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e-borghi travel 43, Speciale turismo attivo e slow: Sovana, il borgo di tufo dal sapore etrusco

Il mistero degli Etruschi è un frammento di storia che da sempre affascina gli studiosi. Il patrimonio archeologico giunto fino ai giorni nostri ci permette un’immersione in questa cultura così tanto lontana eppure, così vicina. Uno dei luoghi che meglio racconta il valore di questa civiltà è un borgo toscano in provincia di Grosseto: si tratta di Sovana, frazione del comune di Sorano, abbracciato da tutta la bellezza delle colline dell’Albegna e del Flora, nel cuore dell’area del tufo. Questo piccolo centro si presenta come sospeso nel tempo, vestito di eleganza medievale, appare davanti agli occhi del visitatore come una gemma arroccata sui tufi pronta a narrare il passato di Suana (questo l’antico nome della città) attraverso testimonianze ancora visibili all’interno del Parco Archeologico Città del Tufo. Le tombe monumentali della zona sono un centinaio e tra le più notevoli si distinguono la tomba Ildebranda, la tomba del Tifone, la tomba Pola e la leggendaria tomba della Sirena.

Vita e morte nel mondo etrusco

La Maremma accoglie, dal 1998, il Parco Archeologico Città del Tufo. Natura e storia si mescolano, e la necropoli etrusca di Sovana (insieme agli insediamenti rupestri di San Rocco e quello di Vitozza) narra proprio la maestosità delle architetture funerarie di questo popolo e si erge sulle colline a nord del torrente Calesine, a un chilometro dal borgo. Una location unica da raggiungere attraverso sentieri dipinti dal verde lussureggiante della vegetazione. Tra demoni alati, tifoni e altri personaggi mitologici come Scilla e creature marine, si passeggia tra grandi blocchi di tufo scolpiti da segni e figure millenarie talvolta perfino inquietanti e sinistre, portatrici di messaggi di morte a memoria del destino del defunto lì sepolto. In aggiunta a questi “passaggi verso l’aldilà”, l’area ospita anche numerose vie cave. Suggestive e di grande impatto paesaggistico, meritano una nota la via cava di San Sebastiano, la via cava di Poggio Prisca e quella conosciuta come il Cavone.

Tufo, riflesso del sole

Lo chiamano “grande museo all’aperto”, e per Sovana è una definizione appropriata. Due sono le dimensioni che conferiscono a questo borgo uno charme che non passa di moda: quella archeologica e al contempo quella ambientale. È il tufo, con le sue sfumature dorate il fil rouge con le altre realtà del territorio, una pietra che quando il tramonto la illumina restituisce i bagliori del sole. Piante, corsi d’acqua, tradizioni medievali, tutto si incontra in questo angolo di Maremma ancora da scoprire. Una destinazione turistica capace di sorprendere rivelando un volto della Toscana fuori dai soliti itinerari. Basti pensare ai percorsi scavati nelle colline, tortuosi e ripidi nella morsa della roccia: perché gli Etruschi li realizzarono? Chissà! Possiamo trovare le risposte più fantasiose. Fatto sta che l’ingegno di questi uomini ha generato un fenomeno curioso, ossia lo sviluppo di un microclima che in quei sentieri ha permesso la nascita di specie vegetali tipiche di aree ombrose e umide come muschi e licheni.

Oltre gli Etruschi

Non solo Etruschi. Sovana, infatti, custodisce altre chicche che lasceranno a bocca aperta. Una volta giunti a destinazione, Piazza del Pretorio è il punto di partenza per un tour in paese. È sufficiente guardarsi intorno per scorgere il palazzo dell’Archivio del XII secolo, la chiesa di Santa Maria Maggiore, e ancora la chiesa di San Mamiliano. Quest’ultima pare sia la più antica, la sua costruzione risalirebbe al IV secolo d.C. sui resti di un edificio etrusco e poi romano. Oggi è casa di un museo dove viene conservato un vaso del V secolo a.C. colmo di monete d’oro, ovvero il celeberrimo tesoro monetale di Sovana. Da non perdere è ovviamente il duomo, che oltre a rappresentare un sapiente virtuosismo architettonico, si distingue per le decorazioni interne, da quelle pittoriche a quelle dei capitelli raffiguranti passi della Bibbia. Infine, vale la pena prestare attenzione alle mura in quanto, come un libro, ben descrivono tre diversi periodi storici di questo luogo: etrusco, medievale e rinascimentale. Un viaggio nel tempo in pochi passi.

Di Gaia Guarino

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