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e-borghi travel 37, Speciale borghi pet friendly: Abruzzo, l’incanto dei borghi tra mare e monti

Si stende tra l’Adriatico e gli Appennini ed è una delle regioni d’Italia più ricche di scenari naturali di grande suggestione. Parchi nazionali e riserve naturali contraddistinguono l’entroterra, al quale si unisce un litorale di grande fascino, costellato di centri vivaci che si alternano ai pittoreschi trabocchi, le tradizionali macchine per la pesca sospese sul mare. L’Abruzzo incanta per gli scenari naturali, per le valli e i monti, per le zone collinari e per le sue città. Dallo storico capoluogo L’Aquila alla vitale Pescara, importante centro della costa adriatica, da Teramo, principale centro dell’estremo nord della regione, a Chieti, tra mare e montagna, l’Abruzzo è un mosaico di piccole città ricche di storia e di antichi borghi. Sono ben 25 i borghi abruzzesi facenti parte dell’esclusivo club dei “Borghi più belli d’Italia”, ai quali se ne aggiungono molti altri, ricchi di fascino e storia, tradizioni e delizie gastronomiche da assaggiare.

Farro e scale

Conosciuto anche come “paese presepe” e sede a settembre - con Caramanico Terme - della festa nazionale dei “Borghi più belli d’Italia”, Abbateggio incanta per il suo caratteristico centro storico che sorge su uno sperone roccioso, con le case costruite con la tipica pietra bianca della Maiella, lavorata a mano dagli scalpellini locali. Ad Abbateggio ci si deve perdere tra i suoi tortuosi vicoli e le ripide scalinate. Splendido il colpo d’occhio che offre il borgo, una vista che corre dal Massiccio del Gran Sasso d’Italia all’Adriatico. Situato alle pendici settentrionali della Maiella, lungo la strada che porta a Caramanico, rinomata località termale, Abbateggio è terra di antichi eremi e sede del “Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica Parco Majella”. Da vedere, tra gli altri, il santuario della Madonna dell’Elcina, situato su di un poggio roccioso a breve distanza dal centro storico, la chiesa di San Lorenzo Martire, dalla facciata rinascimentale, il sito archeologico della Valle Giumentina, quello in contrada Sant’Agata, e l’Ecomuseo della Valle del Lejo, sito minerario di particolare interesse. La tavola di Abbateggio propone, tra le specialità, il farro, da gustare in insalata o nella minestra.

Le Terme di Caramanico

Caramanico Terme sorge nel Parco Nazionale della Maiella, alla confluenza dei fiumi Orta e Orfento. Importante centro termale, è un borgo di origine longobarda che conserva ancora il suo caratteristico impianto medievale. E’ un’alternanza di antiche porte e pittoreschi vicoli, resti di case-mura e palazzi signorili di epoca rinascimentale. Da secoli sono note le straordinarie virtù terapeutiche delle sue acque sulfuree, dalle importanti proprietà antinfiammatorie ed eutrofiche e d’ausilio all’apparato respiratorio e digerente. Tra le tante ricchezze da vedere vi sono la Riserva Naturale “Valle dell’Orfento”, dove ammirare felci, salici e muschi, ma anche caprioli e cervi che ne popolano la zona, la chiesa romanica di San Tommaso Becket, a pochi chilometri dal centro abitato, il Museo Naturalistico e Archeologico Paolo Barrasso e la cinquecentesca chiesa di San Nicola, dall’imponente facciata in stile Neoclassico. Tra le specialità da assaggiare a Caramanico Terme vi sono le pappardelle al cinghiale e l’agnello alla brace.

Oro e “Sise”

Raccontata da Gabriele d’Annunzio nel “Trionfo della morte”, Guardiagrele è un borgo ricco di storia, colonizzato dai Benedettini che proprio qui eressero un monastero. Il massimo splendore di questo centro dell’entroterra abruzzese fu nel XII secolo, lontano passato che si respira nel suo centro storico, che regala scenari medievali. Guardiagrele è anche e soprattutto un importante centro artigianale, dove vengono prodotti splendidi manufatti di arte orafa. A Guardiagrele ci si deve perdere nel suo centro storico, lasciandosi incantare dalle tante botteghe di ferro battuto, legno tornito, ceramica, coperte, tombolo, rame lavorato, costumi abruzzesi, pietra lavorata e arte orafa. Da vedere, tra gli altri, la chiesa di Santa Maria Maggiore, il Museo del Duomo, il Museo del Costume, palazzo Vitacolonna e palazzo De Lucia. Sosta golosa da non perdere per assaggiare le “Sise delle monache”, paste fresche di pan di Spagna farcite di crema e coperte di zucchero a velo.

Uliveti e palazzole

Appoggiato su di un poggio roccioso a 155 metri di quota tra le foci del torrente Feltrino e il fiume Sangro, Rocca San Giovanni fu feudo di nobili famiglie longobardo-franche nell’Alto Medioevo, mentre dall’ XI secolo divenne una rocca rifugio della vicina abbazia benedettina di San Giovanni in Venere, rimanendolo fino al XVI secolo, passando poi sotto la giurisdizione della congregazione di Filippo Neri di Roma, e alla fine del XVIII secolo tornare nel Regio Demanio. Angolo imperdibile del borgo è la sua terrazza panoramica, con vista sugli uliveti, gli aranceti e i vigneti, fino a giungere all’abbraccio con la vicina costa. Da vedere il caratteristico centro storico, mentre tra le emergenze architettoniche vi sono, tra le altre, la chiesa di San Matteo Apostolo e il palazzo Municipale. Sul vicino litorale da vedere sono i caratteristici trabocchi di contrada Vallevò, mentre tra le specialità locali ci sono le palazzole, piatto tipico marinaro composto da acciughe o sardine, mollica di pane, aglio, olio extravergine di oliva e prezzemolo. Città del Vino, Rocca San Giovanni vanta la produzione delle Doc Montepulciano, Trebbiano e Cerasuolo d’Abruzzo.

Maioliche e maltagliati

Capitale della ceramica d’Abruzzo, il borgo di Castelli è immerso nella natura dell’Appennino teramano e sorge ai piedi del Monte Camicia, ai margini dell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. E’ punto di partenza ideale per gli escursionisti diretti sulle vette del Massiccio del Gran Sasso d’Italia, al Monte Camicia o all’Altopiano di Campo Imperatore: la zona di Castelli è ricca di sentieri che consentono di scoprire ambienti incontaminati dal patrimonio floristico e faunistico molto ricco. Il borgo è costellato di laboratori e botteghe artigiane che continuano a tenere viva la plurisecolare arte della maiolica, e propone interessanti tesori architettonici e culturali tra cui la seicentesca chiesa di San Giovanni Battista, la chiesa campestre di San Donato, dallo splendido soffitto maiolicato, il Museo delle Ceramiche, che custodisce una ricca collezione di maioliche, e poi, nel vicino comune di Isola del Gran Sasso d’Italia, il santuario di San Gabriele dell’Addolorata, meta di pellegrinaggio e devozione, e la chiesa di San Giovanni ad Insulam, capolavoro dell’architettura romanica regionale. Sosta golosa imperdibile per assaggiare i maltagliati con le voliche, tipiche erbe del Gran Sasso.

La rupe e le ceppe

Un tempo era la sentinella del Regno di Napoli, mentre oggi Civitella del Tronto è ai margini settentrionali della regione, al confine con l’estremo sud delle Marche. Situata su una rupe in posizione particolarmente scenografica e panoramica, Civitella del Tronto propone un centro storico racchiuso tra le mura, che custodiscono edifici dal nobile passato che arricchiscono il suggestivo groviglio di vicoli e piazzette tra cui la “Ruetta”, la via più stretta d’Italia. Domina il borgo la Fortezza borbonica, capolavoro di ingegneria militare, edificata tra il 1564 e il 1576 dagli spagnoli, nella quale vedere il Museo delle Armi e delle mappe antiche. Tra i tesori di Civitella del Tronto vi sono anche la chiesa romanica di San Francesco, con un coro del Quattrocento, il santuario e il convento di Santa Maria dei Lumi, la chiesa di San Lorenzo, con la cripta della Beata Angiolina di Corbara e la croce in rame e argento di Sant’Ubaldo, l’abbazia benedettina di Montesanto, tra i principali centri benedettini abruzzesi, e il Museo Nina, dove si racconta e si celebra la storia di Civitella. Per i più golosi vi sono le “ceppe”, i tipici maccheroni locali da assaporare con il ragù di tre carni o con porcini e tartufi.

Gioiello senza tempo

è un autentico gioiello che sorge nei pressi dell’Altopiano di Campo Imperatore. Incastonato tra i monti, Santo Stefano di Sessanio affonda le sue radici tra l’XI e il XII secolo e fu dominio della potente casata dei Medici alla fine del XVI secolo. E’ un angolo di Abruzzo senza tempo, dove domina il silenzio. Il nucleo antico è interamente costruito in pietra calcarea bianca. Il suo fascino attrae da tempo turisti e artisti di fama internazionale che hanno portato Santo Stefano di Sessanio al centro di iniziative culturali con enti e musei di tutto il mondo. Ideale visitare il borgo in occasione della Sagra della lenticchia, in settembre, e in dicembre, quando si vive la magia dei presepi. Da vedere la torre Medicea, la chiesa della Madonna del Lago, del XVII secolo, la chiesa di Santo Stefano Protomartire, costruita tra il XIV e il XV secolo, gli edifici quattrocenteschi tra cui la Casa del Capitano, con finestre in pietra finemente lavorate, e la vicina, imperdibile, Rocca Calascio.

Ceci e zafferano

Ci sono il prezioso zafferano e i ceci alla base della cucina di Navelli, ai quali si aggiunge l’olio di oliva extravergine. Da assaggiare gnocchetti e ceci e le costatine d’agnello allo zafferano. Situato su un altopiano a trenta chilometri da L’Aquila, il borgo di Navelli merita sicuramente una visita per le sue caratteristiche case in pietra grigia che si affacciano su strade strette e tortuose con gradini scavati direttamente nella roccia. Ideale visitare il borgo in occasione della fioritura dello zafferano, nella seconda metà di ottobre, che regala un fascino particolare alla zona. Numerosi gli edifici storici da vedere, tra cui palazzo Santucci, sorto sulle rovine della fortezza medievale, il quattrocentesco palazzo Onofri, palazzo Piccioli, la chiesa parrocchiale di San Sebastiano in stile Romanico abruzzese, la settecentesca chiesa della Madonna del Rosario e la chiesa di Santa Maria in Cerulis, dell’XI secolo, la più antica di Navelli.

Pascoli e merletti

È la magia dei pascoli a fare da cornice a Pescocostanzo. Eccellente esempio di conservazione di architettura civile e religiosa, Pescocostanzo è un mosaico di storia, arte e cultura. Dallo straordinario paesaggio che fa da cornice al borgo, è una delle mete più affascinanti della regione. Autentico gioiello di Pescocostanzo è la basilica di Santa Maria del Colle, tra gli edifici religiosi più interessanti d’Abruzzo, alla quale si uniscono, tra gli altri, la chiesa di Santa Maria del Suffragio, risalente al XVI secolo, il convento di Santa Scolastica, oggi noto come palazzo Fanzago, tra i maggiori esempi in Barocco della regione. Da vedere anche il Museo del Merletto a Tombolo, dove vedere prodotti dell’artigianato locale tra cui merletti, tappeti, oggetti in ferro battuto, in legno intagliato, in pietra lavorata e oggetti di oreficeria. Ideale visitare il borgo in occasione della Festa degli antichi mestieri, che si tiene tra agosto e settembre, mentre assolutamente da assaggiare la pasta fatta a mano come gli gnocchi, i tacconelli e i tacconi, mentre d’inverno è da assaggiare la polenta condita con ragù di castrato o con carne di maiale soffritta.

Di Luca Sartori

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