Nel territorio di Cascia sorgeva Cursula, centro abitato romano distrutto nel I secolo a.C. a causa delle devastazioni dei popoli barbarici e dei terremoti, che da sempre sconvolgono il borgo e le zone limitrofe. A testimonianza di ciò sono i preziosi reperti archeologici rinvenuti nell’Altopiano di Chiavano, a Villa San Silvestro, dove è possibile tuttora ammirare resti di un tempio romano. In età medievale fu saccheggiata dai Bizantini e dai Longobardi. Costituitasi in comune nel XII secolo, Cascia fu sottomessa dalla famiglia Trinci e successivamente da Federico II.
Come grande parte delle città umbre, è durante il medioevo che la città conosce il periodo di massimo splendore. Dapprima sotto la dominazione delle signoria folignate, passò in seguito sotto il dominio di Federico II di Svevia, a seguire fu contesa senza successo dalle vicine città di Norcia, Leonessa e Spoleto. Solo alle soglie del XVI secolo fu annessa allo Stato Pontificio sotto il cui dominio rimase per meno di trenta anni, da allora mantenne la propria indipendenza. Fu elevata al rango di città nel 1596 da Papa Clemente VIII. Restò legata allo Stato della Chiesa tranne che durante il breve periodo napoleonico. Nel 1809, durante l'occupazione francese, il territorio di Cascia fu smembrato per costituire il comune di Poggiodomo; in seguito, nel 1850 cedette il villaggio di Trimezzo a Cittareale, nell'allora Regno delle Due Sicilie, passando il confine di stato tra i due comuni. Nel 1860 fu annessa, con tutta l'Umbria, al Regno di Sardegna, che il 17 marzo del 1861 divenne Regno d'Italia.
All’ingresso del borgo, una maestosa statua di Santa Rita è raffigurata con i suoi simboli: le api, le rose e la spina. La forma dell'abitato è quella tipica di un antico castello di pendio. Adagiata sul colle di Sant’Agostino porta ancora i segni del suo passato illustre. La centralità politica, economica e culturale di Cascia è stata da sempre affermata su un’ampia area circostante anche attraverso una rete di strade di antichissime origini che qui confluiscono in modo radiale mettendo in collegamento questa città dell’Umbria con la Valle del Nera, l’Adriatico e gli antichi possedimenti del Regno di Napoli e dello Stato Pontificio.
Meritano sicuramente una visita il Santuario di Santa Rita da Cascia, la chiesa di San Francesco, la chiesa di Santa Maria della Visitazione, la chiesa di Sant'Agostino, il piccolo borgo di Roccaporena, dove nacque la Santa, l'eremo della Madonna della Stella ed infine i resti della Rocca.
Oltre al lato spirituale, il visitatore può apprezzare prodotti locali che fanno di Cascia una bandiera dell’arte culinaria, quali lo zafferano, il farro, i legumi, il tartufo, e la roveja, presidio slow food, nonché una raffinata lavorazione di carni e salumi.
Grazie al suo paesaggio ancora intatto e alla rigogliosa natura, il visitatore può immergersi nel verde delle passeggiate grazie ad itinerari studiati appositamente per qualsiasi esigenza, dalle semplici camminate a veri e propri percorsi di trekking.
Ricca è anche la proposta di itinerari storico-culturali che collegano la città con il resto della Valnerina e con i comuni limitrofi, quali: Norcia, Monteleone di Spoleto, Vallo di Nera, Poggiodomo, Sant’Anatolia di Narco, Cerreto di Spoleto, Scheggino e Preci. Da Cascia il visitatore può raggiungere con altri itinerari la Cascata delle Marmore, la città di Spoleto, Assisi e le più importanti località turistiche dell’Umbria.
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la lavorazione del lino, finalizzata alla realizzazione di tele caratterizzate da figure e temi presi dalla tradizione.