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e-borghi travel 1, Montagna e borghi: Valtellina, Itinerario fra Teglio, Tirano, Mazzo e Grosio

Andamento lento

Boschi, pascoli, acque e borghi. La Valtellina è questo e molto altro ancora. Fra i mosaici paesaggistici più articolati d’Italia, è il paradiso montano della Lombardia dove non ci si ferma mai. Le quattro stagioni sono, da queste parti, altrettante straordinarie opportunità di scoperta, svago, relax e cultura. Chiunque raggiunga quest’ampio tratto di arco alpino trova la sua dimensione: a seconda della zona e dell’altitudine, infatti, la Valtellina offre attrezzate stazioni sciistiche, sentieri in alta montagna o nella bassa valle, itinerari storici e architettonici, circuiti cicloturistici, percorsi fluviali e un tripudio di percorsi enogastronomici. Innumerevoli le occasioni di visita e gli itinerari, dalle pendici dello Stelvio alle rive del lago di Como c’è solo l’imbarazzo della scelta. Noi abbiamo scelto di esplorare la media valle partendo da Teglio, proseguendo per Tirano, poi ancora verso Mazzo di Valtellina fino a giungere a Grosio.

Teglio, terra dei pizzoccheri

A metà strada tra Sondrio e Tirano, il borgo panoramico di Teglio, antica terra di conquista per i Romani, i Longobardi, i Grigioni e la Repubblica Cisalpina di Napoleone, è “città slow” certificata, annoverata nella rete internazionale delle destinazioni del buon vivere con la salvaguardia di icone storico-artistiche, accoglienza e food. A Teglio ci si reca innanzitutto per i pizzoccheri, piatto tradizionale locale celebrato dall’Accademia del Pizzocchero e preparato con farina di grano saraceno e farina bianca, burro, formaggio Valtellina Casera Dop, grana, verza, patate, aglio e pepe. E a Teglio ci si reca anche per visitare Palazzo Besta, cinquecentesca dimora rinascimentale dall’armoniosa facciata, il bellissimo cortile interno, il piano nobile con il salone d’onore decorato e l’Antiquarium Tellinum, al piano terra, dove sono raccolte remote testimonianze dell’arte valtellinese. Il territorio, inoltre, è una palestra a cielo aperto: dai quattrocento metri del fondovalle ai quasi 3mila metri delle cime più alte del territorio sono numerose le possibilità di stare all’aria aperta e praticare sport. In mountain bike o a cavallo si percorre la rete di antiche strade sterrate, mentre in canoa e gommone si scende lungo il fiume Adda mentre per i più esperti c’è l’arrampicata sulla falesia di Castelvetro. Non si può lasciare Teglio, infine, senza aver volto lo sguardo, almeno una volta, alla torre “de li beli miri”, simbolo del borgo situato in posizione dominante sulla vallata.

Tirano, tra il trenino rosso e i tesori d’arte

E’ il trenino rosso del Bernina, patrimonio Unesco, il simbolo di Tirano, articolato in due nuclei storici: il borgo antico, situato sulla riva sinistra dell’Adda, e l’area della Madonna di Tirano. Nel primo si visita Palazzo Salis, residenza signorile composta da due torrioni - che ne caratterizzano la facciata tardo cinquecentesca - e dai ricchi interni nei quali vedere il “Saloncello”, decorato da affreschi sei e settecenteschi, lo scalone e le cantine storiche. Sempre nel borgo antico spiccano il settecentesco Palazzo Merizzi, dal bel cortile porticato decorato da stucchi, e la quattrocentesca parrocchiale di San Martino. L’altro nucleo storico di Tirano è quello della zona del Santuario della Madonna di Tirano, in eleganti forme rinascimentali. Al campanile a trifore del tardo Cinquecento si unisce l’interno arricchito da decorazioni barocche, statue lignee cinquecentesche e un sontuoso organo secentesco. Nei pressi del santuario è da conoscere il Museo Etnografico Tiranese, incentrato su usi e tradizioni locali. Tirano è anche sapori, come quelli del suo piatto tipico, i Chisciöi, frittelle a base di grano saraceno e formaggio, ma anche attività outdoor quali rafting, mountain bike e trekking. Il fiume Adda, qui, regala emozioni agli amanti degli sport acquatici, mentre gli appassionati delle due ruote – noleggiabili in loco con il servizio “Valtellina rent a bike” - possono esplorare il territorio a iniziare dalla “Via dei terrazzamenti”, la ciclopedonale tra Morbegno e Tirano. Di grande impatto paesaggistico è anche il Sentiero Valtellina, tracciato ciclabile che porta a Grosio, adatto a tutte le età, e a tutto trekking, invece, è l’intrigante “sentiero dei contrabbandieri”.

Mazzo di Valtellina, all’ombra del Mortirolo

Posto all’ombra del Mortirolo, mitica cima dei Giri d’Italia, Mazzo di Valtellina si raggiunge dopo un percorso che si snoda fra vigne, boschi e prati. In quota si trovano selve di castagni e boschi di conifere, mentre il fondovalle è zona di coltivazione di mele e di produzione della bresaola, il salume Igp che spicca fra le principali e più apprezzate specialità gastronomiche della Valtellina. Gli appassionati di arte giungono a Mazzo per la chiesa di Santo Stefano, dalle antichissime origini, un tempo cuore della vita religiosa e centro della pieve locale. Dall’aspetto tipicamente barocco, la chiesa custodisce un interno ricco di decorazioni e una sagrestia con un interessante ciclo di affreschi. Anche il complesso di Santa Maria merita una sosta: composto da tre edifici religiosi, propone il medievale battistero di San Giovanni Battista, di forma ottagonale, la quattrocentesca chiesa di Santa Maria e il secentesco oratorio dei Santi Ambrogio e Carlo Borromeo. Per gli amanti delle passeggiate e delle arrampicate c’è invece il Passo della Foppa, che mette in comunicazione la Valtellina con la val Camonica tra boschi di conifere e la catena alpina, così come il Sentiero dei Castelli, che da Tovo di S. Agata giunge a Mazzo per proseguire alla volta di Grosotto, suggestivo circuito fra meleti, boschi di latifoglie a mezza costa e vigneti. 

Grosio, il borgo dei due castelli

I due manieri sono il castello di San Faustino, con il campanile romanico, e il castello Nuovo, dalla doppia cinta di mura e dalla poderosa torre fortificata. fra i centri più ricchi di storia della Valtellina, Grosio è anche centro d’interesse per gli appassionati di archeologia con il Parco delle Incisioni Rupestri. Per gli appassionati di artigianato, ci sono il peltro - con cui si realizzano vassoi, piatti, trofei e monili -, i merletti e i pizzi, preziosi per l’allestimento dei costumi tradizionali locali. Ai due castelli Grosio affianca itinerari d’arte che toccano la bella parrocchiale di San Giuseppe - con un ricco altare marmoreo tardobarocco -, l’interessante chiesa di San Giorgio - ricostruita alla fine del XV secolo e dall’interno ricco di affreschi - e il Museo Civico Villa Visconti Venosta, antica residenza della famiglia Visconti Venosta, nella quale alcune stanze presentano decorazioni pittoriche ispirate all’arte orientale e con arredi originali risalenti al XVI e XIX secolo. Grosio, naturalmente, è anche percorsi nella natura ed escursionismo con itinerari storici e tracciati alla scoperta del suo ricco patrimonio naturalistico, incluse vie della Fede e itinerari alla scoperta dell’acqua, abbondante patrimonio del territorio. 

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