Un mare tra i più puliti d’Italia, lo spettacolo della natura incontaminata, il profumo delle rinomate fragole, gli eventi musicali all’insegna del jazz e, non ultimo, il fascino dell’archeologia. Sono tanti i motivi che rendono speciale Policoro, cittadina della Basilicata in provincia di Matera, sorta nella fertile pianura di Metaponto, a soli tre chilometri dalla costa. Una città dalla storia millenaria, sviluppatasi a poca distanza dalle rovine dell’antica Heraclea, importante colonia greca fondata nel V secolo a.C. tra la foce del fiume Agri e quella del fiume Sinni. Per secoli è stata un centro politico molto importante della Magna Grecia, passata alla storia per la famosa battaglia di Heraclea, in cui Pirro sconfisse i Romani avvalendosi di un esercito supportato dagli elefanti. La sua centralità non la preservò tuttavia dallo spopolamento durante il Medioevo, quando la sua eredità venne raccolta dal piccolo borgo chiamato Policoro che sorgeva su una collinetta adiacente. Borgo che in seguito fu trasformato in feudo baronale e poi nel 1959 divenne comune autonomo.
Oltre al mare limpido da Bandiera Blu, Policoro vanta un centro storico ricco di fascino, che le sere d’estate brulica di vita. I suoi monumenti più rappresentativi sono il castello baronale, noto come Palazzo Berlingieri, aperto al pubblico, e la candida chiesa della Madonna del Ponte, che con la sua semplicità domina la suggestiva piazza Eraclea con la statua bronzea che raffigura Ercole, simbolo di Policoro, che lotta con il leone. Da non perdere, sempre nel centro storico, il Borgo Casalini con le sue casette bianche costruite negli anni Cinquanta del secolo scorso, subito dopo la riforma agraria, per ospitare i dipendenti dell’azienda fondiaria del barone Berlingieri. La sera si animano con le luci dei wine bar e delle botteghe e qui è possibile degustare vini locali e specialità lucane, oppure acquistare souvenir realizzati dalle maestranze artigiane. Insieme ai Giardini Murati, soprattutto nel periodo estivo il Borgo Casalini fa da sfondo ai tanti eventi organizzati a Policoro. Manifestazioni teatrali e rassegne musicali come “Blues in town” o “Policoro in swing”.
La Riserva naturale regionale del Bosco Pantano di Policoro è un’area unica e preziosa. Uno scrigno di biodiversità che richiama le immagini di vegetazioni esotiche e di foreste tropicali. Eppure non siamo in una lontana regione del globo terrestre, siamo nell’ultimo lembo meridionale della Basilicata jonica. Cinquecento ettari di bosco impenetrabile, di cui 21 oasi del Wwf, che rappresentano ciò che resta dell’originaria foresta planiziaria (cioè di pianura) che fino alla riforma agraria ricopriva gran parte della costa e dell’entroterra lucani. Un ambiente unico diventato punto di riferimento per lo studio e la protezione di svariate specie animali, tra cui la tartaruga marina Caretta Caretta, che depone le uova sugli arenili che orlano la riserva, e persino la foca monaca avvistata più volte. Un intricato groviglio di salici, ontani, frassini e canneti dove trova rifugio una fauna varia e numerosa, costituita da istrici, volpi, martore, tassi, migliaia di coleotteri e circa 160 specie di uccelli migratori e rapaci.
Ma il Bosco Pantano di Policoro non è solo una magnifica riserva da ammirare, un eden dal fascino primitivo. È soprattutto un ambiente da scoprire e vivere con rispetto. Si può passeggiare nel bosco, cavalcare sulla spiaggia, praticare il tiro con l’arco o fare canoa e barca a vela. Percorribile a piedi o in bicicletta all’interno della riserva anche un percorso ben segnalato, alla portata delle famiglie con bambini. Ma non c’è solo lo sport. Chi visita Policoro non può dimenticare il Museo Archeologico Nazionale della Siritide. Percorrere le sue sale significa fare un tuffo nell’affascinante dimensione della Magna Grecia e scoprire reperti dall’inestimabile valore come le splendide ceramiche a figure rosse di epoca ellenistica, gioielli e raffinati monili in oro filigranato e uno straordinario numero di monete greche e romane. Il museo si trova all’interno del sito archeologico di Heraclea e conserva rinvenimenti significativi anche delle altre città greche vicine, tra cui Nova Siri, Tursi, Guardia Perticara, Chiaromonte e Latronico.
di Amina D’Addario