Il Parco Nazionale del Circeo, a un’ora di distanza da Roma e due da Napoli, è un’oasi naturale costellata da borghi caratteristici e vestigia delle epoche passate, una terra dove il mito greco si intreccia con millenni di storia. Incastonato tra i borghi di San Felice Circeo (nella foto in basso), di Fogliano e della razionalista Sabaudia, il parco si affaccia sul Mar Tirreno ed è circondato dalla più grande foresta di pianura d’Italia dove trovano rifugio daini, volpi, cinghiali. È proprio questo eden che Circe - la maga che nell’Odissea irretiva gli uomini trasformandoli in maiali - elesse a sua dimora, pur potendo ambire all’Olimpo. Da Sperlonga, il borgo dove l’Imperatore Tiberio amava rifugiarsi, il promontorio del Circeo sembra un’isola, l’antica Eea appunto, terra di miti antichi, approdo di saraceni, rifugio dei templari, feudo dei nobili Caetani, roccaforte pontificia e oggi paradiso del birdwatching.
Un parco per tutte le stagioni
Fondato negli anni 30 per preservare l’ecosistema delle paludi dell’Agro Pontino, il parco è stato dichiarato nel 1997 "riserva della biosfera" dall’Unesco grazie alla varietà di ambienti e specie custodite e che, insieme ai suoi borghi, ne fanno una meta ideale da esplorare in tutte le stagioni dell’anno: a piedi, in bici, a cavallo, in canoa e in barca, magari a vela. Si osserva la natura passeggiando su sentieri tracciati ma anche sdraiati al sole sulle spiagge sabbiose del litorale, scoprendo a nuoto le grotte che punteggiano la costa e avventurandosi tra i canneti che circondano le zone umide. Di particolare fascino è la strada che parte dalle zone umide e arriva al borgo di Sabaudia, una lingua di sabbia dove i laghi costieri e le onde del mare si contendono il terreno difeso strenuamente dai rigogliosi cespugli di macchia mediterranea che delimitano la strada fino alle pendici del Monte Circe. Da qui il panorama è unico: il mare circonda il promontorio e apre la vista sul Golfo di Gaeta, sulle Isole Pontine e sul lido di Astura, dominato dalla torre omonima.
Un parco, un mosaico
È piacevole lasciarsi trasportare dai propri pensieri e, seguendo uno dei percorsi tracciati sui 21 chilometri di rete, esplorare i diversi ambienti naturali di questo scrigno della biodiversità. Si passa dalla macchia mediterranea e dalle numerose grotte del promontorio alla gigantesca duna costiera (in alcuni punti arriva a sfiorare 30 metri) che si estende fino a Capo Portiere e che in primavera esplode in un tripudio di colori e fioriture, fino alle scogliere scoscese dell’Isola di Zannone sovrastata dai resti dell’Abbazia di Santa Maria e del Santo Spirito. I quattro laghi costieri (Paola, dei Monaci, Fogliano e Caprolace) e le attigue zone umide, inoltre, danno dimora, prevalentemente in primavera e autunno, a più di 260 differenti specie di uccelli tra cui germani reali, aironi cenerini, cicogne e fenicotteri. Basta un binocolo per lasciarsi travolgere dalle emozioni. La foresta, un susseguirsi di boschi di pini, lecci e querce da sughero, è quel che resta dell’antica selva di Terracina.
Il Circeo e i luoghi della storia
Millenni di miti e storia s’intrecciano nel territorio del Circeo, a iniziare dalle molteplici grotte che punteggiano il promontorio, riparo naturale in epoche remote (nella grotta Guattari è stato rinvenuto un teschio di Neanderthal), che ne fanno un parco archeologico suggestivo da visitare senza fretta, per riscoprire il fascino epico del passato. Risalendo da Torre Paola, una torre difensiva nel territorio del borgo di Sabaudia verso il Picco di Circe, si incontrano le mura ciclopiche dell’Acropoli del III a.C. e le fondamenta dell’Ara di Circe risalenti al IV secolo a.C.. Di particolare interesse è poi l’area attorno al Lago di Paola, località amata un tempo da centurioni romani, ricchi patrizi e perfino imperatori. Adagiate sulle rive del lago si trovano anche la Villa di Domiziano (I sec. d.C.), una domus imperiale con stabilimento termale e grandiose cisterne, poi ancora la scenografica pescheria Piscina di Lucullo e l’incredibile opera di ingegneria romana costituita dal porto-canale di Paola.
Il parco gustoso
Numerosi sono gli alberghi, gli agriturismi, i campeggi e i ristoranti che si trovano all'interno del perimetro del Parco e in zone limitrofe. Le giornate all'aria aperta nel Parco del Circeo invitano a indulgere nei piaceri della buona tavola che, in questa terra di confine tra Lazio e Campania, possono essere particolarmente sfiziosi come la bresaola di bufala, ricavata dai tagli pregiati della carne di bufalo con la quale in zona si preparano anche salsicce, coppietta, speck e carpacci, talvolta accompagnati da un particolare caviale di limone (Finger Lime) e da oli di assoluta qualità. Nella zona del Parco non mancano ostriche, cozze e vongole allevate localmente. Tra i vini, il protagonista è innanzitutto il Circeo Doc, adesso anche biologico, di Borgo Grappa, seguito da diversi vini locali freschi e profumati, da abbinare a mozzarella e scamorza di latte di bufala (prodotto agroalimentare tradizionale e DOP) o una zuppa di pesce del Circeo.
Leggi anche il servizio dedicato al Parco Nazionale del Circeo sul terzo numero della nostra rivista digitale e-borghi travel