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Località: Località Sant'Elena, 34, 60048 Serra San Quirico AN
Telefono: 0731 814730
Sito: http://www.abbaziasantelena.com/

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Abbazia di Sant’Elena

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Abbazia di Sant’Elena

Immersa nella quiete delle colline della Vallesina, circondata dai paesaggi verdi dei Castelli di Jesi, l’Abbazia di Sant’Elena rappresenta uno dei luoghi spirituali e architettonici più suggestivi delle Marche. Situata a circa 7 km dal centro di Serra San Quirico, sulle sponde del fiume Esino, è una delle più antiche abbazie benedettine della regione, fondata tra il 1005 e il 1009 da San Romualdo, monaco ravennate e fondatore dell’ordine camaldolese.

L’abbazia è un raro esempio di architettura romanico-gotica, riconoscibile per la sua struttura compatta e austera che le conferisce l’aspetto di una vera e propria chiesa-fortezza. La facciata, semplice ma elegante, è dominata da un campanile a vela e da un portale d’ingresso romanico finemente scolpito, con arcate a tutto sesto concentriche sorrette da semicolonne e paraste dai capitelli scolpiti, in cui si fondono elementi gotici e bizantini.

All’interno, la chiesa si articola in tre navate scandite da colonne con capitelli riccamente decorati da motivi geometrici, figure umane e animali. L’atmosfera è solenne e antica, accentuata dalle luci soffuse che filtrano attraverso piccole aperture e da una semplicità architettonica che invita al raccoglimento.

Il cuore spirituale dell’abbazia è la cripta, collocata sotto il presbiterio. Ricostruita in forma semplificata nel 1925, è oggi suddivisa in sette navate con archi a tutto tondo. Qui si conservano ancora quattro capitelli originali dell’XI secolo, testimonianza dell’arte scultorea medievale.

Oltre alla chiesa, l’antico complesso monastico presenta ambienti con volte in mattoni a botte e a crociera, e mura in pietra che raccontano secoli di storia. Una delle sale più antiche, risalente all’XI secolo, conserva ancora oggi il pavimento in lastre di pietra e una volta a botte, ed è probabilmente il primo nucleo dell’insediamento.

Nel 1180 l’abbazia entrò ufficialmente nella congregazione camaldolese, dando inizio a un lungo periodo di prosperità spirituale e culturale. Tuttavia, a partire dal XV secolo iniziò un lento declino, acuito quando papa Innocenzo VIII nominò il cardinale Giovanni Colonna abate commendatario, sottraendola al controllo diretto dei camaldolesi. Il complesso fu infine ceduto nel 1816 alla famiglia Pianesi, che ne mantenne la proprietà.

Oggi, solo la chiesa è aperta al pubblico, mentre il monastero è stato sapientemente restaurato e trasformato in residenza d’epoca con B&B, location per matrimoni, eventi privati e meeting, mantenendo inalterato il fascino storico di uno dei luoghi più affascinanti della spiritualità marchigiana.

Foto © Sandro Giorgetti

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