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e-borghi travel 31, Speciale borghi letterari: Borgo Valbelluna, tutta una sorpresa

Borgo Valbelluna, sulla sponda sinistra del Piave, racconta la sua storia millenaria attraverso paesaggi naturali, tradizioni agricole, ville nobiliari, palazzi, castelli e chiese. Un mondo variegato da scoprire tutto l’anno e nella magia inedita della Valbelluna. La valle, che corre lungo il fiume Piave per circa cinquanta chilometri, occupa un’area delle Dolomiti bellunesi che stupiscono per gradite sorprese, da scoprire praticando sport, visitando le numerose attrazioni culturali e vivendo la montagna al meglio. Dalla Valbelluna si raggiunge in poco tempo anche il capoluogo, Belluno: un luogo ammaliante circondato da incantevoli località immerse nei paesaggi montani. In inverno si può sciare sulla catena montuosa dell’Alpe del Nevegal, dove praticare sci da discesa e da fondo, ma anche sci alpinismo e snowboard. E soprattutto nella bella stagione il contatto con la natura è un’esplosione di colori, da ammirare anche con le tante escursioni che qui si possono fare. È questa valle a ospitare Borgo Valbelluna, un comune giovane ma ricchissimo di storia e fervore culturale, che qui scopriamo insieme.

Nel cuore della storia 

Il comune di Borgo Valbelluna sorge sulla sponda sinistra del Piave. È un comune giovane, perché è nato nel 2019 dalla fusione degli ex comuni di Lentiai, Mel e Trichiana. Ma non è la sua recente fondazione che può ingannare: qui si trovano suggestive espressioni storiche e architettoniche che ne raccontano la storia sin dalle sue origini millenarie. Questo territorio era abitato già a partire dal Neolitico, ma ha restituito una ricca documentazione archeologica soprattutto per l’Età del ferro. Tra le testimonianze più interessanti c’è la necropoli dei Veneti antichi, databile tra l’ VIII e il V sec. a.C. e proprio da questo sito, dove sono state riportate alla luce ottanta tombe circondate da caratteristici circoli di pietra arenaria, potrebbe iniziare un percorso ideale lungo la storia di questi luoghi, alla scoperta dei lasciti più significativi. La seconda tappa può diventare così il Museo Civico Archeologico in piazza Papa Luciani a Mel, che conserva ritrovamenti della necropoli, dell'abitato dei Veneti antichi e altri provenienti da ritrovamenti e scavi sul territorio. La storia si intreccia poi con arte e architettura nell’arte sacra, che trova il suo apice nella chiesa di Santa Maria Assunta a Lentiai, monumento nazionale che conserva capolavori assoluti di Cesare Vecellio e della bottega del Tiziano.                     

Identità rurale e ville nobili

Testimonianza autentica del territorio è anche l'architettura rurale, radicata nella sua lunga tradizione ed espressione culturale originale che nel percorso alla scoperta di questi luoghi ne tratteggia i caratteri identitari. Un'identità che è anche quella delle ville signorili che qui, più che essere luoghi di villeggiatura, erano abitate tutto l’anno, con qualche concessione in più quindi anche al senso pratico, come testimoniano le dimensioni più modeste e la presenza di porticati che servivano all’essicazione dei cereali. Borgo Valbelluna è anche “Bandiera Arancione del Touring Club” dal 2021, un riconoscimento che si aggiunge a quelli di Mel, già fra i “Borghi più belli d’Italia” dal 2017 e “Bandiera Arancione” dal 2003. Proprio Mel è rinomata anche per essere il “salotto veneziano” ai piedi delle Dolomiti: il suo centro storico è infatti uno spettacolo visivo di palazzi ed edifici nobiliari, molti dei quali si affacciano sulla piazza principale, intitolata a papa Luciani, a creare l’effetto di un elegante salotto urbano. Diversi palazzi presentano una corte interna e in alcuni periodi dell’anno ospitano eventi culturali, primo fra tutti “Mele a Mel”: il secondo fine settimana di ottobre i protagonisti sono i prodotti locali e per l’occasione vengono aperti i cortili degli antichi palazzi.

Mel tra palazzi e chiese

A impreziosire la piazza di Mel è anche il palazzo della Magnifica Comunità, oggi sede del Municipio, che l’artista Marco da Mel affrescò nel Cinquecento con scene tratte dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Tra gli edifici più antichi c’è palazzo Barbuio-Gaio, oggi Francescon, la cui facciata è dipinta con affreschi cinquecenteschi. E oltre ai palazzi, le chiese. Maestosa a dominare la piazza è la chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta. Fu costruita nel diciottesimo secolo su progetto dell’architetto feltrino Filippo Rossi e all’interno conserva opere di varie epoche, alcune eseguite dagli artisti locali Giovanni da Mel e Luigi Cima. A chiudere la piazza è il seicentesco palazzo Cappello, che ospita l’omonimo albergo-ristorante, un locale storico sin dal XVII secolo. Da dietro il municipio, dove si trova palazzo Pivetta, si accede attraversando un arco di pietra alla “Karera”. Si tratta di una antica strada romana che un tempo collegava Mel con i paesi del fondovalle e che ora si può percorrere come suggestiva passeggiata tra gli alti muri di pietra. Da non perdere anche quella del belvedere di Corso XXXI ottobre, sempre da piazza Luciani.

Un maniero tra le Dolomiti

Per tuffarsi nelle atmosfere medievali non c’è niente di meglio di una visita alla “rocha de Mel”, il castello di Zumelle. Si tratta dell’unico maniero medievale perfettamente conservato della Valbelluna. Al centro di contese e luogo di leggendari rapimenti e lotte familiari, il castello viene nominato per la prima volta nel decimo secolo anche se le sue origini sembrano essere più antiche. Già alla fine dell’Ottocento la fortezza era di proprietà del comune di Mel e oggi viene gestito dall’Associazione Sestiere Castellare. All’interno si trovano un ristorante e alcune camere. Dal castello si può anche decidere di intraprendere un sentiero che scendendo attraverso il bosco arriva fino alla Grotta Azzurra: vi troverete sul greto del torrente Rui, da risalire con ai piedi un paio di scarpe da trekking, per immergervi nell’atmosfera magica di questa piccola grotta di colore verde-blu tra le rocce stratificate. Da qui, potreste anche decidere di proseguire fino alla chiesa di San Donato, di probabile origine longobarda. 

Libri e natura: le eccellenze di Trichiana

È intitolata “Paese del libro” per il premio letterario nazionale che ospita ogni anno: Trichiana, al centro della Valbelluna, è protagonista di storia, cultura e natura. Le testimonianze più antiche del territorio risalgono sin al Mesolitico, ma è il Medioevo che la fa ricordare per lo scontro tra bellunesi e trevigiani che qui si contendevano il controllo delle contee di Cesana e di Zumelle, una guerra sanguinosa che ha portato alla distruzione del castello di Casteldardo, tramandata nel Ritmo Bellunese, una delle prime attestazioni in lingua volgare, mentre oggi una torre, costruita in tempi recenti, mantiene memoria del castello e  dei fatti d'arme. Trichiana lega il suo nome anche ad alcune personalità che qui sono nate, come la scrittrice e partigiana Tina Merlin, che tra l’altro viene ricordata per avere dato voce alla vicenda della diga del Vajont. Ma le “eccellenze” di Trichiana sono anche quelle della natura: suggestivo tutto l’anno è il canyon dei Brent de l’Art, una conformazione naturale scavata dall’acqua in migliaia di anni così come le tante escursioni tra prati, alpeggi, piccoli borghi, boschi e torrenti. Di grande valore paesaggistico sono anche i prati stabili nella zona di Sant'Antonio Tortal, frutto del lavoro degli stabilimenti zootecnici presenti in zona.

Tra i fiori di Lentiai

Arte e natura si intrecciano a Lentiai, dove non può mancare una visita alla chiesa arcipretale di Santa Maria Assunta, monumento nazionale dal 1880, che si distingue per monumentalità e ricchezza. Due opere rappresentano il fulcro della chiesa: lo straordinario soffitto ligneo a cassettoni dipinto da Cesare Vecellio, che corre lungo tutta la navata centrale, e il polittico collocato nell’abside realizzato dalla bottega di Tiziano Vecellio. Nella frazione di Cesana, grazie a recenti lavori di restauro, è stata riscoperta la chiesa dedicata a San Bernardo, che si è rivelata di straordinaria importanza per la struttura architettonica riconducibile a una tipologia cistercense e per le decorazioni pittoriche databili al Duecento. A Cesana sorgeva anche un castello, che un tempo dominava tutta l’area, particolarmente importante dal punto di vista strategico per permettere il transito di persone e merci lungo il Piave e tra le due sponde prima della costruzione del ponte. Il castello venne distrutto nel 1921 dopo essere stato gravemente danneggiato durante la Prima Guerra Mondiale. Tutt’intorno, oggi come allora, i bellissimi prati di Pian di Coltura e Col d’Artent, che danno il meglio nei mesi primaverili, quando si colorano di narcisi regalando viste impareggiabili sulle Dolomiti. Tra le escursioni da non perdere è anche quella ai Laghetti della Rimonta, punto d’osservazione d’eccellenza di animali selvatici e biodiversità, oltre che di installazioni di artisti locali che si inseriscono alla perfezione nel contesto naturale.

Natura e sport da protagonisti

Tra le Prealpi bellunesi e le Dolomiti feltrine, tutta la Valbelluna è un’oasi di relax, natura e sport. Che si preferisca andar per ville, chiese e castelli o alla scoperta degli ambienti rurali, questo paesaggio poliedrico merita di essere scoperto da più punti di vista. La diversità del suo ambiente naturale lo elegge anche regno dello sport outdoor. Gli amanti del torrentismo, per esempio, trovano molti spunti nei corsi d’acqua minori, dove si può praticare anche kajak, canoa e pesca sportiva. Se invece l’elemento prediletto è la terra, escursioni a cavallo accompagnano alla scoperta degli innumerevoli itinerari che si snodano lungo la dorsale prealpina. Tra i percorsi naturalistici ci sono quelli che portano al Monte Peron, alla Pala Alta, alla chiesetta di S. Giorgio e che si snodano nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, da scegliere anche con visite guidate.

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