Un territorio disseminato di chiese rupestri, di luoghi suggestivi come il lago prodotto dalla diga di San Giuliano e di borghi: Miglionico con il suo castello, Ferrandina, Bernalda con le bellezze archeologiche della marina di Metaponto, la greca Heraclea (oggi Policoro) e Grassano, dove fu confinato Carlo Levi prima di andare nella Aliano dei calanchi.
Ma è soprattutto su Irsina, Montescaglioso e Miglionico che vogliamo attirare per ora la vostra attenzione.
ABBAZIA SAN MICHELE DI MONTESCAGLIOSO
Eccoci a Irsina, già roccaforte normanna. Paesaggi dolcemente morbidi e verdeggianti, effetto della politica ottocentesca del seminativo. La città, a forte produzione di grano, guarda il colle Irsi, detentore di segreti archeologici nelle sue viscere, in parte svelati nel museo archeologico dedicato a Michele Janora. Curiose le gallerie sotterranee a statura umana, dette “bottini”: raccolgono l’acqua per depositarla in vasche di decantazione, purificandola successivamente e incanalandola nella bella fontana settecentesca esterna, con tredici bocche. Centro storico piccolo e austero, luogo natale del pittore secentesco Andrea Miglionico, Irsina custodisce nella cattedrale il suo autentico tesoro: la bellissima statua policroma di Santa Eufemia, in pietra vicentina di Nanto, che la storica dell’arte Clara Gelao attribuì dal 1996 ad Andrea Mantegna, mentre prima era ritenuta opera di Pietro Lombardo.
Pochi ormai gli studiosi non convinti di questa attribuzione, ma c’è da chiedersi come sia arrivato qui un Mantegna, per altro poco noto come scultore. L’opera fa parte di una donazione giunta in Basilicata da Padova nel 1454 grazie al committente Roberto de Mabilia, presbitero della chiesa di San Daniele e originario di Irsina, città che aveva allora un vescovo e una cattedrale.
Autorità e influenza quindi non mancavano per attirare qui un capolavoro assoluto, di straordinaria seduzione: la santa ha uno sguardo trascinante, emozionante, non si finisce mai di ammirarla, seguendola con lo sguardo totalmente incantati e rapiti.
Il paese, tra l’altro, custodiva già un dipinto del Mantegna, ora a Capodimonte a Napoli.
PAESAGGIO DI IRSINA
Andiamo ora a Montescaglioso, patria dello scultore cinquecentesco Altobello Persio e famosa per il suo Carnevale. Nucleo antico e roccioso, ricordato come Mons Caveosus, offre l’imponente abbazia benedettina di San Michele Arcangelo. Nota anche come “stella splendente”, fu simbolica e decisiva raccolta di cultura monastica, rinomata per i documenti custoditi e per aver avviato spazi per produzioni artigianali di bottega e scuole di mestieri. La supremazia squisitamente stilistica e artistica dell’abbazia, con strabilianti colonne e grandiosa aria di grazia, conferisce al luogo un’idea di vera magnificenza.
Infine, Miglionico, dove il Castello del Malconsiglio t’invita e accoglie, con la sua fascinosa e quasi “sinistra” ‘fama. Ecco appunto il celebre e per alcuni lugubre Castello di Miglionico (Mt), appunto detto del “Malconsiglio” perché vi avvenne una parte degli episodi della cosiddetta Congiura dei Baroni quattrocentesca contro gli Aragonesi. Altro che lugubre. Castello bellissimo. Così anche il paesello, con il notissimo polittico del grande artista veneto Cima da Conegliano nella chiesa madre. Dove ammirerete anche un intenso Crocifisso.
Foto di Paki Cassano
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