A Fiuggi si arriva in macchina in poco più di un’ora da Roma. Il problema, poi, è trovare il coraggio di tornare alla vita quotidiana lasciando un borgo così accogliente, ricco di storia, tradizioni e acque “miracolose”. Qui si viene a “passare le acque” sin dal Rinascimento, circondati da tesori dell’arte e dai boschi di castagni che ricoprono le pendici dei Monti Ernici dove sorge Fiuggi. Si beve il tesoro liquido del borgo, si ozia immersi nella natura dedicandosi a lunghe passeggiate nel verde o ci si accomoda a tavola per dilettarsi con le delizie della cucina ciociara. Non c’è da stupirsi come un simile e rigenerante territorio registri fra i suoi primi estimatori Bonifacio VIII - il papa del “Mistero Buffo” di Dario Fo - e Michelangelo Buonarroti, per poi fiorire nel XX secolo in piena Art Nouveau.
Il borgo, fino a un secolo fa noto come Anticoli - ovvero davanti ai colli, data la sua posizione alle pendici dei Monti Ernici -, ha due volti tutti da scoprire. A valle si trova Fiuggi Fonte con le due sorgenti da cui è possibile bere l’acqua curativa, il cui nome è stato scelto a inizio ‘900 come toponimo stesso del borgo: la Fonte Bonifacio VIII e la Fonte Anticolana. Poi c’è il borgo di Fiuggi che si arrampica sulla collina in una ragnatela di vicoli, come il Vicolo Baciadonne, talmente stretto che per passare in due contemporaneamente occorre stringersi in un abbraccio, e poi ecco un susseguirsi di piazzette, ripide scalinate, chiese - a iniziare dalla Collegiata di San Pietro del XVII secolo - ed edifici storici. Mentre ci si perde nel dedalo di stradine, vale la pena soffermarsi a Palazzo De Medici, al cui interno si trova il Pozzo delle Vergini. Qui, secondo la leggenda popolare, venivano gettate le ragazze che si rifiutavano di assoggettarsi allo ius primae noctis imposto da Pietro Margani, sanguigno feudatario e capitano dei balestrieri di papa Leone X.
Nel tempo libero a Fiuggi si può giocare a golf, a tennis, nuotare nel centro polifunzionale e andare a cavallo. In inverno i vicini impianti di Campocatino a 1.800 metri di altezza con dieci piste da discesa e una da fondo, oltre al comprensorio di Campo Staffi, sono a portata di macchina. Così come a breve distanza si possono fare escursioni verso il piccolo lago di Canterno, particolarmente suggestivo all’ora del tramonto e verso la Rocca di Fumone, dove fu imprigionato e ucciso Celestino V, “colui che fece per viltade il gran rifiuto”. O ancora, verso il Parco Naturale Regionale Monti Simbruini, dove si trova la Valle di Pietra che divide il Lazio dall’Abruzzo. Per i più sportivi c’è la ciclabile che porta a Paliano seguendo il tracciato dell’antica linea ferroviaria Roma-Fiuggi: in una sessantina di chilometri di saliscendi, rappresenta una sfida da non perdere. Si pedala in borghi fantasma, lambendo pareti di roccia bianca dove spuntano fichi d’india e rose canine e si passa tra boschi di querce, castagni e lecci mentre il panorama si apre sulla valle e sulla catena dei Lepini e dei Colli Albani.
Fiuggi è una destinazione termale ideale in qualsiasi periodo dell’anno. Ma in alcune occasioni lo è forse ancora di più. Come per la Festa delle Stuzze - tronchi di legno utilizzati per dar fuoco a “capannoni”, ovvero strutture in legno di varie forme e dimensioni costruite in ogni quartiere del borgo -, dedicata a San Biagio e in scena il giorno della Candelora - 2 febbraio - fin dal 1298, quando gli abitanti del borgo scongiurarono un assedio da parte delle truppe della famiglia Cajetani, nemica storica dei Colonna - all’epoca reggenti di Fiuggi - grazie alla miracolosa intercessione del Santo. Narra la leggenda che San Biagio, patrono del borgo, fece apparire un enorme falò mettendo così in fuga l’esercito assalitore. I soldati nemici, infatti, vedendo il borgo circondato dalle fiamme evocate dal Santo, si ritirarono lasciando il paese indenne. L’evento si replica anche la prima domenica di agosto e accende l’intero borgo a festa.
Il benessere nel borgo ciociaro dalle acque rigeneranti passa anche dalla tavola, sulla quale non possono mancare i prodotti tipici della tradizione come la ricotta di pecora, la caciotta, gli gnocchetti freschi e l’abbacchio accompagnati dai vini locali: il Cesanese del Piglio Docg, il nettare prediletto da Federico di Svevia e dei papi di Anagni, il Passerina del Frusinate Igt, un bianco secco e caratterizzato da una profumazione fruttata e il Cabernet di Atina, un vino Doc di nicchia e con cui, a maggior ragione, vale la pena brindare a Fiuggi. Il territorio frusinate ha poi dedicato un goloso primo piatto a uno dei personaggi a cui ha legato a doppio filo la propria storia: in onore a Bonifacio VIII, infatti, è stato creato un timballo composto da maccheroni, polpette fritte e prosciutto di montagna. Per finire in bellezza, sul carrello dei dolci di Fiuggi sfilano ciambelle al vino e la crostata con marmellata fresca di visciole.
Cuore della Ciociaria, Fiuggi è tra le più esclusive località del centro Italia e dosa sapientemente la bellezza del paesaggio con il benessere e l’ottima cucina. Tra gli hotel più rinomati ci sono l’Ambasciatori Place hotel, perfetta combinazione di più elementi – soprattutto eleganza, funzionalità e semplicità -, il Silva Hotel Splendid, con diverse tipologie di camere, dalle economy classic alle superior fino ad arrivare alle superior large e alle suite superior. In posizione centrale, immerso nell’incanto del suo giardino, sorge l’Hotel Benessere San Giorgio, che propone camere standard, comfort e superior. Tutti gli hotel citati propongono una pluralità di pacchetti benessere nelle loro attrezzate spa, dove l’acqua è la grande protagonista. Tra i protagonisti della tavola ciociara ci sono sicuramente le carni, i salumi e la pasta fatta in casa. Gli involtini di maiale con pecorino e prosciutto e le fettuccine al ragù sono alcune delle specialità del rustico ristorante La Locanda, situato nelle cantine del vecchio albergo Verghetti, nel cuore del centro storico di Fiuggi. Cannelloni ricotta e melanzane, trofiette con funghi porcini e i paccheri all’amatriciana sono invece alcuni dei primi che vengono serviti al ristorante La Taverna del Castello. Cucina tradizionale ciociara anche alla trattoria Il Buongustaio, dove assaggiare ottime fregnacce alla carbonara. Per gli acquisti c’è l’agriturismo San Lorenzo, con i suoi numerosi prodotti, dal miele alle confetture di fichi, pere, pesche, castagne, melograno e mirtilli, dalle marmellate di cipolle e peperoncini ai cereali perlati sottovuoto ai liquori e alle grappe. Per deliziarsi il palato c’è poi la pasticceria Fantini, dove concedersi un assaggio di salatini, pizzette, torte salate, ma anche belle composizioni dolci e cornetti. Un tripudio di delicatessen per il palato anche al Gran Caffè Michelangelo, salotto buono di Fiuggi Terme, dove assaggiare e acquistare deliziose crostate, croissant e tante altre goloserie.