E’ il vento il protagonista incontrastato di questo angolo dell’arcipelago toscano. Baluardo assolato nel profondo blu del Tirreno, l’Isola del Giglio è un’alternanza di luce e acqua, vento e poesia. Uno sperone roccioso di struggente bellezza che guarda all’Argentario e ai confini dell’arcipelago, alle isole di Montecristo e a Giannutri. Giglio Porto e Giglio Campese - con i pittoreschi porticcioli appoggiati sulle acque - e Giglio Castello, l’antico borgo medievale dell’entroterra, sono adagiati nella parte settentrionale dell’isola. Punta di Capel Rosso è invece all’estremo sud del Giglio, dove la natura incontaminata si unisce al profumo del mare e dove la chiara, calda e talvolta violenta luce del giorno si contrappone a quella più fredda e composta della notte, quando il raggio di luce del Faro di Capel Rosso si appoggia sul Tirreno, annunciando la terra agli uomini di mare.
Autentica perla del Mediterraneo, ambìta meta per chi sogna paesaggi caratterizzati da una natura incontaminata, dal profumo del mare, dal dolce e continuo massaggio del vento, il Faro di Capel Rosso vanta una lunga storia che affonda le sue radici alla fine del XIX secolo, a quel 1883 in cui la Marina Militare lo costruì per sostituire il vecchio Faro delle Vaccarecce. Formato da una torre bianca a sezione ottagonale che si eleva davanti alla parte centrale della facciata orientata verso il mare, presenta una lanterna che si innalza a novanta metri sul livello del mare con un'ottica rotante dalla portata di 23 miglia. A righe bianche e rosse e a pianta rettangolare, l’edificio è disposto su due livelli e, un tempo, ospitava gli alloggi dei guardiani. L'ultimo farista è stato Luigi Baffigi che ha vissuto lì, sospeso tra cielo e mare, con lo sguardo appoggiato sull’orizzonte per quasi quarant’anni.
Tra i tanti sentieri panoramici che attraversano l’Isola del Giglio, quello che collega la Località Serrone con la Punta del Capel Rosso è tra quelli più suggestivi e panoramici dell’isola. Per raggiungere il Faro di Capel Rosso si parte dal borgo medievale di Giglio Castello, arroccato a oltre quattrocento metri di altitudine e, in automobile, in scooter o in bicicletta, si percorre la strada panoramica che da Piazza Gloriosa scende verso la zona meridionale dell’isola. Dopo circa un quarto d’ora di strada si prosegue a piedi alla volta del punto più a sud del Giglio, Punta del Capel Rosso. La macchia mediterranea si stende ai lati del sentiero che, gradualmente, scende alla volta del faro, un luogo di grande suggestione, un angolo dell’isola tra i più belli. Delle scale portano al mare, alla volta dell’immensa tavola blu, sovente increspata dal vento, che corre verso le altre assolate isole del Tirreno che sembrano perdersi nell’infinito.
Un luogo così carico di suggestioni e magia non poteva che trovare posto nell’immaginario collettivo, nell’arte e nella cultura. Cinema e musica, per esempio, l’hanno preso in prestito per dare lustro a una pellicola di successo planetario e a una canzone. Paolo Sorrentino per uno dei suoi più grandi capolavori, "La grande bellezza", ha scelto la sua torre bianca esagonale che si appoggia al fabbricato per rappresentare l’icona del ricordo dell’adolescenza. Sullo sfondo romantico di un edificio unico, dove mare e cielo s’incontrano in una natura emozionante, il regista napoletano racconta un amore acerbo sbocciato sul mare. Al fascino del Faro di Capel Rosso non ha resistito neppure la musica. Il cantautore livornese Enrico Nigiotti, tra i partecipanti del 69esimo Festival di Sanremo, ha scelto infatti quest’angolo incontaminato di Tirreno per girare il videoclip del brano "Nonno Hollywood". Due – fra le numerose - vetrine importanti per questo remoto angolo di Mediterraneo dove sole, mare e vento sono e saranno per sempre gli indiscussi protagonisti.