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e-borghi travel 21, Speciale vette reatine: Borbona, il borgo delle sette note

Un villaggio neolitico, poi terra di Sabini e Romani e ancora il Medioevo. Qual è l’origine di Borbona? Il nome di questo borgo del reatino compare per la prima volta nel 1154 quando la ‘plebem S. Crucis Burbona’ viene menzionata nella bolla di Anastasio IV. Che fosse legato al colle Burbona? O magari al termine ‘bordo’ u “Borbone”? Tante le dominazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli, dai Viceré di Napoli al Governatorato di Margherita d’Austria. Oggi il borgo si compone dell’antico nucleo originario denominato ‘la Terra’ e di una serie di altri agglomerati urbani sorti sulla piana dopo il terremoto del 1703. Storia, leggende e tradizioni sono gli ingredienti del patrimonio culturale di questo comune, una variegata ricchezza che affascina i visitatori pronti a scoprirne ogni curiosità. Le catene del Gran Sasso, della Laga e del Terminillo lo circondano come un abbraccio, di contro le colline e ancora le numerose sorgenti, le zone di pascolo e i vasti boschi in cui a dominare è la natura con alberi imponenti a difesa di un territorio millenario.

Paese della musica

La magia delle sette note, il colore della musica. La banda di Borbona costituisce una vera e propria istituzione di questo borgo. A quando risalga la sua costituzione non è chiaro, sicuramente era realtà già sul finire del XIX secolo e al 1894 si fa risalire il suo anno di nascita. A dirigere la banda si sono succeduti diversi maestri fino al 1926 quando alla guida è subentrato Concezio Colandrea, musicista al quale oggi la banda è appunto intitolata. Anni d’oro verso la metà del XX secolo, poi qualche momento di difficoltà per rinascere come una fenice con la capacità di rinnovarsi. Attualmente a dirigere è il maestro Fabio Ettorre ed è al contempo attiva una scuola di musica per formare i più piccoli a questa nobile arte. E a conferma della sua anima votata alle antiche tradizioni musicali, Borbona ospita ogni anno il ‘Festival del Canto a Braccio’, una manifestazione alla quale partecipano i più grandi improvvisatori del centro Italia per vivere insieme, legati da una sola passione, una serie di eventi a base di cultura e tradizione.

Le chiese, custodi dell’arte

Le chiese di Borbona sono custodi di pregiate opere d’arte risalenti dal XIII al XVIII secolo, fra cui la Croce processionale, esempio di arte orafa del 1320 circa e attribuita al toscano Andrea di Jacopo d’Ognabene. Fra le chiese di Borbona, quattro di esse formano una croce: San Michele Arcangelo a est, Santa Restituta – la santa patrona – a ovest, Santa Croce alla Pineta a nord e Santa Maria del Monte a sud. Proprio quest’ultima, considerata la regina di Borbona, assume sul territorio una grande importanza; a lei viene dedicata la festa che si celebra ogni quarta domenica di giugno e nel suo parco si rinnova ogni anno l’incontro degli abitanti dei due versanti laziale e abruzzese. Santa Croce alla Pineta si trova presso i resti del Castello di Machilone, costruito verso l’anno mille per ordine di re Carlo D’Angiò per controllare una zona reputata strategica. Diventato troppo potente, nel 1294 fu distrutto insieme a tutti i villaggi del feudo dagli aquilani, i quali imposero che su quel colle non venisse ricostruita fortificazione alcuna.

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