Ci sono luoghi, in Italia, nei quali non si parla “solo” italiano. Sono territori con storie e tradizioni di altri Paesi e che convivono con i nostri. È il caso della Calabria grecanica, dei celti e dei ladini, per esempio, che tenacemente e orgogliosamente imprimono note di fratellanza nei paesaggi in cui si sono radicati ed evoluti: piccoli borghi dalla grande, diversificata cultura ai quali abbiamo dedicato lo “Speciale borghi multietnici” di questo numero di e-borghi travel. A iniziare da Castelrotto, o meglio “Ciastel”, come vuole quella lingua ladina che in questo borgo è ancora - e sempre - di casa: il comune altoatesino, infatti, annovera undici frazioni, tre delle quali - Bulla, Roncadizza e Oltretorrente – sono abitate da cittadini di madrelingua ladina. Si percorre la Penisola e si arriva a Fiumalbo - nell’Appennino Tosco-Emiliano - e alla sua antica, anima celtica: qui, a narrare le usanze di un popolo apparentemente lontano, sono le pietre, sulle quali sono incisi elementi apotropaici mentre gli edifici rurali presenti potrebbero risalire alla discesa dei Celti in Italia nel IV secolo a.C. A pochi chilometri da Reggio Calabria, invece, si staglia Bova, dove gli antichi Greci fondarono le loro prime colonie che avevano come fulcro, appunto, Bova. Qui, fino alla seconda metà del secolo scorso, si parlava quasi esclusivamente la lingua “grika”, un intreccio tra greco antico e dialetto calabrese, oggi noto perlopiù agli anziani. Trionfo di natura e di borghi che la costellano nel Parco del Taburno Camposauro, in Campania, nel quale le fonetiche locali sono contraddistinte da un comune denominatore d’eccellenza: la candidatura a “Unesco Global Geopark”, in virtù degli oltre quaranta geositi presenti nel parco. Realtà multietniche dalle caratteristiche irresistibili anche oltreconfine, con l’europea Manchester che nel corso dei secoli è diventata un melting pot avvincente oppure la canadese Toronto, dalla vivace scena culturale e artistica, abitata da innumerevoli etnie. O ancora São Paulo, nel Brasile dalle mille anime e con la più grande comunità nipponica mondiale - fuori dal Giappone - nel suo quartiere Liberdade: un trionfo di templi buddisti, giardini orientali e ristoranti asiatici. Sapori, lingue e culture diverse sono da scoprire nella rubrica “Borghi del gusto”, un viaggio nella Penisola dalle innumerevoli proposte che mettono in tavola tradizioni di altri Paesi amalgamate con le nostre, originando prelibatezze sensazionali. Ed è l’incontro, a essere straordinario. Il proporre, l’accogliere, il rielaborare insieme. Allontana “l’io” e promuove il “noi”. Borghi multietnici, dunque, perché la condivisione è il territorio ideale nel quale imparare.