Palazzi nobiliari che si animano in occasione di feste sfavillanti, saloni da ballo dove dame e gentiluomini in costume d’epoca si muovono al ritmo di valzer, quadriglie e mazurke. Ma anche teatri e piazze che, pervasi dalla musica, tornano come per incanto a brulicare di vita. C’è una modalità non scontata di conoscere il nostro patrimonio di arte e bellezza. Una modalità che passa attraverso la musica e le danze storiche e unisce sotto un unico denominatore città e borghi della Penisola. Dal “Gran Ballo Borbonico” alla Reggia di Caserta al “Ballo del Doge” di Venezia, sono tanti gli appuntamenti in grado di trasportare il visitatore in un'atmosfera d’antan, quando le feste danzanti rappresentavano uno dei momenti di aggregazione più importante dell’alta società. Un rito che a metà dell’Ottocento, quando le gonne diventano smisuratamente ampie e le crinoline fanno il loro trionfale ingresso nella moda, visse il suo momento di massimo fulgore. E che oggi torna a rivivere in occasione di eventi indimenticabili e pieni di fascino.
Dame in abiti vaporosi impreziositi da nastri e merletti, cavalieri in marsina che si muovono eleganti sulle note di valzer, quadriglie, contraddanze, polke e polonaise. Le atmosfere scintillanti immortalate in film memorabili come “Il Gattopardo” si rinnovano ogni anno nel “Gran Ballo dell’Unità d’Italia”. L’evento è organizzato in primavera a Bologna, in piazza Carducci, dall’associazione culturale 8cento Aps in stretta collaborazione con il Museo Civico del Risorgimento e rievoca la festa danzante voluta dai patrioti per celebrare le vittorie dei moti risorgimentali e i nuovi ideali di libertà e progresso legati alla nascita del Regno d’Italia. Partecipare a questo spettacolo en plein air significa fare un tuffo nel passato, nella temperie vibrante e carica di aspettative che si respirò a Bologna in quegli anni. Ma è anche un’occasione per conoscere un territorio straordinariamente ricco di borghi, antichi eremi, sentieri e luoghi unici. Come i verdissimi colli bolognesi, a pochi chilometri dal centro e facili da raggiungere a piedi o in bicicletta.
Il Ballo del Doge nasce nel 1994 a Venezia e deve la magia delle sue atmosfere alla sua ideatrice, la stilista Antonia Sautter. Organizzato ogni anno all’interno dei festeggiamenti del Carnevale, il Ballo del Doge è tante cose insieme: è un evento artistico, una cena di gala, un ballo in maschera, un’esperienza indimenticabile nella quale si intrecciano storie fantastiche, costumi e scenografie teatrali. Un evento esclusivo in grado di richiamare curiosi da tutto il mondo, desiderosi di rivivere l’atmosfera e lo sfarzo dell’aristocrazia della Serenissima. Quello stesso sfarzo di cui sono simbolo le tante ville palladiane che punteggiano il territorio attorno a Venezia. Gemme architettoniche incastonate tra colline e borghi di straordinaria bellezza. Capolavori che si possono scoprire seguendo i suggestivi itinerari che nei dintorni della Serenissima si dipanano tra paesaggio fluviale e lagunare, tra la macchia mediterranea della riserva naturale e campagna coltivata.
Il viaggio alla scoperta dei balli d’epoca non può prescindere da Caserta, quell’angolo di sud Italia ribattezzato dagli antichi romani come Campania Felix. Un territorio incredibilmente fertile in cui frutteti, vigneti e oliveti si alternano a caratteristici borghi medievali, chiese e cattedrali, siti archeologici di epoca romana che raccontano il passaggio dei popoli. Una terra colma di storia e bellezza, che nel Settecento Carlo di Borbone scelse per edificare il suo splendido palazzo, quella Reggia di Caserta che doveva rivaleggiare con le corti più belle d’Europa e che oggi, assieme all’Acquedotto del Vanvitelli e al complesso di San Leucio, è patrimonio Unesco. Un monumento strabiliante che da alcuni anni si può ammirare anche da un punto di vista diverso, ovvero immergendosi nell’atmosfera magica del “Gran Ballo Borbonico” della Reggia di Caserta, evento curato dalla Società di Danza di Napoli, che trasforma il palazzo in un grandioso palcoscenico in cui la storia incontra di nuovo la creatività del teatro, della musica e della danza.