Sono passati migliaia di anni, ma il poema di Omero è sempre contemporaneo così come lo sono i personaggi e i modi di dire che non hanno bisogno di spiegazioni: tallone d'Achille, per esempio, oppure cavallo di Troia o, ancora, fare e disfare la tela. Ed è proprio con Ulisse, il più celebre tra gli eroi omerici, che partiamo per ripercorrere il suo viaggio nel Mediterraneo, sospeso tra leggenda e storia, consapevoli del fatto che l'Odissea è un vero e proprio “fantasy” e che in realtà nomi dei luoghi e dei popoli citati dal poeta non sono registrati in alcuna fonte antica e che il sito su cui sorgeva la stessa Troia, sulle coste anatoliche dell'odierna Turchia, è stato identificato con certezza solo nel 1872. Da qui Odisseo (nome greco di Ulisse da cui deriva il titolo del poema Odissea) salpa con dodici navi e cinquecento uomini per fare ritorno alla patria Itaca dopo dieci anni di guerra. Oggi della “superba Ilio” rimane un sito archeologico con i resti sovrapposti di ben dieci città costruite tra il 2900 a.C. e il 1100 a.C., dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 1998 e punto di partenza obbligato per il più letterario degli itinerari.
Probabilmente oggi sarebbe irriconoscibile agli occhi di Ulisse il minuscolo borgo di Ismaro, nella Terra dei Ciconi, collocato geograficamente nell'entroterra della Tracia, nella parte più settentrionale dell’Egeo. Ulisse vi approda per fare razzia, ma l'audace reazione degli abitanti costringe lui e i suoi compagni a riprendere in fretta il mare. Dopo essere state colte da una terribile tempesta, le navi vengono sospinte fino alle coste africane, in Tunisia, e si arenano sull'isola dei Lotofagi (i “mangiatori di loto”) chiamata attualmente Djerba. Oggi l'isola è unita alla terraferma da un ponte e il capoluogo, Houmt Souk, è un bel borgo arabo con una moschea e mille bazar. Ma la principale caratteristica di Djerba è la ricchezza di spiagge: la più selvaggia è Sidi Mahrez, una mezzaluna dorata adagiata su un mare cristallino, dove stazionano i fenicotteri rosa. Forse è proprio per la bellezza di questo luogo e per la dolcezza dell'inebriante bevanda, tratta probabilmente dal giuggiolo di Barberia, che gli uomini dell'equipaggio di Ulisse, in una sorta di oblio, vogliono a lungo indugiare nell'isola africana.
Ulisse inizia così un vagare nel Mediterraneo e giunge a Posillipo tra i Ciclopi, nelle Eolie dal dio dei venti, in Corsica tra terribili giganti cannibali e poi a Latina, nella terra della maga Circe, nell'Averno, il regno dei morti, e ancora in balia delle sirene e dei mostri di Scilla e Cariddi. Infine, solo e stremato, naufraga sull'isola di Ogigia, dove rimane per sette anni tra le braccia di Calipso. Sono tanti i luoghi identificati per collocare il regno della ninfa. Tra di essi, un po' arbitrariamente, scegliamo Gozo, l’isola più a nord dell’arcipelago maltese, ricca di antri, spiagge e promontori spettacolari. Sulla baia di Ramla una grande grotta è stata dedicata proprio a Calipso, che oggi è, insieme ad altri luoghi, una delle tappe di escursioni tematiche all’insegna di leggende e bellezze paesaggistiche. Da non mancare, prima di salpare nuovamente, una visita al borgo principale dell’isola, Victoria, dal bel centro storico compreso nella Cittadella fortificata, con le chiese secentesche e un vivacissimo mercato tradizionale, e un’escursione nel borgo di Marsalforn, con i suoi locali tipici e il porticciolo per i diportisti.
Continuamo quindi il racconto e il nostro viaggio: Ulisse abbandona la bella Calipso e, a bordo di una zattera, naufraga a Scheria, oggi Corfù, dove è l’atmosfera dei borghi e delle baie a riportarci al racconto omerico. La spiaggia di Ermones è il luogo in cui sarebbe avvenuto l'incontro tra il naufrago e Nausicaa, la figlia di Alcinoo, re dei Feaci; da qui si sarebbero recati alla reggia paterna che si narra fosse stata eretta tra due porti gemelli: il luogo oggi sarebbe il promontorio di Haghios Nikolaos, stretto tra il borgo di di Haghios Spiridon e il Porto Alipe. Mentre nei pressi di Liapades, l'isolotto di Koliviri sarebbe la stessa nave dei Feaci pietrificata da Poseidone. E infine, in una notte di navigazione, Ulisse viene riportato nella sua patria. Gli studiosi anche in questo caso sono indecisi tra le odierne Pàxoi, Antipàxoi, Mathraki, Othonoi e Ereikoussa. Ma è proprio sull'attuale Itaca, nel borgo di Stavros, che oggi Odisseo vedrebbe, probabilmente con sorpresa, il suo volto immortalato in una statua di marmo!