Dolci colline punteggiate da minuscoli borghi affacciati sul Monte Conero. È questo il territorio che ha dato i natali a Giacomo Leopardi e dove il paesaggio è fonte di ispirazione continua per gli artisti di oggi e di ieri e per i visitatori che desiderano dedicare almeno un weekend lungo alla scoperta dei suoi gioielli. Recanati, Osimo, Castelfidardo, Loreto, Montelupone ma anche Polverigi, Agugliano e Santa Maria Nuova sono tra le destinazioni più note tra i cosiddetti “borghi dell’Infinito”, la poesia leopardiana di cui quest’anno ricorre il bicentenario e da cui questo territorio ha preso il nome. Borghi antichi come Osimo (il cui Battistero custodisce opere di Antonio Sarti) e dove è impossibile annoiarsi: tra itinerari nel verde, percorsi artistici, musicali (Castelfidardo è la patria della fisarmonica), itinerari enogastronomici e pellegrinaggi religiosi. Corinaldo, infatti, è il borgo natale di santa Maria Goretti mentre a Loreto, dove ha sede il maggiore santuario mariano, la tradizione vuole che sia stata trasportata dagli angeli la casa di Maria.
Un itinerario ideale alla scoperta di questo paesaggio parte dall’oasi naturalistica del Conero con i suoi scorci su un mare cristallino, le sue vie del vino e i borghi storici. Magari da Sirolo, borgo premiato con la bandiera blu per la sua spiaggia dei Sassi Neri e da cui si gode una vista spettacolare sul Monte Conero. Verso l’entroterra, Camerano è una tappa d’obbligo per le sue cantine: questo borgo antico, infatti, è la patria del Rosso Conero, un Doc con una storia lunga ormai 52 anni che tuttavia affonda le sue origini all’epoca dei monasteri benedettini. Tra i suoi estimatori, peraltro, vi era lo stesso Giacomo Leopardi. La zona di produzione di questo vino, dal colore rosso rubino prodotto da vitigni Montepulciano - in misura non inferiore all’85% - e con aggiunta di Sangiovese, si estende per tutti i colli dell’Infinito, da Ancona fino a Offagna, borgo dominato da una rocca nonché scenario di una delle feste medievali più importanti della regione.
Poesia, musica, arte e natura si intrecciano a Recanati, il “natio borgo selvaggio” di Leopardi e anche il borgo di provenienza di Beniamino Gigli, leggendario tenore a cui è dedicato il Civico Museo Beniamino Gigli, ospitato nella Sala dei Trenta del Teatro Persiani. Visitare Recanati significa prima di tutto respirare Leopardi e immergersi nella sua lirica spesso ispirata proprio dal borgo del maceratese immerso fra le colline marchigiane. Da non perdere il Palazzo Leopardi affacciato sulla piazzetta dedicata a “Il sabato del villaggio “, ma anche la Torre del borgo del XII detta anche del “Passero Solitario” e ovviamente, il Colle dell’Infinito. A Recanati merita una visita anche il Museo dell’Emigrazione Marchigiana, un museo interattivo ospitato a Villa Colloredo Mels che racconta la storia della regione e di quei suoi abitanti che hanno preferito - o dovuto scegliere – cercare fortuna altrove.
Mistero, avventura e simbologia esoterica caratterizzano il sottosuolo dei borghi dell’“Infinito”. A Osimo e a Camerano già nell’antichità si scavava nell’arenaria per costruire camminamenti difensivi, passaggi segreti utili, in caso di assedio, a rifornirsi di acqua e materie prime, o ancora luoghi di culto segreti che, in ultimo, hanno dato vita a città sotterranee scavate nell’arena. Ancora oggi è possibile andare alla scoperta di questo mondo ammantato di mistero dove la storia si unisce alla leggenda. Nel borgo di Camerano si può praticamente esplorare un’intera città del sottosuolo. A Osimo le “Grotte del Cantinone” si snodano al di sotto del mercato coperto e del Santuario di San Giuseppe da Copertino e sono aperte tutto l’anno. Su prenotazione si possono invece seguire tre percorsi costellati da simboli esoterici: le grotte Simonetti; le grotte Riccioni dove è presente una sala dalla forma a stella e le grotte di Piazza Dante, a cui si accede scendendo nelle vecchie cantine del Palazzo Fregonara-Gallo.
Il paesaggio dei “borghi dell’Infinito” si gode ancora di se si percorrono a ritmo lento le strade dell’entroterra. Magari in bicicletta, anche elettrica, o con i bastoncini del nordic walking o a cavallo, prendendosi tutto il tempo necessario per assaporare pienamente i colori e i profumi dello scenario rurale circostante. Tra i luoghi che maggiormente invitano a “rallentare” vi è valle del fiume Musone dove, tra l’altro, si possono osservare diverse specie di uccelli, dagli aironi bianchi e cenerini alle cicogne di fiume. Per i più sportivi, invece, è possibile percorrere in bicicletta - prevalentemente su percorsi rurali - un’ottantina di chilometri anche per fotografare i borghi più iconici del territorio in un emozionante saliscendi della campagna marchigiana. Si parte da Camerano, si prosegue per la strada costiera verso Sirolo e Numana per poi toccare Loreto, rilassarsi al Colle dell’Infinito di Recanati e finire in un tripudio di fisarmoniche (quanto meno virtuale) a Castelfidardo, portando negli occhi tutti i colori di questi paesaggi.