Un nome antico, una storia millenaria
Conosciuto un tempo come Monte Lauro, per i numerosi allori che ricoprivano il colle, il toponimo attuale di Montegridolfo potrebbe derivare dal germanico Hrodulfus (o Ridulfus), a indicare un luogo “sterposo”, tipico della toponomastica rustica altomedievale. La prima menzione documentata del borgo risale al 1148, ma le sue origini affondano nei secoli precedenti, quando fu parte dei possedimenti dell’Abbazia di San Pietro di Rimini.
Posto in posizione strategica tra le signorie dei Malatesta e dei Montefeltro, Montegridolfo fu più volte al centro di dispute e devastazioni: nel 1336 fu distrutto da Ferrantino Novello, alleato dei Montefeltro e parente dei Malatesta. Ricostruito con cinta muraria più solida e quattro torrioni, il borgo seguì poi le vicende del Rinascimento, passando sotto Cesare Borgia, Venezia e infine lo Stato Pontificio.
Memorie di guerra e rinascita
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Montegridolfo fu punto nevralgico della Linea Gotica, la linea difensiva tedesca che tagliava in due l’Italia. Gli scontri del 1944 causarono gravi danni al borgo, che restò segnato fino agli anni ’80, quando un ambizioso restauro – promosso anche dalla stilista Alberta Ferretti – ne avviò il recupero architettonico e turistico.
Oggi Montegridolfo si presenta come un autentico cassero fortificato: un impianto urbanistico compatto, a pianta rettangolare, ancora protetto dalle mura medievali e accessibile attraverso una caratteristica torre con orologio. Il borgo è un museo a cielo aperto, dove ogni dettaglio in mattoni parla di storia.
Cuore pulsante del paese è Palazzo Viviani, dimora nobiliare oggi centro di un albergo diffuso, che coniuga ospitalità e fascino d’epoca. Attorno, si diramano vicoli suggestivi, piazzette raccolte, locande accoglienti e scorci su paesaggi incantevoli.
Tra gli edifici principali: il Castello Malatestiano (XIV secolo), oggi sede del Comune; la Chiesa di San Rocco (1427), con opere di Guido Cagnacci e affreschi quattrocenteschi; la Chiesa di San Pietro, ricostruita nel 1929 con un affresco del Cristo Crocifisso del XV secolo; il Santuario della Beata Vergine delle Grazie nella frazione Trebbio, con una preziosa tela di Pompeo Morganti; il Museo della Linea dei Goti, che conserva cimeli e testimonianze della guerra e consente la visita a due rifugi civili scavati nel 1944.
Cosa fare a Montegridolfo, stagione per stagione
-Primavera: Un itinerario in moto tra le terre dei Malatesta e dei Montefeltro o una passeggiata rigenerante nel verde collinare sono il modo migliore per scoprire il territorio.
-Estate: Ideale per una serata romantica tra le vie illuminate del borgo, Montegridolfo ospita eventi e concerti come Un Castello di Voci, rassegna musicale lirica di respiro internazionale.
-Autunno: Seguendo la Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Rimini, il borgo diventa meta perfetta per gli amanti dell’enogastronomia e dei paesaggi che sembrano usciti da un dipinto di Piero della Francesca.
-Inverno: La seconda domenica di dicembre si celebra l’olio d’oliva locale. E a pochi chilometri, il castello di Gradara racconta l’eterna storia di Paolo e Francesca, per gli amanti di Dante e della poesia.
Tradizioni ed eventi
Tra gli appuntamenti da non perdere la Via Crucis vivente del Venerdì Santo, con figuranti in costume che sfilano tra le strade del borgo e le Mostre d’arte all’aperto durante l’estate, che trasformano Montegridolfo in una galleria a cielo aperto.
Montegridolfo: un rifugio autentico
Montegridolfo non è solo un luogo da visitare, ma da vivere. Ogni pietra racconta una storia, ogni tramonto sulle colline porta con sé il fascino di un tempo sospeso. Qui il turismo è lento, consapevole, intimo. Ideale per chi cerca bellezza, silenzio e memoria.