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e-borghi travel 30, Guida ai borghi del Lazio: Intervista a Valentina Corrado, assessore turismo

La sostenibilità è un aspetto che viene sempre più valutato dai turisti nella scelta delle destinazioni. Come si stanno muovendo i piccoli borghi e le realtà turistiche in generale del Lazio per far fronte a questa esigenza?  

«La stagione estiva ci ha lasciato una fotografia nitida: il turista è orientato verso una vacanza di prossimità, all’insegna della natura e dell’aria pulita, di sport all’aperto e relax. Si tratta di condizioni che i piccoli borghi del Lazio, immersi nel verde, con il loro magnifico patrimonio storico e artistico riescono a offrire. Queste realtà rientrano in un sistema che riconosce il valore della sostenibilità e ne esalta l’importanza e lo fanno attraverso percorsi che garantiscono un rapporto stretto con la natura e nel rispetto dell’ambiente. Ogni territorio promuove ciò che ha da offrire facendo leva sui propri punti di forza e si muove, allo stesso tempo, attraverso la valorizzazione dei prodotti locali. Noi, come Regione, supportiamo queste realtà attraverso bandi mirati e attività di marketing che possano esaltarne il valore e renderle attrattive».

I piccoli borghi sono oggi gli asset per lo sviluppo di un turismo autentico e più consapevole. Come sarà possibile far convivere queste piccole realtà con la digitalizzazione? Che sfida dovranno affrontare in materia di promozione e messa a sistema dei servizi?

«I borghi sono i nostri gioielli e la nostra ricchezza: ben venti nel Lazio sono stati premiati con la bandiera arancione di Touring Club Italiano e sono l’espressione di un turismo autentico e consapevole che dobbiamo tutelare e valorizzare. I piccoli centri sono però penalizzati dalla lontananza con le grandi realtà e soprattutto dalla mancanza d’infrastrutture e servizi. La digitalizzazione può colmare, in parte, alcuni vuoti. È a loro che abbiamo pensato nell’avviare una trasformazione digitale che consenta di avvicinare la Pubblica Amministrazione ai territori e ai cittadini, attraverso l’utilizzo di piattaforme informatiche. Lo facciamo in linea con gli obiettivi del PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - grazie al quale arriveranno anche risorse per migliorare la qualità della vita nei piccoli centri e il benessere dei cittadini. La digitalizzazione consente di accorciare le distanze e rappresenta un’opportunità per promuovere più velocemente i territori così che possano affacciarsi a nuovi mercati».

Il turismo nel Lazio è risultato molto spesso “romanocentrico”. Quali le priorità per rendere più attrattivo tutto il territorio al di fuori della Capitale? Quali le iniziative dedicate al turista?

«Roma, la capitale d’Italia nonché capoluogo della regione Lazio è una delle città più conosciute e visitate al mondo, identificata nell’immaginario collettivo e sui mercati esteri come “destinazione Italia”. Ecco perché stiamo lavorando affinché sia da traino nell’attirare flussi di turisti nelle cinque province, territori ricchi di un patrimonio che deve essere riscoperto. Abbiamo avviato una strategia di valorizzazione mirata che ha come fulcro le realtà locali, per la quale abbiamo investito cinque milioni di euro e con la quale sosteniamo e partecipiamo alle fiere nazionali e internazionali che finalmente sono tornate in presenza. Abbiamo avviato campagne di comunicazione e marketing su emittenti nazionali e internazionali: l’obiettivo è costruire il brand Lazio e far conoscere le sue bellezze non solo attraverso spot, ma anche con focus tematici in cui si scoprano luoghi d’arte, i borghi nascosti e le peculiarità locali. Tra le priorità vi è anche l’intento di aumentare la permanenza dei turisti sul territorio puntando a promuovere un’offerta integrata di viaggio su tutto il territorio anche fuori dalla Capitale. In questo senso abbiamo realizzato l’iniziativa “Più notti, più sogni” con cui favoriamo la permanenza dei turisti italiani e stranieri sul territorio per favorire la destagionalizzazione. E stiamo lavorando a una nuova versione della misura, fruibile per tutto il 2022, per offrire servizi e assecondare la domanda legata al turismo esperienziale attraverso il coinvolgimento di agenzie di viaggio e tour operator. La pandemia ha mutato la domanda e le esigenze dei turisti che scelgono di rimanere in Italia, infatti il turismo di prossimità è quello che ha generato variazioni in positivo nell’ultima stagione. La misura “Più notti, più sogni” ci consente anche di consolidare nel tempo questo interesse».

Turismo dei cammini, dei parchi, enogastronomico. Ci sono ancora realtà e prodotti turistici poco conosciuti sui quali bisognerà investire con forza perché possano conquistare la scena? E se sì, quali?

«Molti dei paesi e borghi attraversati da alcuni dei cammini riconosciuti dalla nostra legge sul tema, sono poco noti. In particolare, quelli sui Cammini di Francesco, Benedetto e Amerina. Il non semplice compito che ci siamo prefissati è promuoverli e attrezzarli in maniera da facilitare la percorribilità e la fruizione. Molti indicatori ci danno la certezza che sempre di più si punti su stili di vita salubri e che quindi le vacanze all'aria aperta caratterizzate da attività fisica e a stretto rapporto con la natura acquisiranno sempre maggiori fette di mercato. Crediamo che l’itinerario dei parchi, per esempio, istituito la scorsa estate dalla nostra Regione, potrà registrare sempre più adesioni. Si tratta di un’iniziativa che permette di percorrere sentieri inesplorati, un’offerta gratuita che rende effettivo e reale il turismo sostenibile e di prossimità. Inoltre, è sempre più alta l’attenzione che si presta alla qualità del cibo e ai prodotti che aiutano a vivere esperienze enogastronomiche. Il Lazio vanta prodotti d’eccellenza come le castagne della Tuscia, gli oli della Sabina e i fagioli borbontini del reatino, il pecorino romano Dop della zona romana, i prodotti caseari del Sud Pontino, le lenticchie di Ventotene, il cannellino della Ciociaria. Non dimentichiamo i vini Docg come il Cannellino di Frascati, il Cesanese del Piglio, il Frascati superiore, e i vini Doc come il Vignanello o il Moscato di Terracina. Vogliamo dare risalto a questi prodotti di eccellenza perché rappresentano una chiave di promozione turistica dei territori che vantano prodotti agricoli e caseari apprezzati da chi vuole vivere esperienze enogastronomiche».

L’agroalimentare e le produzioni tipiche sono un orgoglio del Made in Italy. Come trasformare questa ricchezza in un volano per lo sviluppo turistico e favorire le sinergie in tutta la filiera?

«Gli itinerari enogastronomici sono un’esperienza trasversale che il turista può vivere quando sceglie il nostro territorio. Non sono una realtà a sé ma rientrano nel sistema legato al turismo storico, artistico e del benessere. Si tratta di un’esperienza irrinunciabile considerando anche la ricchezza e varietà di prodotti enogastronomici che abbiamo in ogni provincia. È per questo che, favorendo un approccio sinergico con la filiera, abbiamo pensato a percorsi esperienziali legati alle produzioni tipiche e a chilometro zero da affiancare all’iniziativa “Più notti più sogni”. Inoltre, portiamo direttamente i buyer esteri sui territori ad assaporare le nostre eccellenze in modo che possano promuoverli poi nei loro Paesi, oltre a offrire una vetrina nelle manifestazioni fieristiche che organizziamo tutto l’anno in Italia e all’estero».

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