Le pietre – preziose o soltanto semipreziose che siano – esercitano un fascino magnetico, e forse anche taumaturgico, alcune per quella loro capacità di catturare la luce e trasformarla in un caleidoscopio di scintillii e trasparenze di colori puri, altre per quella loro peculiare superficie “marmorizzata” in cui si incontrano e si intrecciano le cromie più improbabili formando arabeschi unici e mai uguali tra loro, quasi fossero una tavolozza dove un pittore distratto ha rovesciato tutti i suoi tubetti di vernice. A parte le gemme spesso costosissime quanto rare, delle quali tutti conosciamo non solo l’aspetto ma anche la provenienza – dagli smeraldi colombiani ai diamanti sudafricani, dagli opale australiani alla giada di Cina, Giappone e Birmania, passando per l’ambra del Baltico - benché quest’ultima non sia una pietra ma una resina comunque preziosissima - il mondo delle pietre è davvero vastissimo: noi vi portiamo a scoprirne una manciata di piuttosto particolari e poco comuni e i relativi, affascinanti, territori d’estrazione.
Esiste una sola miniera al mondo dove si estrae il larimar e si trova in Repubblica Dominicana, per la precisione nei pressi del villaggio di Los Chupaderos, nella parte sudoccidentale dell’isola. Sono numerosissime le leggende che avvolgono questa pietra dalle bellissime tonalità azzurrate – si trovano esemplari di un azzurro intenso o, al contrario, di un pallido color latteo –: si dice, per esempio, che sia una pietra “atlantidea”, ovvero che conserva le antiche conoscenze di Atlantide, incluse importanti proprietà curative. I dominicani, invece, la indossano come portafortuna, per propiziare la ricerca del vero amore. Curiosa anche l’origine del nome, legato alla sua scoperta: si narra infatti che il primo esemplare fu trovato nel 1916 da un prete ma la pietra fu dimenticata fino agli anni Settanta, quando Miguel Mendez la (ri)trovò su una spiaggia e decise di chiamarla larimar unendo il nome della figlia Larissa con la parola mare, del quale il minerale conserva tutte le sfumature. Dal 2011 il larimar è Patrimonio Culturale dell’Unesco ed è possibile visitare sia un interessante museo dedicato interamente alla pietra nel cuore coloniale di Santo Domingo, sia la miniera, magari abbinandola a un’escursione sulla bellissima spiaggia di San Rafael.
Anche la vastissima Russia vanta la presenza quasi esclusiva di alcune pietre dure molto particolari. Se in passato la zona degli Urali era diventata famosa per la scoperta della preziosa Alessandrite, una pietra cangiante oggi molto rara e dunque assai costosa, così chiamata nel 1834 in onore dell’allora zar di Russia Alessandro – il filone minerario degli Urali si è nel frattempo esaurito – l’ex regno dei Romanov custodisce anche la principale miniera di amazzonite del mondo, vicino alla città di Chelyabinsk. La bella pietra verde-intenso era nota già nell’antichità – ne parla addirittura Plinio il Vecchio mentre gli Egizi la indossavano come talismano – e secondo la leggenda le amazzoni la usavano per decorare i loro scudi e per aumentare il coraggio in battaglia. Non solo: anche l’unico posto dell’intero globo dove si può trovare la misteriosa e nerissima shunghite è in Russia, sulle sponde del lago Onega, in Carelia. Si dice che questa pietra – l’unica a racchiudere in sé tutti gli elementi della tavola chimica di Mendeleev – sia ciò che resta dalla caduta di un meteorite e le sue proprietà terapeutiche furono testate addirittura dallo zar Pietro I, che curò epilessia e uremia, e che ordinò poi agli uomini del suo esercito di portare sempre un pezzo di Shunghite sul fondo delle loro borracce per aumentare il vigore fisico.
Cambiamo totalmente continente e clima: dalle glaciali temperature russe a quelle avvolgenti dell’Africa subequatoriale e andiamo in Tanzania, nei pressi del monte Kilimanjaro, dove si trova l’unico giacimento al mondo di una pietra semipreziosa dal colore blu cobalto, la tanzanite. Curiosa la storia del suo nome: trattandosi di una varietà di zoisite, inizialmente il minerale venne chiamato proprio Zoisite ma, la funesta assonanza con la parola inglese “suicide” (suicidio) portò il proprietario di Tiffany, la celeberrima gioielleria sulla 5th Avenue a New York che lo commercializzava montato in preziosi gioielli, a cambiarne il nome in Tanzanite: in brevissimo tempo il nuovo nome fu accettato universalmente. La regione dove si trova la miniera di Tanzanite, Arusha, è anche la porta d’ingresso ai grandi parchi naturali del nord del Paese, dove è possibile incontrare regali felini, maestosi elefanti ed eleganti giraffe e lasciarsi emozionare da un tramonto africano, con il sole che cala tra altissimi baobab.
Di Simona PK Daviddi