Affascinanti melting pot: Le realtà multietniche, dove più culture convivono o dove si sono addirittura fuse insieme, vantano caratteristiche irresistibili e uniche, tradizioni artistiche profonde, che affondano le radici in diversi Paesi, ritmi musicali che hanno il sapore del viaggio e lingue che mescolano alla perfezione dialetti e idiomi. Accanto a ciò, anche il folklore e i miti beneficiano delle influenze multiculturali dei territori condivisi da più etnie, per non parlare della gastronomia, dove le influenze mescolano spezie e sapori, dando vita a nuove realtà – ne è un esempio la gustosa cucina creola –. A parte le grandi città, multietniche per antonomasia – basti pensare a New York, dove sono i quartieri stessi della città a scandire il passaggio tra i diversi gruppi etnici o Londra, dove i nomi delle vie sono spesso scritti in due lingue – e gli stati che hanno fatto della multietnicità il loro punto di forza – uno per tutti: Singapore, dove malesi, indiani e cinesi convivono pacificamente con le loro tradizioni, i colori e i profumi e dove, basta letteralmente svoltare un angolo per ritrovarsi in atmosfere e reminiscenze completamente diverse – abbiamo scelto di raccontarvi di tre realtà dove la multietnicità ha creato habitat particolari e assolutamente affascinanti.
Si è soliti pensare che siano le capitali, nei vari Paesi, a intercettare la maggior parte del traffico multietnico e ad attirare gli stranieri in cerca di un nuovo posto da chiamare “casa”. Ma non sempre è così e Manchester ne è la gioiosa prova: l’operosa città del Regno Unito, da simbolo della Rivoluzione Industriale si è trasformata nel corso dei secoli in un melting pot straordinario, basti dire che vanta la seconda comunità cinese del Paese – dopo Londra – e anzi, la sua Chinatown merita assolutamente una visita per provare uno dei numerosi e autentici ristorantini che la punteggiano o anche solo per immergersi nell’atmosfera asiatica tipica del Paese del Dragone e magari farsi un selfie accanto al punto più iconico del quartiere, il bellissimo “paifang”, l’arco cinese di Faulkner Street, che sembra uscito da un tempio shintoista – una curiosità: l’arco è stato costruito in Cina e poi smontato e spedito a Manchester –. Anche gli amanti di hummus e falafel non resteranno delusi: Manchester ha anche uno dei quartieri ebraici più estesi della Gran Bretagna, dove troneggia l’ottocentesca sinagoga ispanico-portoghese, al cui interno si può visitare un interessante museo dedicato alla storia degli ebrei in città. Last but not least, a Manchester c’è anche il “Curry Mile”, una via letteralmente di ristoranti e fast food indiani.
C’è chi la sceglie “solo” come base per visitare le imponenti cascate del Niagara, ma Toronto in realtà è una città frizzante, dalla ricca scena culturale e artistica e dalla vibrante nightlife – a “certificarlo”, anche la tutela Unesco come “creative city of media art” – nonché tra le città più sicure al mondo e con la più alta qualità della vita. Il merito di tanto fermento è sicuramente (anche) delle innumerevoli etnie che la abitano e che permeano i diversi quartieri con un mix di eleganti elementi europei, di profumi indiani, di ritmi sudamericani, di ritualità musulmane e di tradizioni cinesi, senza dimenticare gli antichi abitanti del territorio, gli Irochesi – dalla cui tribù viene il nome stesso di Toronto, che significherebbe “luogo d’incontro” o, secondo altre tesi, “terra degli alberi nell’acqua” –. All’insegna di affascinanti contrasti si snoda anche la visita della città, tra edifici storici – bellissima la vittoriana Casa Loma, oltre alla gotica cattedrale di St. James e a Fort York – e grattacieli – imperdibile la CN Tower, tra le più alte del mondo, trasformata da torre per la telecomunicazione a location glamour di negozi e ristoranti – parchi ariosi e interessanti musei.
Se il Brasile è la terra dei contrasti per eccellenza, il Paese dalle mille anime differenti e che non finisci mai di conoscere e scoprire, São Paulo è l’emblema proprio della sua parte più misteriosa e magica, dove modernità e tradizioni ancestrali convivono ed evolvono in simbiosi, mentre i ritmi coinvolgenti del samba inondano l’aria. Passeggiando tra gli avveniristici grattacieli che affollano la moderna Avenida Paulista o aggirandosi tra le sale dell’immenso Museo d’Arte, non si immagina che la città sia in realtà uno dei principali centri dei sincretismo religioso brasiliano, dove gli antichi riti e le credenze tribali “importate” dagli schiavi africani nei secoli passati si sono mescolati allo spiritismo locale e al Cristianesimo dando vita a religioni misteriose, dove la componente di magia e superstizione è fortissima, come per esempio il Candomblé, la Macumba e l’Umbanda, per citarne solo le principali. E ad arricchire ulteriormente il “melting pot” cittadino, non si può non citare il quartiere Liberdade, vera e propria enclave giapponese – è considerata la più grande comunità nipponica fuori dal Giappone –, un vero trionfo di templi buddisti, giardini orientali e ristoranti asiatici.
Di Simona PK Daviddi