E’ un angolo di pace nel cuore di Roma. E’ sull’arteria d’acqua che ne bagna le sponde, nel tratto che lambisce l’estremo sud del centro e il nord di Trastevere, che vive la leggenda di un’isola che si sarebbe formata nel 510 a.C. dai fasci di spighe, detti covoni, del grano mietuto a Campo Marzio. Collegata al cuore di Roma e al pittoresco quartiere di Trastevere, rispettivamente con i ponti Fabricio e Cestio, l’isola Tiberina è da sempre una delle aree della città più pittoresche. Qui Roma sembra fermarsi e riflettere, raccontare la sua parte più discreta e ricordare. Le caotiche e trafficate piazze della capitale sembrano lontane in questo angolo di Tevere intriso di fascino e storia. La Tiberina è una deliziosa pausa tra la trafficata vivacità delle piazze e dei corsi del centro, i colori pastello dei vicoli e le vivaci piazzette di Trastevere. Sulla Tiberina si giunge e ci si ferma anche solo per godersi la sua pace, ascoltando la città da lontano, appoggiando lo sguardo sul Tevere e magari pranzando in uno dei suoi locali.
Sempre poco coinvolta nelle vicissitudini della città, l’isola Tiberina ospitò, proprio per questa ragione, il tempio di Esculapio, dio della medicina, il culto del quale fu introdotto nel 292 a.C. in seguito a una pestilenza. Isola che fu poi monumentalizzata nel periodo di costruzione dei ponti Cestio e Fabricio, detto anche “ponte dei quattro capi” perché munito, in passato, di una serie di erme quadrifronti in marmo che richiamavano il dio Giano, protettore delle porte e dei passaggi, antica decorazione della quale oggi rimangono visibili solo due pilastrini, e del Vicus Censorius che, al suo interno, li collegava. La sua forma riprende, ancora oggi, quella di una nave di cui è ancora ben visibile la parte che ne rappresenta la prua, tra blocchi di travertino e decorazioni raffiguranti Esculapio, il suo serpente e una testa di toro. In epoca romana, oltre al tempio di Esculapio, sull’isola vi erano anche il tempio dedicato a Giove dei Giuramenti, in parte ancora visibile nei sotterranei dell’ospedale Fatebenefratelli.
Oasi di pace e storia, l’isola Tiberina è da sempre un’area legata alla salute e l’antico santuario d’epoca romana che sorgeva dove oggi c’è la chiesa S. Bartolomeo, palesa questa singolare vocazione dell’isola. Santuario che era un vero e proprio ospedale, presenza del quale sono testimonianza diverse iscrizioni che raccontano di guarigioni miracolose, voti e dediche. Importante luogo di culto del capoluogo laziale, la basilica di San Bartolomeo all’Isola fu costruita dall’imperatore Ottone III di Sassonia, e rappresentò un’importante trasformazione del tessuto dell’isola, espressione del profondo cambiamento della stessa città in seguito alla diffusione del Cristianesimo. Croci e memorie cristiane arricchiscono le sei cappelle laterali di quello che è un importante monumento alla storia romana, situato nella pace dell’isola Tiberina, a metà strada tra Trastevere, il rione della prima predicazione cristiana, e l’antico quartiere ebraico.
Dal Lungotevere par di toccarla con mano. Quando da via del Tempio si giunge al cospetto della Sinagoga di Roma - tra le più grandi d’Europa, costruita tra il 1901 e il 1904 su una delle aree più fatiscenti del Ghetto ebraico -, compare, tra gli alberi, il profilo della Tiberina. Passeggiando sul Lungotevere dè Cenci in direzione del Ponte Garibaldi la vista spazia sul Ponte Fabricio, sul Castello Caetani, la torre che domina l’ingresso all’isola dal lato che guarda verso nord, e sulla mastodontica sagoma dell’ospedale Fatebenefratelli. Percorso il ponte Garibaldi si giunge a Trastevere, sponda meridionale del fiume, da dove si gode della vista di ponte Cestio e del cuore della Tiberina, piazza San Bartolomeo all’Isola, sulla quale s’affaccia l’omonima basilica, e la colonna di Pio IX al centro. Percorsi Lungotevere degli Anguillara e Lungotevere degli Alberteschi, si giunge a Ponte Palatino che ci riporta sull’altra sponda a due passi dal Circo Massimo.
Il grande cinema è passato di qui e continua a passarvi. Tanti grandi film del cinema italiano, ambientati e girati nella capitale, spesso hanno avuto come sfondo l’isola Tiberina, i suoi scorci più caratteristici, i suoi edifici storici, i suoi affacci sul fiume. Angolo singolare e appartato di Roma, l’isola è un fazzoletto di terra spesso teatro di grandi pellicole con, tra i protagonisti, il meglio del cinema del ‘900. Da “Nettezza urbana” di Michelangelo Antonioni a “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa con la grande Anna Magnani passando per “Racconti romani” di Gianni Franciolini con Franco Fabrizi, “Donatella” di Mario Monicelli con Elsa Martinelli, “Arrivederci Roma” di Roy Rowland con Mario Lanza e Raffaella Marini, “L’avventura” di Antonioni con Lea Massari e Monica Vitti e, infine, “Tassisti di notte”, di Jim Jarmush, pellicola del 1991 a episodi uno dei quali ambientato nella capitale con protagonista Roberto Benigni. Non c’è che dire: la Tiberina è fra le zone di Roma più cinematograficamente apprezzate e raccontate.