Nel cuore dell’antica città di Sarsina, in Emilia-Romagna, si erge la solenne Basilica di San Vicinio, uno dei più importanti esempi di architettura romanica della regione. L’anno esatto della sua costruzione non è noto, ma gli studiosi concordano nel datarla intorno all’anno Mille. La sua imponente struttura domina la piazza principale, affascinando i visitatori con la sua facciata sobria ed elegante, costruita in mattoni di tonalità diverse, testimonianza delle modifiche e stratificazioni architettoniche avvenute nel corso dei secoli.
All’esterno, il murello seicentesco del sagrato, ornato da cippi funebri sormontati da capitelli, guida lo sguardo verso l’ingresso della basilica. Sopra il portale centrale si trova una lunetta decorata con un mosaico moderno raffigurante San Vicinio, vescovo e patrono della diocesi, riconoscibile per la mitra e la celebre “catena” taumaturgica, oggetto di venerazione popolare. Più in alto si aprono un finestrone, una monofora e una croce scolpita, anticamente un piccolo oculo. Il campanile, visibilmente successivo alla chiesa, completa la struttura esterna.
L’interno è a croce latina, con la navata centrale larga il doppio di quelle laterali e separata da queste da dodici colonne. Il soffitto a capriate lignee rafforza l’aspetto austero e spirituale dell’insieme. Nel presbiterio, alcune aperture nel pavimento permettono di vedere i resti dell’antica cripta demolita, iscrizioni funerarie di tre vescovi, e frammenti di pavimentazione romana.
Di particolare pregio è il paliotto marmoreo del X secolo, con un bassorilievo raffigurante Cristo in trono, accompagnato dagli arcangeli Gabriele e Michele. Accanto si trova un magnifico ambone del XII secolo, in stile franco-tedesco, decorato con i simboli dei quattro evangelisti.
La navata sinistra ospita un interessante fonte battesimale medievale, la tomba di Mons. Carlo Bandini, e la Cappella del Rosario, con un altare barocco e un dipinto della Madonna adorata da San Domenico. In fondo, la Cappella del Sacramento custodisce un raffinato tabernacolo in marmo del 1555.
Ma il fulcro devozionale della basilica è la Cappella di San Vicinio, nella navata destra, sontuosamente decorata con stucchi dorati settecenteschi voluti dal vescovo Paolo Calbetti. Qui si conservano le reliquie del santo e la sua celebre catena, oggetto di riti di benedizione ancora oggi praticati. Sopra l’altare, il dipinto della Madonna col Bambino e San Vicinio incoronato è opera del pittore ferrarese Ippolito Scarsella, detto lo Scarsellino. Sulle pareti, quattro quadri votivi di Michele Valbonesi illustrano i miracoli attribuiti al santo.
Nel presbiterio e lungo le navate laterali si trovano inoltre importanti tele seicentesche e settecentesche, tra cui spiccano La Visitazione di Sebastiano Savorelli, L’Annunciazione di Mattia de Mare, e La Messa di San Gregorio Magno, attribuita a Carlo Cignani.
Ancora oggi, la Basilica di San Vicinio è un luogo di fede, arte e tradizione, meta di pellegrinaggio e fulcro spirituale dell’alta valle del Savio, in un’atmosfera che sa unire sacralità medievale e profondo radicamento popolare.