I Borghi calabresi come luoghi unici, “intrecciati” alle “genti” che li abitano e li animano, ma anche come “luoghi” di sperimentazione per nuove forme di ospitalità, di intrattenimento e di socialità, destinati a una domanda turistica ormai molto lontana dagli schemi del turismo di massa.
I Borghi della Calabria, anche e però, come una straordinaria opportunità di crescita per il territorio e per il benessere delle popolazioni locali, sulla quale la Regione Calabria ha deciso d’investire a tutto tondo, ben oltre 100 milioni di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) per la loro valorizzazione e promozione turistico – culturale.
Coerentemente con lo stato dell’arte esistente, è comunque necessario comprendere meglio che cosa s’intenda in Calabria per “borgo”, laddove i centri storici minori costituiscono una parte importante degli insediamenti calabresi, sia per quanto riguarda l’estensione territoriale che il valore del patrimonio. Questi, non devono infatti essere pensati come “borghi” in senso stretto e tradizionale, ma come “territori” (anche vasti) che al loro interno vedono la presenza di patrimoni insediativi (seppure organizzati per nuclei) di importanti risorse ambientali e paesaggistiche.
Gerace
I Borghi della Calabria, inoltre, fra parchi naturali, aree di interesse naturalistico, aree archeologiche, castelli, torri, monumenti, minoranze linguistiche, cultura, identità e tradizioni, specie enogastronomiche e religiose, costituiscono un vastissimo capitale invariante su cui lavorare, specie ai fini della valorizzazione e qualificazione (certificata) dell’offerta turistica regionale.
Nell’ambito del “Progetto Strategico per la Valorizzazione dei Borghi della Calabria e il Potenziamento dell’Offerta Turistica e Culturale”, fra i vari “obiettivi”, un ruolo significativo viene pertanto assegnato al “…miglioramento delle condizioni di contesto dei “borghi”, secondo un approccio basato sulla qualità diffusa e sulla coerente sostenibilità ambientale, economica e sociale, anche ai fini di consentire il loro riconoscimento…”, ovvero la denominazione certificata. Ciò al fine di connotarne la differenza rispetto all’ampia e ben strutturata gamma dell’offerta esistente, sia a scala nazionale che internazionale, laddove la “certificazione” di un “borgo” è un processo di programmazione complesso e molto articolato che impatta sugli aspetti strutturali e sociali dello stesso, quali il recupero del patrimonio immobiliare, storico-architettonico e urbanistico, l’accessibilità, la formazione di nuove professioni, la qualificazione dell’offerta, la realizzazione di infrastrutture innovative a supporto della promozione e valorizzazione del turismo e della cultura, ma, anche e soprattutto, sugli aspetti di organizzazione e sviluppo di un’offerta di turismo definita “esperenziale”.
Altomonte
Del resto, l’arena competitiva del mercato turistico internazionale è attualmente caratterizzata da una domanda con esigenze sempre più complesse che, necessariamente, devono indurre a ripensare gli interventi e le tipologie fin qui attuati, sia di tipo strutturale che promozionale. Nella fattispecie dei “borghi”, questi devono essere utili ad accrescerne l’attrattività e le peculiari potenzialità turistiche, riqualificandoli, interpretandoli e proponendoli al mercato come un “nuovo prodotto turistico regionale”, attraverso comunque un’approccio metodologico innovativo, quale quello delle “reti tematiche”. Le sole, fra gli strumenti esistenti, capaci di attivare azioni integrate e coordinate di promozione e comunicazione ad hoc. Ideali, quindi, per la fruizione dinamica e la promozione del “Borgo”, dei suoi beni, luoghi e destinazioni.
Tale logica progettuale è infatti l’unica a favorire anche lo sviluppo di “progetti integrati” (e promozionali), che stimolano la progettualità locale e generano la crescita di “elementi complementari” e sinergici all’offerta turistica di base. Ed è proprio in questa direzione che va l’Avviso Pubblico emanato dalla Regione Calabria, per il “Sostegno di Progetti di Valorizzazione dei Borghi Regionali”.
Santa Severina
Fra le possibili “reti tematiche” calabresi di rilievo regionale, da considerare quale modello di crescita economica, capace di intercettare i flussi turistici nazionali e internazionali, possono sicuramente essere a priori individuate le seguenti:
La Calabria, in fondo, è anch’essa una regione “borghigiana”, fatta di piccole, ma dense identità locali, dove c’è sempre un tesoro da scoprire, un panorama da ammirare, un cibo o un vino da gustare. La qualità della vita di un territorio si misura soprattutto così, come, peraltro, ben hanno capito tutti quegli stranieri che da anni, approfittando del crollo del mercato immobiliare italiano, stanno facendo incetta di case, proprio nei tantissimi borghi italiani, nel mentre, noi – sbagliando - facciamo di tutto per “cancellare” pure legislativamente, l’identità dei nostri borghi, accorpandoli ad esempio con altri comuni, come se fossero luoghi inutili.
Scilla
Nei borghi, invece, c’è e deve esserci vita, ma ancor di più, nuove opportunità di crescita economica e di lavoro. La Calabria, a tal fine, sulla punta dello “stivale”, tra i suoi due mari, Jonio e Tirreno, propone sempre un viaggio unico e affascinante che dalla storia antica, greca, romana, bizantina e aragonese, conduce alla Calabria di oggi, attraverso millenni di storia, arte, cultura e tradizione. Un “Tour” turistico straordinario, a marchio autentico, che dalla costa alla montagna, incastonati in “fiabeschi paesaggi” e “presepi”, offre ai visitatori l’immagine dei suoi Borghi, fra i quali quelli splendidi di Altomonte, Bova, Buonvicino, Civita, Gerace, Oriolo, Rocca Imperiale, Scilla, San Giorgio Morgeto, Santa Severina, Stilo, Badolato e Tropea, alcuni dei quali, già “certificati” anche fra i “I Borghi più belli d’Italia”.
Foto principale, Santa Severina, e-borghi