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e-borghi travel 34, Speciale borghi di fiume: Quarto d’Altino, la madre di Venezia

E' Venezia prima che fosse Venezia, Quarto d’Altino. Premessa nobile e millenaria della futura Serenissima, questo borgo è infatti legato fin dal nome all’antica Altinum, centro di importanza strategica già in epoca romana - e prima ancora - con tanto di via consolare ad attraversarlo. È da queste terre che Venezia ha tratto nei secoli prima i cittadini per nascere e crescere, e poi i materiali da costruzione da trasportare in Laguna, a maggior gloria dei Dogi. Nel frattempo, nel XV secolo, in questo versante di laguna veniva fondato San Michele del Quarto, che divenne Quarto d’Altino solo dopo le guerre mondiali, nel 1946. Quella che fu una città portuale molto importante è diventata – oggi - un borgo di campagna, attraversato dal fiume e luogo di passaggio tra terra e mare, tra letto e argine, stretto tra la laguna settentrionale e il Parco del Sile. Ma tutt’intorno, le vestigia della “città madre” di Venezia continuano a raccontare una storia fatta di anfiteatri, basiliche, fori, ville e porte monumentali.

Alla scoperta di Altinum

La principale attrazione di questo borgo è senz’altro il complesso del Museo e dell’Area Archeologica di Altino, grande come Aquileia e ricca come Pompei. Il nuovo museo, inaugurato di recente, si snoda all’interno di una ex-risiera ottocentesca seguendo un itinerario crono-tematico: le sezioni dedicate alla preistoria del territorio e alla Altino pre-romana al piano terra e la città romana nelle sue diverse espressioni della vita quotidiana, sociale ed economica al primo piano. Unica la sezione dedicata ai cavalli sepolti con le loro bardature, mentre un’altra sezione ospita le testimonianze della lingua venetica, presenti spesso su offerte votive, e gli strumenti della vita domestica. Il percorso si completerà al terzo piano dell’edificio con la sezione dedicata agli usi e ai costumi funerari romani e all’età tardoantica-altomedievale. A cinquecento metri di distanza dal museo, sono visitabili due aree archeologiche con una piccola porzione del quartiere residenziale e un tratto di strada straordinariamente ben conservato.

La chiesa e il campanile: nel nome di San Michele

Per quanto riguarda gli edifici monumentali, a Quarto d’Altino spicca la moderna chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, costruita a partire dal 1852 su progetto di Costante Gris. I lavori terminarono, dopo una lunga interruzione, solo nel 1905. La chiesa ha un grande presbiterio con altare isolato, con una pala in fondo all’abside che è copia di un dipinto di Guido Reni e che rappresenta San Michele Arcangelo in atto di sconfiggere il diavolo, dono di papa Pio X, già patriarca di Venezia. Il campanile, inaugurato nel 1956, è invece frutto dell’ingegno dell’architetto Angelo Lino Scattolin: alla sua sommità svetta una statua del patrono San Michele, progettata da Giuseppe Romanelli e opera di Simon Benetton. Altri luoghi di interesse religioso e artistico sono la chiesa di Sant’Eliodoro vescovo e quella di San Magno vescovo, in località Portegrandi, che conserva una Sacra Famiglia della scuola del Padovanino e una Via Crucis dello scultore Perathoner.

In barca, in bici, a cavallo, a piedi: a spasso nel verde

Quarto d’Altino è immerso in un meraviglioso paesaggio naturale all’interno del Parco Naturale Regionale del fiume Sile; da Portegrandi è possibile dirigersi verso le isole veneziane, e il borgo stesso è visitabile anche e soprattutto dal fiume a bordo di motonavi, godendo dall’acqua del paesaggio senza tempo di questi luoghi, costellato da mille “pezzi di storia” nascosti nel verde. Diversi anche gli itinerari dedicati al turismo slow lungo le alzaie dei fiumi o nei suggestivi tracciati delle antiche vie romane, che offrono la possibilità di fare escursioni a piedi, a cavallo o in barca. E poi c’è la bicicletta: Quarto d’Altino è uno dei comuni più ciclabili d’Italia, insignito dal Ministero dell’Ambiente del premio nazionale “Bicity tutto l’anno”. Le piste ciclabili sono collegate al percorso ciclonaturalistico Girasile Greenway che si snoda nel territorio attraversato dal fiume Sile. Sono inoltre presenti tracciati per la pratica del nordic walking con percorsi di differenti lunghezze e difficoltà.

Di Gianluca Miserendino

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