Nel cuore pulsante del Salento, poco distante dalle spiagge più rinomate, sorge Corigliano d’Otranto, un borgo che custodisce con fierezza un’identità unica: quella della Grecìa Salentina, isola linguistica dove ancora si parla e si tramanda il griko, antichissima lingua di derivazione greca. Passeggiare per le vie di Corigliano significa entrare in un dialogo continuo tra passato e presente, tra architetture solenni e memorie linguistiche, rese vive anche grazie a pannelli multilingua – italiano, inglese e griko – accompagnati da poesie recitate da abitanti locali.
Il simbolo indiscusso del borgo è l’imponente Castello De’ Monti, posto scenograficamente all’ingresso del centro storico. Di origini medievali, fu trasformato nel Cinquecento in una fastosa dimora nobiliare per volere del duca Francesco Trane. La facciata barocca è un capolavoro scultoreo, adornata da figure allegoriche, filosofi, artisti e virtù incise nella pietra a celebrare forza e sapienza. Oggi, il castello è un luogo vivo e polifunzionale: ospita eventi culturali, mostre, visite guidate, cerimonie, oltre a un ristorante e una caffetteria.
Accanto al maniero si trova la Caporta, antica Porta Sud della città, sormontata dallo stemma civico e dall’arma araldica di Giovan Battista de’ Monti, il feudatario che avviò la fortificazione dell’intero abitato nel Cinquecento. È l’ingresso ideale a un centro storico fitto di case a corte, palazzi signorili e iscrizioni incise nella pietra, testimoni dell’orgoglio e della ricchezza delle famiglie locali, che in epoca pre-digitale affidavano alle facciate il compito di comunicare valori e pensieri.
Tra i gioielli architettonici si distingue la Chiesa Matrice di San Nicola Vescovo, edificata nel XVI secolo e ristrutturata nel 1622. L’esterno conserva un portale del 1573 sormontato da una lunetta con le statue del Redentore, della Vergine e di San Nicola di Mira, mentre all’interno si trova un mosaico pavimentale che raffigura l’Albero della Vita, chiaro richiamo alla celebre opera di San Pantaleone nella cattedrale di Otranto. La torre campanaria, che in origine era una torre di vedetta, reca un millesimo inciso in caratteri greci, datato 1465 (anno 6973 secondo il calendario bizantino).
Tra gli angoli più suggestivi, l’Arco Lucchetti merita una sosta lenta: capolavoro di arte rinascimentale, è decorato da un fitto intreccio di motivi bizantini, classici e islamici, e racconta nella pietra una struggente storia d’amore e fedeltà, quasi un messaggio eterno scolpito all’ingresso di un’antica dimora.
Non mancano i sapori tipici che rendono il borgo una tappa gustosa: spiccano il tartufo bianco di Corigliano, sorprendente per qualità e profumo, e la curiosa popaneddha, un cetriolo dolce consumato in estate come frutta fresca o in insalate.
Il borgo si anima in particolare nei mesi estivi con eventi di rilievo, come la prima tappa della Notte della Taranta ad agosto e il SEI Festival a luglio, che richiamano artisti, musicisti e viaggiatori in cerca di esperienze autentiche.
Corigliano d’Otranto, conosciuto in griko come Χωριάνα (Koriàna), è più di un paese: è una capsula del tempo salentina, dove le radici greche convivono con la vitalità contemporanea, e dove ogni pietra racconta una storia.