallicoltura e, nel passato, della produzione del sale il cui commercio costituì motivo di aspre contese con la Serenissima Repubblica di Venezia. Molto importante anche l'attività legata alla manifattura delle anguille marinate.
Comacchio è apprezzata per aver mantenute intatte nel tempo buona parte delle proprie caratteristiche architettoniche caratterizzate dalla presenza di canali, palazzi antichi e di ponti monumentali (il più caratteristico dei quali è quello di Trepponti) che le conferiscono l'aspetto tipico delle città lagunari che si trovano più a nord, ad esempio Chioggia e altre città della laguna veneta. Per questo motivo è nota anche come la Piccola Venezia.
L'anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio è presidio SlowFood. Altri piatti e prodotti tipici della tradizione comacchiese sono la focaccia alla zucca violina, i ciambellini comacchiesi (piccole ciambelle di pane ferrarese), le anguillette dolci comacchiesi, la piadina comacchiese alla zucca, il Topino d'Ognissanti (un biscottino a forma di topo che viene preparato i primi due giorni di novembre con lo stesso impasto delle anguillette dolci).
Borgo di Comacchio
Comune di Comacchio
Provincia di Ferrara
Regione Emilia Romagna
Abitanti: 21.813 comacchiesi
Altitudine centro: 0 m s.l.m.
Sito Unesco:
Ferrara, Città del Rinascimento e il suo Delta del Po
Riconoscimenti
Bandiera blu
Aree naturali protette:
Parco regionale del Delta del Po (Emilia Romagna)
Riserva naturale Sacca di Bellocchio
Il Comune
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