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e-borghi travel 39, Speciale torri e fortezze: La Toscana dei cammini

Chilometri di percorsi in mezzo alla natura, attraversando borghi sospesi nel tempo e città d’arte senza eguali: è questa Toscana che racconta l’Atlante dei Cammini, una serie di itinerari – sette per la precisione – che si snodano negli angoli più affascinanti del territorio toscano, da riscoprire con nuove modalità, all’insegna del turismo slow. Alcuni dei percorsi sono in realtà le tappe regionali di ben più lunghi cammini antichi e noti da secoli – la Via Francigena in primis – che, accanto alle attrazioni storico-culturali – molte delle quali sorte proprio in funzione della vicinanza al cammino – raccontano di viandanti che li hanno percorsi nel tempo portando con sé usi e abitudini da Paesi lontani e diffondendoli al loro passare, in modo che si radicassero sul territorio fino a farne parte. Incamminiamoci, dunque, alla scoperta dei sette itinerari toscani e delle preziose gemme che si incontrano lungo la via. Una curiosità: se i passi appenninici segnano spesso l’ingresso “lento” in regione e i due parchi delle Alpi Apuane e dell’Appennino Tosco-Emiliano sono toccati dai percorsi, i cammini conducono anche in sei dei sette siti Patrimonio dell’Unesco della regione.

La Via Francigena Toscana: 394 chilometri di storia

Si respira la storia percorrendo la Via Francigena, l’antica direttrice europea – che nei secoli è stata percorsa da viaggiatori, pellegrini, mercanti e uomini di fede – che collega Canterbury a Roma e che attraversa l’intera Toscana. Valicato il Passo della Cisa, dopo alcune tappe appenniniche e tra i folti boschi della Lunigiana, l’aria si fa salmastra, la vista abbraccia il mare di Versilia e l’itinerario attraversa Massa, l’elegante Pietrasanta e Camaiore, per poi dirigersi verso la bellissima Lucca e oltre, in Val d’Elsa e a Siena, con il meraviglioso paesaggio lunare delle Crete e, poco dopo, quello verdeggiante della Val d’Orcia. Tra i tesori che si incontrano lungo questo cammino, non si possono non citare San Gimignano, con le sue svettanti case-torri, Monteriggioni, dalla perfetta cinta muraria che cinge il minuscolo abitato in pietra, e San Quirico d’Orcia, con la vicina Bagno Vignoni, dalla scenografica vasca di acqua termale che occupa gran parte della piazza centrale. Di grande fascino, infine, anche gli “ostelli” che ospitano i viandanti, dal castello del Piagnaro a Pontremoli all’ostello di San Frediano a ridosso delle mura di Lucca, alla pieve di Chianni di Gambassi Terme, e ancora al complesso monumentale di Abbadia a Isola.

Via Lauretana: nel cuore dell’Etruria

Sono solo cinque, ma affascinantissime, le tappe del cammino toscano della Via Lauretana, legata al culto millenario della Madonna di Loreto: si parte infatti da Siena, Patrimonio Unesco la cui bellezza non ha bisogno di presentazioni, e si arriva ai tesori etruschi di Cortona percorrendo strade bianche e attraversando boschi di querce, tartufaie, i calanchi delle Crete e terre bonificate all’epoca del Granducato di Toscana. È un itinerario all’insegna del relax – siamo in una terra a vocazione termale: concedersi una sosta alle terme di Rapolano, a un paio di chilometri dal borgo Serre di Rapolano, con le sue cave in travertino bianco, è un must! – e dei sapori forti – dal pregiato tartufo bianco all’aglione della Val di Chiana – ma anche di unicum artistici, come “Site Transitoire”, monumentale opera in pietra open air – e altamente instagrammabile – che lo scultore Jean- Paul Philippe ha realizzato nel 1993 ad Asciano, nel cuore delle Crete Senesi e che incornicia il sole del solstizio. Anche gli amanti dell’archeologia non resteranno delusi: a Cortona, oltre a ritrovare tracce dei misteriosi etruschi nel tessuto cittadino, si può visitare il Maec, il ricco Museo dell’Accademia Etrusca.

Via Matildica del Volto Santo: sulle tracce di Matilde di Canossa

È una delle figure più influenti del Medioevo, Matilde di Canossa, l’unica in grado di far dialogare papato e impero – non è un caso che sia la sola donna a essere sepolta in Vaticano, con cenotafio del Bernini – incoronata Regina d’Italia e “proprietaria” di vastissimi territori. L’itinerario a lei dedicato ¬– inaugurato di recente – collega Mantova, la sua città di nascita, a Lucca, città che amava, dove ha fatto costruire (anche) diverse chiese, tra le quali il duomo di San Martino, che custodisce il misterioso Volto Santo, uno dei crocefissi lignei più venerati della Cristianità. Le tappe toscane del cammino matildico sono avvolte da natura e da leggende, a iniziare dal santuario di San Pellegrino nel cuore delle Alpi Apuane, proseguendo con Castelnuovo Garfagnana, “protetto” dalla fortezza di Monte Sant’Alfonso e dalla rocca Ariostesca, Borgo a Mozzano con il ponte del Diavolo, e con numerosi altri agglomerati urbani e castelli medievali che punteggiano la Garfagnana e la valle del Serchio.

Via Romea Germanica: tra re e imperatori

Questo cammino deve il nome al fatto che era il tragitto preferito dai sovrani svevi e sassoni per arrivare a Roma – la leggenda vuole che l’abbia percorso anche Carlo Magno, nel 774 circa – ma restano le testimonianze anche di numerosi pellegrini: divertente è la guida di viaggio dell’abate Alberto di Stade risalente al 1236, che illustra i migliori percorsi per raggiungere la Santa Sede e la Terra Santa. Ancora una volta il tratto toscano inizia sugli Appennini, per poi attraversare borghi di raro fascino immersi nella natura del Casentino e approdare ad Arezzo, con la splendida piazza Grande impreziosita da palazzi nobiliari. Il cammino prosegue poi attraverso un territorio ricco di suggestioni, dove i lasciti etruschi si mescolano alle architetture medievali creando borghi unici come Castiglion Fiorentino – da dove la vista spazia su panorami mozzafiato –, protetto da mura medievali dominate dal cassero e abbellito da una loggia “firmata” dal Vasari e Cortona, un pittoresco gomitolo di vicoli acciottolati, palazzi aristocratici e botteghe artigiane.

Via Romea Strata: nelle terre di Leonardo

È un cammino intriso di spiritualità quello che si snoda dai passi appenninici fino a San Miniato: in primis perché è l’antica via che percorrevano i pellegrini per raggiungere la Francigena e quindi i luoghi delle tre “peregrinationes maiores”, ovvero Roma, Gerusalemme e Santiago de Compostela, e poi perché prevede una tappa a Pistoia, nota come la “Santiago minor”. La città toscana, infatti, condivide con quella spagnola il culto dell’apostolo Giacomo: nella splendida cattedrale di San Zeno – e precisamente nella cappella di San Jacopo – è custodito, all’interno di un raffinato reliquario, un frammento osseo appartenuto appunto a Giacomo. Imperdibile è anche l’Altare Argenteo, un’opera di sofisticata oreficeria sacra realizzata tra il 1287 e il 1456. Il cammino si snoda poi tra le terre natali di Leonardo da Vinci, toccando anche la bella Villa Medicea di Cerreto Guidi voluta da Cosimo de’ Medici e protetta dall’Unesco, prima di giungere a San Miniato, dove è d’obbligo una sosta gastronomica per assaggiare il prezioso tartufo bianco.

Via Romea Sanese: tra i filari di Chianti

Una passeggiata di appena novanta chilometri – tanti sono quelli che distanziano Firenze da Siena – ma ad alto tasso di charme: percorsi su mulattiere e strade bianche, infatti, permettono di immergersi tra filari e uliveti a perdita d’occhio, di incontrare pievi, borghi medievali e badie, ma soprattutto di scoprire due tra le più belle città italiane. Firenze, la culla del Rinascimento, non ha certo bisogno di presentazioni, con i suoi tesori artistici e architettonici di inestimabile valore è un vero museo a cielo aperto e non da meno è Siena, la città del Palio, con le sue contrade medievali e la coreografica piazza del Campo. In mezzo, i vigneti che hanno decretato il successo del Chianti in tutto il mondo – non a caso, questo lembo di Toscana è famoso a livello internazionale come “Chiantishire” –, e alcuni borghi che meritano assolutamente una sosta come S. Casciano in val di Pesa, felice mix di palazzi storici e opere d’arte contemporanea, Badia a Passignano, con la bella abbazia vallombrosiana di San Michele Arcangelo, e Castellina in Chianti, dominata rocca che oggi ospita l’interessante Museo Archeologico del Chianti.

Via Di Francesco in Toscana: a tutta spiritualità

È un cammino lungo e articolato – circa quattrocento chilometri, suddivisi in sette tappe – quello che conduce nei luoghi più significativi legati a San Francesco e al francescanesimo. Il punto di partenza è la basilica della Santa Croce di Firenze, la chiesa francescana più grande del mondo, e poi si attraversano borghi sospesi nel tempo, montagne e colline punteggiate da castelli, eremi e pievi, luoghi dove misticismo e natura – spesso ancora selvaggia e lussureggiante, come le maestose foreste casentinesi – si fondono a creare un paesaggio spirituale di raro fascino. Camminando si incontrerà anche il santuario della Verna, dove San Francesco ricevette le stigmate, l’eremo di Camaldoli – l’antico complesso monastico edificato a partire dal 1046, che vanta al proprio interno sette tavole realizzate da Giorgio Vasari –, l’imponente abbazia di Vallombrosa – una curiosità: nei folti boschi che circondano l’abbazia crescono gli abeti più alti d’Italia – e la splendida Cortona, dove il Santo fondò l’eremo Le Celle.

Enogastronomia: le prelibatezze del territorio

La Seduce con i suoi lasciti storici, ma anche a tavola la regione vanta tradizioni gastronomiche irresistibili. Sono numerosi i prodotti tipici che i camminatori incontreranno lungo i sette percorsi che vi abbiamo raccontato, come il tartufo bianco di San Miniato, nelle colline pisane, al quale abbiamo già accennato, il saporito pecorino di Cortona, la cinta senese e la carne di chianina. Imperdibile è anche una deviazione sulla Strada del Vino e dell’Olio del Chianti Classico, che corre da Firenze a Siena: numerose sono le cantine nelle quali degustare il famoso nettare di Bacco prodotto da uve Sangiovese – dal 1924 il Consorzio del Chianti ha come simbolo un gallo nero, la cui storia risale al 1208 e a un contenzioso tra Firenze e Siena circa i reciproci confini –, ma anche il Vinsanto del Chianti Classico Doc, ottenuto da uve bianche appassite di Trebbiano e Malvasia. Dal colore deciso e dal gusto intenso è anche l’olio extravergine di oliva Dop Chianti Classico, spremuto a freddo e ottenuto da olive di varietà Frantoio, Leccino, Correggiolo e Moraiolo.

Camminando tra i luoghi protetti dall’Unesco

Come abbiamo accennato, ben sei dei sette siti Patrimonio dell’Unesco in Toscana si incontrano passeggiando lungo i sei cammini ufficiali della Regione – la Francigena ne attraversa addirittura cinque –. La bellissima Firenze, ai cui monumenti hanno lavorato i più grandi artisti del Rinascimento, da Brunelleschi a Giotto, a Vasari; San Gimignano, con le sue svettanti torri medievali, che regalano al borgo un profilo inimitabile; Siena, nella cui cattedrale sono custodite opere di Michelangelo e la cui piazza principale da sola vale il viaggio; Pienza, sulle colline della Val d’Orcia, la città di Papa Pio II, che nel XV secolo ne fece la prima città ideale costruita a misura d’uomo: pregevole il quattrocentesco palazzo Piccolomini, ma ancor più affascinante è l’intero centro storico, un dedalo di vicoli e misteri in cui perdersi per trovare scorci scenografici e tesori architettonici; la val d’Orcia, con i suoi filari di cipressi ordinati che si stagliano – verde su verde – su riposanti colline a perdita d’occhio, tappezzate di vigneti e ulivi; alcune tra le 14 Ville Medicee entrate nel 2013 nell’elenco dei beni Unesco, spesso annunciate da giardini all’italiana curatissimi.

Di Simona PK Daviddi

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