Palazzo Adriano è un piccolo centro situato nella Sicania, tra la provincia di Palermo e quella di Agrigento, adagiato alle pendici del Monte delle Rose a 695 metri sul livello del mare, conta meno di duemila abitanti ma con un gran cuore verde e antico, qui infatti è in piena crescita il progetto che unisce biodiversità, sviluppo green, tradizioni e storia.
Palazzo Adriano fu crocevia di popoli e culture, ancora oggi architettura e religioni si mescolano, qui buona parte della popolazione conserva il rito bizantino degli esuli albanesi che anticamente fondarono questo paesino che si concentra tutto nella piazza Umberto I.
Una piazza dal taglio ampio e armonioso in cui vi è la seicentesca fontana ottagonale. L’atmosfera in questo piccolo angolo siciliano è quasi surreale. Nonostante il paese sia piccolo si possono ammirare diverse chiese e il castello. Sono presenti delle antiche cittadelle e degli archi che rispecchiano antiche esigenze difensive.

Palazzo Adriano

Palazzo Adriano è anche un pezzo della storia del cinema italiano, è il paese dove Giuseppe Tornatore decise di girare nel 1988 “Nuovo Cinema Paradiso”, il film capolavoro del regista siciliano vinse l’Oscar nel 1989, le immagini di Palazzo Adriano fecero il giro del mondo.
La storia del bambino appassionato di cinema e della madre disperata per la scomparsa in guerra del marito, raccontata sullo sfondo di un piccolo paese sventrato dalle bombe della seconda guerra mondiale, è l’esordio al cinema di una giovane e bella attrice: Antonella Attili che in “Nuovo Cinema Paradiso” è Maria la madre del piccolo Totò.

Nuovo Cinema Paradiso, Palazzo Adriano
“Nuovo Cinema Paradiso”

Sono passati tanti anni da quell’esordio, il viaggio cinematografico di Antonella Attili continua, la sua è una carriera che vanta tanti ruoli e molti registi importanti. Lo stesso Tornatore l’ha diretta per altre due volte in “L’uomo delle Stelle” e “Stanno tutti bene” con Marcello Mastroianni.

Nel 1994 è nel cast di “Dichiarazioni d’amore” di Pupi Avati. Ettore Scola la dirige in “Concorrenza sleale” dove interpreta la moglie di Sergio Castelletto e poi in “Che strano chiamarsi Federico” l’omaggio di Scola al maestro Fellini. Stefano Incerti la dirige in “Prima del tramonto”. E’ anche nel cast de “Il lungo silenzio” di Margareth von Trotta ed Antony Minghella la vuole per un piccolo ruolo nel suo “Paziente Inglese”. Recita in “Caos Calmo” di Antonello Crimaldi e Marco Ponti le affida il ruolo di Matilde, la moglie di Michele Placido in “Io che amo solo te” e “La cena di Natale”. Per la regia di Stefano Sollima è nel cast di “Romanzo Criminale” dove interpreta la madre del Libanese, è di nuovo una madre in “Cuori Puri” di Roberto De Polis. Nel 2020 è suo il ruolo della madre di Checco Zalone in “Tolo Tolo”, interpretazione le ha regalato la nomination ai Nastri d’Argento come attrice comica.

Antonella Attili romana, ma da molti considerata siciliana è un’attrice di grande talento e bravura.  E’ una donna affascinate, espressiva, bella, occhi profondi e neri, capace di emozionare in scena anche in silenzio rendendo le sue performance e i suoi personaggi unici. Il ruolo pensato per lei da molti registi è stato spesso quello della madre, lei ha saputo dare ad ogni madre un suo particolare stile, una sua connotazione sociale, culturale ed emotiva.
Da tre stagioni è tra i protagonisti de “Il Paradiso delle Signore”, la soap di Rai Uno. Il suo personaggio è Agnese, una donna siciliana che vive a Milano dove, abbracciando l’evoluzione sociale e culturale è diventata l’icona dell’emancipazione femminile, forte e combattiva in grado di regalare grandi emozioni. Un personaggio in continuo mutamento emotivo e sociale portato in scena dall’attrice in modo magistrale e declinando con slancio e tecnica gioie, dolori, angosce, paure e mutamenti. Antonella Attili in scena è emozione pura. Il suo, è un viaggio artistico silenzioso e ricco di esperienze importanti che affonda le sue radici in quel piccolo paese, Palazzo Adriano, rimasto sempre nel suo cuore.

Il suo esordio da oscar con Nuovo Cinema Paradiso girato a Palazzo Adriano, che ricordi ha di quel suo primo film?”

Mi ricordo l’arrivo a Palazzo Adriano tra  maggio e giugno del 1988, il  paese era la piazza, quella dove nel film c’è il cinema che venne costruito apposta. Non c’era molto, tutta la troupe era alloggiata in case sparse nel paese, non c’erano alberghi né ristoranti. C’era un piccolo bar dove si andava per fare colazione. Io e Philippe Noiret fummo sistemati in una specie di edificio attrezzato all’occorrenza, nelle camere c’era un letto e un comodino molto essenziale, poi Noiret andò via perché il letto era troppo corto per lui io vi rimasi tutto il periodo.  La mattina scendevo ed ero sul set. Ero dentro al film. La piazza, le strade di quel paesino erano le mie, le percorreva Maria il mio personaggio, era pura magia non c’era lo stacco con la realtà. Ero immersa nel sogno. Un esperienza totale, indimenticabile. Nei weekend prendevo la corriera e andavo a Palermo per avere intorno un po’ di vita di città e piano piano ho cominciato a visitare i dintorni, Monreale, Cefalú. Ogni weekend era una scoperta. 

Dopo Nuovo Cinema Paradiso ha girato altri film in Sicilia e lei recita con un accento siciliano perfetto, ha un legame particolare con questa terra?

Si ho un legame speciale con la Sicilia e amici speciali siciliani per cui sono tornata spesso per piacere e per lavoro. Con il teatro ho fatto molte tournée durante le quali l’ho visitata in lungo e in largo. 

La sua carriera cinematografica è lunga e piena di esperienze importanti, come definisce il suo viaggio artistico?

Eclettico, non uniforme e poco incasellabile. Il fatto di non essere classificabile è per me una fortuna, perché  ho avuto modo di affrontare tutti i generi trasversalmente e ho cercato di diversificare il più possibile sia la recitazione che il mezzo. Ho fatto teatro, radio, cinema e tv. Come priorità avevo solo la voglia di trasformarmi e incontrare registi/e che mi dessero la possibilità di scoprire altro da me e di me, forse un percorso in salita che all’inizio é stato duro ma ho resistito e le soddisfazioni sono arrivate.

Il viaggio che si porta nel cuore?

L’Africa. Ci sono stata per tre mesi a 18 anni fu il “ viaggio” quello della maturità. Andai in Kenya e fu un esperienza indimenticabile. Il cielo più basso e con i colori abbaglianti, tutto più vivido. Sei immerso in uno stato d’animo colmo di emozione per natura, odori, animali, indigeni.
Una specie di estasi continua, certo ora sarà cambiato tutto ed è per questo che una parte di me vorrebbe tornarci mentre l’altra preferisce il ricordo dell’Africa che ho vissuto.

In questo momento sta vivendo un momento di grande popolarità grazie al ruolo di Agnese Amato nella soap di Rai Uno “Il Paradiso delle signore”, questa donna siciliana forte, cosa ci racconta di lei?

Agnese Amato é un po’ il compendio dei ruoli della mia vita, di tutte le madri fatte e recitate fino a qui, in lei ho messo moltissimo di me. Principalmente il mio rapporto con i figli,  l’essere madre a volte è totalizzante e ingombrante. L’amore che giustifica ogni cosa. Agnese è una donna rimasta sola ma che ha la forza di andare avanti, è una donna che non si piange addosso ma che lotta per andare avanti, tutto ciò negli anni 60 esprimendo quindi un’idea di emancipazione femminile sicuramente non consapevole ma che intuisce necessaria pur con i suoi pochi mezzi intellettuali. Sono totalmente innamorata di Agnese e sono talmente calata in lei da non riconoscere più i confini tra attrice e personaggio. É un coinvolgimento che ho avuto fin dall’inizio, ho sentito che quel ruolo era mio. Agnese aspettava me e io aspettavo lei.

La vedremo in qualche altra cosa oltre al Paradiso delle Signore?

Si sarò nel cast di “Makari”, una fiction girata ad ottobre scorso in Sicilia, nella tonnara di Scopello, posto magico. Nella nuova fiction che andrà in onda su Rai Uno per la regia di Michele Soavi e inspirata ai romanzi di Gaetano Savatteri, sarò Marilù la proprietaria del ristorante della tonnara. Anche questa fiction girata in Sicilia e anche lì aver alloggiato e lavorato nello stesso luogo e che luogo, è stata una fortuna.