Adagiato su una collina a 472 metri di altitudine, Allerona è uno dei borghi più affascinanti dell’Umbria, inserito nella lista de I Borghi più belli d’Italia. Situato nel cosiddetto “triangolo benedetto”, al confine tra Umbria, Toscana e Lazio, è un luogo in cui storia, cultura contadina e natura incontaminata si fondono armoniosamente.
Un passato antico e glorioso
Le origini del borgo affondano nel tempo: già in epoca etrusca si insediarono le prime comunità, ma sono i Romani a lasciare tracce certe, tra cui tratti dell’antica Via Cassia (nota anche come Via Traiana Nova) e due colonne miliari, testimoni del fervore viario dell’epoca.
Durante il Medioevo, Allerona divenne un castello strategico sotto l’influenza delle potenti famiglie orvietane dei Monaldeschi e dei Filippeschi. Dell’antico Castello di Lerona oggi rimangono le mura difensive e le suggestive Porta del Sole e Porta della Luna, che segnano rispettivamente gli accessi orientale e occidentale al borgo. Il nome “Lerona” potrebbe derivare dall’albero di corbezzolo, detto in dialetto “lerone”, diffuso nei boschi circostanti.
Nel 1495 il borgo fu saccheggiato e raso al suolo dalle truppe di Carlo VIII durante la discesa verso il Regno di Napoli. Nonostante la devastazione, Allerona seppe rinascere rapidamente: nel 1585 la comunità si era già ricostituita con un proprio Statuto. Dopo secoli sotto il dominio dello Stato Pontificio, nel 1860 venne annessa al Regno d’Italia grazie all’azione dei Cacciatori del Tevere guidati da Luigi Masi.
Alla scoperta del borgo
Il centro storico è un labirinto di vicoli in pietra che si snodano attorno a Piazza Santa Maria, cuore del borgo, dove un tempo sorgeva il castello. Oggi la piazza ospita la Chiesa di Santa Maria della Stella, risalente al XII secolo e ristrutturata nel XIX secolo, e il Palazzo Visconteo, edificato nel Trecento dalla famiglia Monaldeschi.
Poco distante si trova il Palazzo ex Dopolavoro, costruito nel 1926 in epoca fascista, che oggi ospita la Mostra permanente dei Pugnaloni, una delle tradizioni più affascinanti di Allerona.
I Pugnaloni: una festa contadina dalle radici profonde
Tra le celebrazioni più sentite spicca la Festa dei Pugnaloni, dedicata a Sant’Isidoro, patrono dei contadini. La ricorrenza, celebrata a maggio, affonda le sue origini in riti pagani legati alla fertilità della terra e al calendario mercantile romano. Oggi si manifesta con una spettacolare sfilata di carri allegorici decorati con elementi agricoli e figurazioni in legno e argilla che rappresentano scene di vita contadina, guidati da figuranti in costume ottocentesco. Al centro di ogni carro, la scena simbolica di Isidoro che prega mentre due angeli arano i campi al suo posto.
Tesori naturalistici e geologici
Allerona è anche natura pura. Il borgo domina il suggestivo Parco di Monte Peglia e Selva di Meana (S.T.I.N.A.), un’area ricca di biodiversità, sentieri e scorci incontaminati. Tra i gioielli immersi nel verde si trova la Villa Cahen, dimora liberty costruita all'inizio del ‘900 da Ugo Cahen. Oltre alla residenza, si possono visitare giardini all’italiana, all’inglese, un raro giardino giapponese e ammirare una vista spettacolare sulla valle del fiume Paglia.
Poco fuori dal borgo, la Chiesa della Madonna delle Acque — un elegante tempietto ottagonale del XVIII secolo — sorge vicino a una fonte ritenuta miracolosa, confermando il legame profondo tra Allerona, l’acqua e la spiritualità.
Un mare… di fossili
Infine, un sorprendente capitolo della storia di Allerona ci riporta a quasi 2 milioni di anni fa, quando quest’area era affacciata su un antico golfo marino. I numerosi ritrovamenti di resti fossili di balene, capodogli, molluschi, crostacei e ambra grigia rinvenuti nei terreni argillosi tra il 2003 e il 2008, sono oggi custoditi ed esposti nel Museo dei Cicli Geologici del borgo, tappa imperdibile per chi ama la scienza e la paleontologia.
Allerona è un piccolo scrigno di tesori: un viaggio nella storia, tra tradizioni radicate e paesaggi mozzafiato, in un angolo d’Umbria dove il tempo sembra rallentare, e il legame tra uomo, terra e cultura è ancora vivo e autentico.