Esistente già nel 1485, anno in cui la famiglia Campitelli ne assunse lo ius patronato, la Chiesa di San Giacomo Apostolo è la più antica di Melissa. L’edificio è situato su uno sperone roccioso nella parte superiore dell’abitato, di origine alto medievale; si trova nei pressi del Castello, costruito in epoca successiva.
Una tradizione popolare vuole che il conte Francesco Campitelli, in base al suo diritto dello “ius primae noctis”, alla fine di ogni cerimonia matrimoniale tra melissesi, aspettasse nei pressi della Chiesa la sposa per portarla attraverso una galleria nel suo castello e goderne la notte. Per impedire questa malsana usanza, nel 1633 un popolano uccise il conte. A ricordo dell’episodio cruento, nello stesso anno, la comunità melissese avrebbe fatto erigere nella chiesa un monumento osceno ed una lapide che derideva il conte. Questa tradizione orale, così cara ai Melissesi (un motto popolare recita “siamo tutti figli del conte”), è stata smentita dai documenti presenti nell’Archivio di Stato di Napoli. Innanzitutto Francesco Campitelli morì nel 1668 e viene seppellito nel convento dei Padri Cappuccini di Strongoli.
Il monumento funebre, che in realtà non ha nulla di osceno, fu fatto erigere ma dallo stesso Francesco Campitelli, per ribadire il potere dei Campitelli sulla Chiesa. A ricordo dei fondatori rimane ancora oggi, sopra il portale, lo stemma araldico dei Campitelli, rappresentato da uno scudo turchino traversato da una fascia d’argento in campo azzurro sopra il quale vi è un leone passante illeopardito e, al di sotto della fascia, tre rose rosse a cinque petali.
Oggi l’edificio è ormai chiuso al culto.