La manna esiste, e guarda a caso sgorga da un’isola. Isole provvidenziali, isole dell’abbondanza, a partire dai loro profumi e sapori. Piccoli nei di bellezza della terraferma o grandi corpi che la lambiscono dal mare, hanno da offrire una cucina e prodotti unici. Sicilia, microclima delle Madonie, linfa dei frassini autoctoni: la manna. Ma di cosa sa? “Lì è il problema: che non si può descrivere! – racconta Maestro Nicola, chef pasticcere della famiglia e azienda Fiasconaro che da sessant’anni crea delizie dolci a Castelbuono, borgo epicentro della produzione. «Un po’ stalattite, un po’ miele, un po’ zucchero, ha un gusto unico: se non la si assaggia non la si può interpretare. Non cade dal cielo ma è davvero un dono del cielo! Una volta, qui, era una grande ricchezza economica, oggi pochi contadini si cimentano a incidere gli alberi nella calura estiva. Noi provochiamo i giovani a rivalutare questa tecnica antica». Si mangia “pura”, o lavorata in golose creme, farciture e gelati.
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