Roccascalegna è un affascinante borgo medievale situato nell’entroterra abruzzese, in provincia di Chieti, che incanta i visitatori con il suo suggestivo castello arroccato su uno sperone roccioso e con le sue atmosfere senza tempo. Il borgo, le cui origini risalgono al XII secolo, sorse come avamposto longobardo per controllare la Valle del Rio Secco e difendersi dalle incursioni bizantine. I Longobardi costruirono qui una prima torre d’avvistamento che, nel tempo, si trasformò nell’attuale Castello di Roccascalegna.
Il nome stesso del borgo racchiude il suo legame con la conformazione del territorio: secondo alcuni studiosi, “scalegna” deriverebbe dall’antico termine francese “scarengia” o “scarenna”, che significa dirupo o scarpata, a indicare il fianco scosceso dello sperone roccioso sul quale sorge la rocca. Altri ritengono che l’origine sia legata a una leggendaria “scala di legno” che conduceva alla fortezza.
La storia di Roccascalegna è segnata da secoli di silenzi e rinascite: documenti del 1320 citano il castello come “cum castellione”, ma dopo un periodo di oblio, solo nel 1525 la struttura venne restaurata per adattarsi alle nuove armi da fuoco, mentre nel 1705 fu aggiunta l’imponente rampa d’accesso. Il castello cadde poi nuovamente nell’abbandono, fino al 1985, quando l’ultima famiglia feudataria, i Croce Nanni, lo donò al comune, che ne avviò un restauro concluso nel 1996. Oggi il maniero domina ancora la valle con la sua spettacolare silhouette, simbolo di un borgo che ha saputo resistere nei secoli.
Il borgo di Roccascalegna si sviluppa ai piedi della rocca: un intreccio di case in pietra, alcune restaurate e altre ridotte a ruderi, fiancheggia la via principale che conduce fino alla Chiesa di San Pietro, posta all’ingresso del castello. Passeggiare tra le sue strette stradine significa fare un salto nel tempo, tra scorci mozzafiato, piccole chiese e antichi edifici che raccontano storie di cavalieri, monaci e feudatari.
Cosa vedere a Roccascalegna
A Roccascalegna, il protagonista indiscusso è il Castello, sorto come torre longobarda e trasformato in una fortezza normanna, oggi visitabile grazie al restauro che ha restituito le sue sale e le torri al fascino originario; al suo interno si possono ammirare la Torre del Carcere, la Torre del Forno collegata alla cappella del Rosario, stanze dedicate ad armamenti e strumenti di tortura e una sezione fotografica sulle leggende locali, mentre dai bastioni si gode una vista spettacolare sulla valle del Rio Secco. Ai piedi del castello si trova la Chiesa di San Pietro, completata a metà del XVI secolo, con una facciata barocca, portale romanico e tre navate ornate da altari settecenteschi; poco distante la Chiesa di San Pancrazio, con origini nel XII secolo e una storia legata a un antico monastero, presenta una facciata in ciottoli e un interno a due navate senza abside. Infine, la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, costruita nel Cinquecento per gli abitanti fuori dalle mura, custodisce un interno sorprendente con tre navate decorate in stile barocco, affreschi colorati e ornamenti dorati che impreziosiscono le volte.