Le Montagne della Duchessa, a cavallo fra Lazio e Abruzzo, sono probabilmente note a tanti per la triste e inquietante vicenda dell’uccisione di Aldo Moro: durante la sua prigionia, infatti, una lettera comunicava che il suo corpo era stato gettato nel Lago della Duchessa. La notizia si rivelò poi falsa, ma per qualche giorno quei monti assursero agli onori della cronaca, anche se per un episodio fra i più cupi dalla nostra storia.
Invece si tratta di uno dei massicci montuosi più belli e ben conservati dell’Appennino, sul quale la Regione Lazio ha istituito una Riserva Naturale che oggi attira molti escursionisti e amanti della natura. Fra i suoi boschi e nelle sue ripide valli montane, vivono lupi, gatti selvatici, martore, cervi e caprioli, e nei cieli sopra le cime è facile osservare il volo maestoso dell’avvoltoio grifone, che qui ha una delle colonie più numerose, e dell’aquila reale.
Pascoli attorno al Lago
Ma le rarità faunistiche non finiscono qui e nei prati attorno al lago, fra i macchioni di ginepro, può capitare di osservare la piccola e timida Vipera dell’Orsini, la meno velenosa e più rara delle vipere italiane, e nelle acque del lago di veder guizzare il tritone, di una specie endemica.
Magnifici boschi di faggi ammantano le pendici, fino ai prati d’altura che circondano il lago e alle ripide pareti rocciose del Murolungo, la cima più alta del massiccio.
Il Murolungo
Ma non è solo la natura che può spingere a passare qualche giorno fra questi monti: alle pendici dei monti infatti, ci si può immergere nelle atmosfere medievali dell’antico borgo di Corvaro, arroccato sotto la sua torre, o fra i palazzi ottocenteschi di Borgorose, o visitare le tante chiese rurali che arricchiscono il territorio, alcune antichissime, o percorrere la lunga e rigogliosa Valle di Malito, dove sopravvive un’agricoltura montana fatta di piccoli orti famigliari coltivati a patate, fagioli, pomodori, tutti rinomati per la loro qualità. E magari visitare la fabbrica e il punto vendita della rinomata Birra del Borgo, una delle eccellenze italiane del settore. Ma forse la perla più preziosa della Riserva naturale, è il minuscolo borgo medievale di Cartore: ultimo centro abitato ai piedi della montagna.
Questo piccolo paesino è costituito da poche case, ma offre scorci straordinari e un’atmosfera che è difficile trovare altrove. La sua è una storia singolare.
Completamente abbandonato negli anni ’70 del secolo scorso, privo di strade, acqua, luce e in parte già diroccato, sembrava destinato a scomparire, come molti altri borghi montani. Invece nei primi anni ’80 la Comunità Montana locale, grazie ai finanziamenti della ex Cassa del Mezzogiorno, nell’ambito di un vasto programma di promozione della Riserva Naturale dei Monti della Duchessa, appena istituita, acquisì per poche lire un gruppo di immobili in stato di avanzato degrado, quasi dei ruderi, e con un intervento di accorto restauro e ricostruzione, li restituì al loro aspetto originario. L’intervento fu completato dal rifacimento dell’antico acciottolato delle strade, e dalla realizzazione di tutti i servizi necessari.
Così Cartore avviò la sua rinascita. Altri casali furono restaurati dai proprietari, favoriti dalla presenza di acqua, luce, fognature, e dalla sistemazione della strada di accesso. Nei casali restaurati dalla Comunità Montana fu avviata un’attività di ricettività e in anni più recenti l’opera di restauro e rivitalizzazione del paesetto fu completata dalla Riserva Naturale, che destinò un finanziamento regionale alla realizzazione, in un altro gruppo di bei casali antichi, di un Ecoalbergo, realizzato con criteri di sostenibilità. Cartore, dopo i nuovi restauri, offriva l’immagine più autentica di un piccolo borgo rurale montano medievale, integro e vissuto. Ma il vero cambiamento, iniziò quando la Comunità Montana decise di affidare all’esterno la gestione dei suoi casali. I vincitori del bando di affidamento risultarono infatti Anna e Marco, una giovane coppia originaria del luogo capace di volare, proprio come la coppia della famosa canzone di Lucio Dalla: i due ragazzi si rimboccarono le maniche, e in breve tempo trasformarono i Casali di Cartore in una meta fra le più ambite da escursionisti a camminatori: un luogo da favola, cibo genuino e rigorosamente del posto, passione, cordialità e un’accoglienza squisita gli ingredienti del successo.
Ingresso ad uno degli appartamenti
I tanti escursionisti che percorrono da qualche anno il Cammino dei Briganti, suggestivo itinerario di più giorni, e fanno sosta qui, hanno dato l’ultima spinta. Così sono in tanti quelli che oggi pernottano ai casali per affrontare poi di buon’ora la salita che attraverso la Val di Teve o la Val di Fua conduce ai rifugi e poi al Lago della Duchessa, e magari fermarsi dal pastore Amerigo, che non manca di offrire a tutti quelli che arrivano fin lassù un assaggio delle sue ottime ricotte o del saporito pecorino prodotto con il latte delle pecore che si cibano di erbe e fiori di questi prati, a 1900 metri di quota. Al ritorno, la sera, seduti sotto il pergolato di Anna e Marco con la vista delle montagne davanti, un piatto dei tipici “stringozzi”, una calda zuppa di farro, formaggi di pecora con miele e marmellate locali, saranno l’ideale completamento di una splendida giornata, magari insieme ad una bella storia, di quelle che Anna non manca di raccontare ai suoi ospiti, perché, dice, questi luoghi hanno un’anima, e storie da raccontare, e a chi viene piace ascoltarle.
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