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e-borghi travel 45, Speciale Borghi del tempo: Antica via Amerina: Sulle tracce dei Falisci

L’Agro Falisco si trova nell’alto Lazio, in uno scenario unico dove la natura incontaminata prospera rigogliosa dalla notte dei tempi e dove sono fiorite civiltà antichissime. Tracciando una linea immaginaria che parte da Roma e si dirige dritta verso nord si giunge infatti in provincia di Viterbo, in quell’area, delimitata dal Tevere, dai Monti Cimini e Sabatini e dal Monte Soratte, che più di 2.500 anni fa è stata la culla dei Falisci. A contraddistinguere il panorama sono morfologie peculiari: le rupi, i torrenti, il tufo bruno rossastro e le forre, gole scavate nei secoli da corsi d’acqua. A colpire non è solo la varietà del paesaggio, da esplorare attraverso i numerosi percorsi naturalistici, ma anche l’identità di un territorio caratterizzato da una storia antica e generosa di avvenimenti: per sua natura inafferrabile, il genius loci, per palesarsi, richiede un’osservazione lenta e curiosa, capace di cogliere le tracce lasciate nei secoli dall’attività degli uomini e delle donne che qui hanno vissuto.

Arcaiche fondamenta di una civiltà poco nota

Ovidio e Virgilio legano le origini dei Falisci ad Aleso, figlio di Agamennone e Briseide, la seducente e nobile schiava che il condottiero sottrasse ad Achille. Dopo la morte del padre, Aleso fuggì e, approdato alle coste laziali, si installò nelle terre che i latini appellarono poi “Ager Faliscus”, dal nome della capitale Falerii (Veteres), odierno borgo di Civita Castellana. Questa località è ricca di fascino soprattutto per gli appassionati di archeologia e storia antica, poiché testimonia gli splendori di una civiltà poco conosciuta, che intreccia le proprie radici con quelle di etruschi e romani. I Falisci, presenti nell’Agro già tra l’VIII e il V secolo avanti Cristo, infatti, condividono con loro diversi aspetti linguistici e religiosi. Alcuni studiosi, tuttavia, interpretando in modo creativo il messaggio rinvenuto su una coppa dedicata alla passione amorosa tra Bacco e Arianna, che invita a bere allegramente vino finché si è vivi, sostengono che i Falisci fossero ben più gioiosi e spensierati dei vicini. Certo è che dall’arrivo dei Romani per un paio di secoli provarono a trattare, allearsi e poi resistere combattendo, fino a quando nel 241 avanti Cristo Falerii Veteres capitolò e il sangue falisco si mescolò definitivamente con quello romano.

I monumenti degli antichi centri nevralgici

I borghi dell’Agro Falisco meritano senz’altro più di una tappa. Sono 13 comuni: ciascuno di essi è caratterizzato da dettagli che lo rendono unico, ma denominatore comune è sempre l’impronta falisca. Nepi è una delle città più antiche. Sorge su uno sperone tufaceo ed è circondata da ruscelli e torrenti, da cui proviene il nome, che in etrusco significa, appunto, acqua. La sua posizione strategica di porta per l’Etruria la rese appetibile per i Romani e, più tardi, temibile per i Longobardi che non a caso la saccheggiarono. Nell’Alto Medioevo e nel Rinascimento conosce un periodo di grande prosperità, in cui si alternano il controllo del papato e di illustri famiglie nobiliari. A Lucrezia Borgia si deve la Rocca, mentre i Farnese costruiscono il palazzo Comunale, le fortificazioni e la cripta di San Tolomeo. Procedendo verso nord si arriva a Civita Castellana, abbandonata dagli abitanti che si trasferirono a Faleri Novi dopo la distruzione romana del 241, e poi riscoperta dall’aristocrazia altomedievale. Da non perdere nel centro storico è il Forte Sangallo di epoca rinascimentale, dove si trova il Museo Archeologico Falisco. Poco oltre, si apre lo scenario che mostra il duomo dei Cosmati del XII secolo e, non ultima, la vista che incantò Goethe su speroni vulcanici, rocce calcaree e sul monte Soratte.

Tracce dell’operosità locale

Nei secoli, alcuni borghi si sono distinti per la loro laboriosità. Tra questi spiccano Fabrica di Roma, Canepina e Vasanello. Lo zelo della prima è impresso persino nel suo stemma, in cui compare un alveare di api, tradotto Fabrica in latino. Il borgo conserva il proprio impianto medievale e si fa notare da lontano per l’alta torre del castello. La seconda, Canepina, è situata sulle pendici del Monte Cimino in una collina ricoperta di castagni, noccioli e olivi. Il suo nome è connesso alla coltivazione della canapa praticata fin dall’Alto Medioevo. La nobile Basanello, infine, per meglio sottolineare il proprio legame con la lavorazione della ceramica, nel 1949 ha mutato il proprio nome in Vasanello. Sono sufficienti pochi rapidi esempi per far emergere il carattere trasmesso da secoli di storia, intrighi feudali e tradizioni secolari. Per un’immersione più completa, dal 5 all’8 ottobre c’è “Borghi sospesi dell’Agro Falisco”, un itinerario guidato, arricchito da iniziative culturali come presentazioni di libri, attività artistiche, cattedre itineranti e degustazioni tipiche (per informazioni e prenotazioni: 328.6660260 - camminoperlaterra@gmail.com).

Ceramica, il prodotto locale per eccellenza

Botteghe artigiane, laboratori vasari e fornaci d’epoca per la lavorazione della ceramica sono tuttora un tratto caratterizzante dell’Agro Falisco. La fama della terracotta locale ha radici nei tempi più remoti. Già nel IV secolo avanti Cristo le argille falische erano diffuse e apprezzate, per tecniche di lavorazione e cifra stilistica ben distinte, seppur affini, da quelle di Greci ed Etruschi. Il perfetto connubio tra innovazione tecnologica e maestria artistica, che si è sviluppata, tramandata e perfezionata nel corso dei secoli, ha fatto sì che nel Novecento la produzione della ceramica della regione diventasse trainante per l’intero comparto nazionale, coprendo la maggior parte della produzione italiana di sanitari e stoviglie. A Civita Castellana merita una tappa il Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni”, situato nell’ex chiesa di San Giorgio, che documenta gli ultimi duecento anni della produzione ceramica, mentre a Vasanello, patria dei cocciari detentori dei segreti dell’arte delle pignatte, sono ancora presenti alcune fornaci del XV secolo e il Museo della Ceramica, con sede presso palazzo Celestini nel cuore del centro storico, racconta la storia della manifattura ceramica del paese, favorita dai numerosi giacimenti di argilla che si trovavano nel territorio.

Archeo escursioni in mezzo alla natura

Se si è appassionati di fotografia o trekking o si desidera stabilire un contatto rigenerante con la natura, in Agro Falisco non mancano le opportunità per trascorrere il tempo libero in relax in uno scenario unico, costellato di meraviglie naturali e archeologiche e manufatti monumentali millenari. I percorsi a piedi e in bicicletta sono accessibili a persone di qualsiasi età e con qualsiasi grado di preparazione atletica. L’escursionista può organizzare itinerari personalizzati tra i sentieri, sulla Via Amerina di epoca romana o lungo il Cammino Tuscia 103, recentemente nato su iniziativa del Club Alpino Italiano. Sul sito inagrofalisco.it si trovano tutte le indicazioni per scaricare mappe e guide digitali, oppure per organizzare un cammino con accompagnatori esperti. Il souvenir che il viaggiatore porta con sé dopo questi percorsi è un ricco bagaglio di emozioni e immagini suggestive di ruscelli, dirupi, boschi verdeggianti, profonde e misteriose forre, necropoli scavate nel tufo, borghi sospesi, rocche e antichi insediamenti.

di Barbara Roncarolo

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