È la più vasta sede espositiva di antichità romane e medievali della regione Molise. Attraverso i due piani del museo si dipana la storia antichissima della città di Venafrum, che da importante insediamento sannitico, divenne in epoca romana uno del centri più fiorenti della regione, famoso in particolare per la produzione di olio.
Il Museo archeologico è ospitato nel seicentesco monastero di Santa Chiara, nel centro storico della città, e raccoglie reperti dall'età preistorica fino all'epoca medievale provenienti dal territorio. Il Museo fu aperto al pubblico nel 1931 con una piccola esposizione di materiale archeologico, nel 1998 ha riaperto con un nuovo e più esteso allestimento, reso ancor più interessante dalla cornice architettonica del monastero restaurato.
Il percorso espositivo si articola su due piani secondo criteri cronologici e tematici e documenta le varie forme di occupazione del territorio in età romana: necropoli, opere pubbliche, insediamenti produttivi, i principali monumenti della città. Tutto l’esposto contribuisce a mostrare i diversi aspetti della vita quotidiana pubblica e privata dell’antica Venafrum. Nel portico del chiostro si trova materiale proveniente dalle necropoli che si distribuivano lungo le principali vie di accesso della città romana.
Nelle sale sono esposti elementi architettonici appartenenti alla decorazione del teatro romano e delle altre strutture, degne di nota sono le due grandi statue di togati. Di particolare interesse è l'Editto Augusteo, con incise le regole d'uso dell'acquedotto, redatto negli anni tra il 17 e l'11 a.C. Il documento contiene le indicazioni sulle modalità costruttive, rapporti con proprietari dei terreni attraversati, la distribuzione dell'acqua ed indica i magistrati a cui era affidata la gestione e la sorveglianza dell'acquedotto e che erano competenti in caso di controversie.
La ricchezza della Venafrum romana è attestata dalle raffinate decorazioni degli edifici monumentali e delle dimore patrizie: affreschi dall'eccezionale conservazione, mosaici e marmi colorati e soprattutto le splendide statue, tra cui la celeberrima "Venere di Venafro", del II secolo d.C., che fu ritrovata casualmente nel 1958 durante i lavori per la costruzione di una casa.
Il settore dedicato all'epoca medievale, al secondo piano, riserva non poche sorprese: fra queste gli "scacchi di Venafro", realizzati più di mille anni fa e considerati tra più antichi di Europa. Inoltre l'ala più recente dell'allestimento conserva i ritrovamenti del complesso monastico di San Vincenzo al Volturno: attrezzi agricoli, suppellettili, iscrizioni, gioielli, reperti di grande interesse che restituiscono uno spaccato della vita monastica dei primi secoli del medioevo quando gli abati Glosué ed Epifanio trasformano il cenobio in una vera e propria città monastica avviando imponenti progetti di costruzione che trasformarono San Vincenzo al Volturno in uno dei più grandi monasteri d'Europa.
Il Museo è aperto dal martedì alla domenica dalle 8.15 alle 13.45