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e-borghi travel 7, Isole e borghi: Isole Pelagie, perle siciliane in “alto mare”

Lampedusa, Linosa, Lampione, Isola dei Conigli e Scoglio del Sacramento: un arcipelago paradisiaco definite dal greco Erodoto “isole d’alto mare”. In queste isole sospese tra cielo e mare e caratterizzate da acque dalle trasparenze e nuance tropicali, si incontrano, letteralmente, Europa e Africa dando vita a un intreccio di culture e tradizioni che rende l’atmosfera inconfondibile. Lampedusa e Lampione appartengono infatti alla piattaforma continentale africana mentre Linosa, come dimostrano le specie vegetali e animali presenti sull’sola, a quella europea. Insieme all’Indonesia, le Isole Pelagie rappresentano un caso quasi unico di arcipelago transcontinentale. Anche per questo le Isole Pelagie meritano un viaggio, in qualsiasi stagione dell’anno, alla scoperta di un universo di frontiera, costellato da minuscoli borghi di pescatori legati a tradizioni millenarie.

Dal mare alla terraferma

Azzurro intenso e giallo ocra. Sono questi i colori dell’arcipelago delle Pelagie, caratterizzato da una terraferma spesso arida e pietrosa dal mare trasparente dove i colori passano dal turchese al verde smeraldo fino al profondo blu. In questo scenario è impossibile resistere alla tentazione di aggregarsi a un tour organizzato in barca o affittare uno skipper per immergersi in un universo dai colori abbaglianti. Basta andare al porto e poi prendere il largo. D’altro canto, come si possono esplorare le “Pelagie” se non in “alto mare”? Tanto più che molte delle conformazioni che più caratterizzano questo arcipelago si apprezzano maggiormente dall’acqua come l’imponente scoglio del Sacramento, vicino alla baia della Madonna di Lampedusa: attraversare via mare lo stretto passaggio che separa il faraglione dall’isola è particolarmente emozionante. Solo via barca, infine, si può raggiungere, sempre a Lampedusa, la Tabaccara, un’insenatura circondata da acque trasparenti, oppure i “Fili” – gruppo di scogli che racchiudono una piscina naturale - a Linosa.

L’universo sommerso

Le isole Pelagie sono uno di quei posti dove è quasi d’obbligo armarsi di pinne e maschere per immergersi nell’universo sommerso che anima quest’angolo di Mediterraneo incastonato tra Italia, Malta e Tunisia e che è stato riconosciuto “riserva marina”. Già nuotando lungo le coste rocciose si possono scoprire donzelle pavonine, stelle marine, polpi, cetrioli di mare e spugne mentre il fondale a tratti si veste con la posidonia, una pianta acquatica che rilascia ossigeno nell’acqua e dà vita a vere e proprie praterie sui fondali marini. Chi fa immersioni poi può scoprire corali, pesci pappagallo e, nei pressi di Capo Grecale, perfino le aragoste. Tornati sulla terraferma non c’è nulla di meglio che aspettare il tramonto a Lampedusa, il borgo che condivide il nome con l’isola più grande, in uno dei caffè che affollano via Roma. Se invece si hanno ancora forze sufficienti, arrampicarsi sui cento metri dell’Albero del Sole, “U Signuruzzu" il punto più elevato di Lampedusa da cui si gode di una vista impressionante sulle falesie a strapiombo sul mare, in particolare sullo “Scoglio a Vela” e sull’arcipelago.  

Spiagge nere e bianche

Le spiagge dell’arcipelago delle Pelagie sono un caleidoscopio di colori. A iniziare dall’iconica spiaggia all’Isola dei Conigli, un piccolo isolotto che sorge a pochi metri dalla costa sud-ovest di Lampedusa. È un angolo caraibico, nel 2013 eletto “spiaggia più bella del mondo” – secondo Tripadvisor Travelers Choice Beaches -, con una sabbia bianchissima che digrada in un mare trasparente dai toni che vanno dal turchese allo smeraldo. L’Isola dei Conigli e la baia che la circonda sono poi un paradiso per gli amanti del birdwatching e costituiscono, infatti, un’importante stazione di sosta per gli uccelli migratori. Non solo. Ventuno miglia a nord di Lampedusa, lo scenario cambia completamente: ecco Linosa, un’isola disegnata da tre vulcani spenti, Monte Ponente, Monte Rosso e Monte Vulcano e dove il nero della sabbia e delle rocce contrasta con le acque cristalline a Pozzolana di Ponente. Qui si può visitare il centro di recupero delle tartarughe “Hydorsphera” e proprio in queste spiagge (così come all’Isola dei Conigli) e in estate le tartarughe Caretta-Caretta vengono a deporre le uova.   

Un arcipelago in festa

Vale sempre la pena di prendere un traghetto da Porto Empedocle o un volo su Lampedusa dai maggiori aeroporti italiani per esplorare l’arcipelago. Ma a fine estate, forse, ancora di più: il mare caldo, le temperature più fresche rispetto al pieno della stagione estiva e il rallentamento del flusso dei turisti permettono di godersi appieno gli scenari naturali offerti dalle Isole Pelagie. Non solo. Il 24 agosto, per festeggiare San Bartolomeo, santo patrono di Lampedusa, nella zona del porto dell’isola si possono ammirare fuochi d’artificio memorabili. Il 22 settembre si celebra invece la Festa della Madonna di Porto Salvo, protettrice dei pescatori e rappresentata da una piccola statua situata in fondo al mare nei pressi di Cala Galera. Occasioni d’oro per assaggiare i piatti tipici della cucina locale come il cous-cous ai calamari, il ragù di triglie, la paghiata di pisci (una paella rivisitata), gli spaghetti lavici al nero di seppia e le cernie alla lampedusana. E per finire in dolcezza, è ottima la minnulata, un tripudio di biscotti di mandorle da accompagnare con un moscato secco.

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