Nel sud della Sicilia la linea dell’orizzonte intercetta sempre testimonianze elleniche, arabe e di altre popolazioni che hanno dimorato nell’isola. Ma il panorama non è affollato o caotico, la natura alleggerisce la quinta scenica mentre il mare illumina l’inquadratura con i bagliori del sole sulle onde.

Una storia antica, quella della Sicilia meridionale, dal passaggio obbligato, per conoscere meglio il presente arricchendo la cultura con la conoscenza del passato. E oltre ai borghi, in questo itinerario, è immancabile la Valle dei Templi, sotto l’egida dell’Unesco: tutti e cinque i templi dorici, in realtà, non si trovano in una valle ma su un crinale: interamente costruiti con la locale pietra calcarea dal colore giallo intenso, con la successione da est verso ovest degli edifici di culto che corrisponde alla corretta lettura degli stessi, concepiti per rivolgere il fronte principale al sole nascente.

Sambuca di Sicilia

Sempre in provincia di Agrigento, ecco il borgo di Sambuca di Sicilia, dalla spiccata connotazione araba, testimoniata dalla fortezza di Zabut che prende il nome dall’emiro che la fece erigere. Un borgo da visitare così come il bacino artificiale del lago Arancio e la miriade di itinerari che da qui si diramano e consentono di ammirare la bellezza della storia incastonata nella natura.

Andando sulla costa meridionale siciliana, si approda al borgo marinaro di Sciacca, un dedalo di anfratti e vicoli stretti. Alle “parti più alte” del borgo si arriva mediante scalinate di ascendenza araba, mentre una cinta muraria interrotta da portoni circonda il nucleo antico il cui salotto è capricciosamente barocco. E sembra una stravagante prosecuzione dello stile barocco, con mille dettagli a volte quasi grottescamente esagerati, quella che caratterizza le teste in pietra scolpite dall’artista Filippo Bentivegna, che alla sua morte lasciò in eredità a Sciacca il “Castello incantato”, trasformato oggi in un suggestivo museo open air con circa tremila dei suoi straordinari capolavori.

Ferla

Dall’Art Brut degli anni Trenta ci si può poi immergere negli scenari di tre borghi in provincia di Siracusa. Il primo è Ferla, che sorge sulle rive del fiume Anapo. Dopo la ricostruzione del terremoto del 1693, il borgo è un’icona di barocco siciliano e non solo. Si respira un’aria antica, entrando in paese, fra i lasciti medievali e le vecchie stradine del quartiere “Carceri vecchie” da cui, partendo da una chiesa bizantina, si snoda il percorso di sepolcri e grotte.

Sortino

A pochi chilometri dalla necropoli rupestre di Pantalica – Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco – si trova anche il borgo di Sortino, il cui bagaglio storico si esprime in un’arte pregevole, rappresentata esemplarmente dal principale edificio ecclesiastico, ovvero la settecentesca chiesa intitolata a San Giovanni Evangelista.

Teatro a cielo aperto a Palazzolo Acreide

Da non perdere, infine, è Palazzolo Acreide, borgo barocco situato nell’entroterra siracusano e alle pendici dei monti Iblei. E’ sotto l’egida dell’Unesco e oltre alla preziosa eredità del passato, si fregia di un particolare gioiello che la impreziosisce maggiormente: il “Museo dei viaggiatori in Sicilia”, ospitato nei locali di Palazzo Vaccaro: il museo, fra le più singolari collezioni italiane, consente di entrare in punta di piedi nell’anima dei siciliani. Ponte per capire il presente, infine, è la “Casa-museo Antonino Uccello” di Palazzolo Acreide, esaustivo excursus sui costumi contadini siciliani del secolo scorso.