San Candido è un comune italiano della provincia autonoma di Bolzano, in Trentino-Alto Adige, situato nell'Alta Pusteria. Oggi è una rinomata località turistica invernale ed estiva delle Dolomiti, inclusa nel parco naturale Tre Cime.
Le prime notizie che si hanno di San Candido risalgono al 1000 a.C., sviluppatosi a seguito dagli insediamenti degli Illiri e dei Celti.
Il comune di San Candido, nel VI secolo, venne distrutto dallo scontro tra Slavi e Bavari.
Successivamente nel 769 si sviluppò attorno al monastero dei monaci benedettini, grazie alla concessione del duca Tassilone III di Baviera, per contrastare gli Slavi.
L’imperatore romano Ottone I di Sassonia, nel 965 concesse a San Candido l’indipendenza dall’impero.
Nel tardo medioevo, il territorio si estese fino alle località di Monguelfo, Abfaltersbach e Cadore e nel XIII secolo alcune famiglie di agricoltori colonizzarono alcuni territori dell’attuale Tolmino in Slovenia.
Nel periodo successivo San Candido rimase soprattutto un centro religioso, attirando migliaia di pellegrini. Il centro storico è perciò caratterizzato da diversi luoghi di culto, oltre che da case signorili del XVIII e XIV secolo.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, San Candido diventò un centro ospedaliero, dovuto alla sua pozione.
Nella spartizione, nel 1918, del Tirolo fra Austria e Italia, il comune di San Candido, per ragioni militari, fu assegnata all'Italia con due grandi caserme: la Cantore e la Druso.
L’economia di San Candido è sempre stata, nei secoli, legata all’agricoltura ed all’allevamento, con i prodotti tradizionali che hanno sempre caratterizzato queste attività.
Oggi, tra le attività più importanti, c’è quella della produzione di speck e lo stabilimento di un’impresa di imbottigliamento di acque minerali che tiene viva la tradizione delle fonti del bosco di San Candido, l’acqua “Kaiserwasser”, cara agli imperatori austriaci.
L’enogastronomia e la cucina di San Candido si basa su prodotti di altissima qualità, dai formaggi di malga ai salumi, dalle mele ai frutti di bosco, dai funghi ai tanti tipi di pane ed agli ottimi vini altoatesini.
Nei ristoranti spicca ancora la qualità del settecento, in cui si trovano piatti tradizionali come il gulasch di cervo, i canederli allo speck, i Schlutzkrapfen, simili ai ravioli ripieni di spinaci e ricotta, i polli arrosto, le luganighe e le frittelline ripiene, i caratteristici tirtlen.
Tra i dolci tipici, troviamo lo strüdel di mele, i Strauben ed i krapfen; nel periodo di carnevale vengono preparate le tradizionali frittelle di San Candido, una sorta di pagnottine di pane raffermo ammollato nel latte, mescolato alla farina ed ai mirtilli e fritti nell’olio.
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