Quale uomo di cultura, quale viaggiatore non ha ben chiara in mente l’immagine della nobile Urbino? Una cartolina che comprende i gentili torricini di Palazzo Ducale intenti a stagliarsi contro l’aspro paesaggio appenninico e a fondersi con il laterizio della città vecchia, con le cupole e i campanili delle numerose chiese.
Non tutti però conoscono il luogo da dove la celebre fotografia viene scattata più di sovente: parliamo della Rocca Albornoz, che dall’alto del suo colle San Sergio (485 metri sul livello del mare) tiene d’occhio l’abitato intero e buona parte delle campagne.
La fortificazione fu eretta tra il 1367 e il 1371 in un sito già di proprietà dei Montefeltro in sostituzione del Vecchio Cassero, un insieme di case fortificate ritenuto troppo piccolo e male in arnese per garantire un’efficiente difesa della città. E a dispetto del nome, a edificare la rocca – in vista del ritorno del Papa da Avignone – non fu il Cardinale Egidio Alvarez Carillo de Albornoz, piuttosto il suo successore Angelico Grimoard.
All’inizio del ‘500, la rocca venne incastonata nelle nuove mura roveresche, mura che solo pochi anni più tardi Leone X fece abbattere per impedire che in caso di rivolta la città potesse risultare difendibile dai ribelli. In effetti la mossa del Pontefice era tutto fuorché azzardata se consideriamo che egli stesso si era reso protagonista di un colpo di mano buono ad estromettere i Della Rovere dalla guida del ducato e, al contempo, utile a favorire la scalata al potere del nipote Lorenzo de’ Medici. Il dominio mediceo non fu però che una brevissima parentesi per Urbino, una parentesi che si chiuse con la morte di Leone X.
Nel 1683, venute meno le pressanti esigenze belliche, Rocca Albornoz fu ceduta ai padri Carmelitani Scalzi che, tuttavia, godettero la struttura meno tempo di quanto sperato perché poco più di un secolo dopo questa finì nelle mani degli uomini al soldo di Napoleone per essere nuovamente riattata a struttura difensiva.
Ancora oggi, a discapito delle tante modifiche e ricostruzioni, questa fortezza risulta essere uno dei luoghi che chi desidera visitare Urbino non può assolutamente lasciarsi scappare. In effetti, Rocca Albornoz non solo ha saputo mantenere intatto nei secoli il suo fascino di arcigno soldato, ma da qualche anno ospita anche il piccolo e suggestivo museo “Bella Gerit”: davvero curiosa la sezione dedicata all’equipaggiamento militare tra ‘300 e ‘500.
La massiccia e tozza costruzione a pianta rettangolare in laterizio, caratterizzata da due torri semicircolari, dal 1975 è inserita in uno spazioso parco dedicato alla Resistenza. Un luogo che pare pensato apposta per il visitatore che intende fare una piccola pausa, magari sdraiato sul prato con una bibita dissetante in mano, senza rinunciare nemmeno per un istante a posare gli occhi sulla bella Città dei Duchi.
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