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e-borghi travel 1, Montagna e borghi: Il treno della Sila

Con l’antico treno della Sila si percorre un emozionante itinerario nel Parco Nazionale della Sila 

Nel cuore della Sila si viaggia nel tempo. E’ un itinerario nel passato, da percorrere in treno, quello che da Moccone giunge a San Nicola Silvana Mansio, passando da Camigliatello.

Con l’antico treno della Sila si percorre un emozionante itinerario di scoperta in una terra di valli e monti, laghi e boschi, borghi d’arte e cultura, su carrozze recuperate alla storia e restaurate locomotive a vapore, antico vanto dell’industria meccanica degli anni Venti e Trenta. Lungo tutto il corso dell’anno, con più corse giornaliere, quello che è anche chiamato il trenino della Sila continua a garantire pendolarismi occupazionali, corse verso i luoghi dello sci, percorrenze straordinarie dirette in particolare a un pubblico desideroso di recuperare nel viaggio le atmosfere di paesaggi ancora incontaminati, al ritmo cadenzato dalle sonorità delle vecchie e indistruttibili traversine di legno. Progettato per creare turismo e per attirare i turisti in una regione naturale, quella della Sila, cuore montano della più meridionale delle regioni italiane, fu concepito come strumento che, attraversando un territorio di già suggestiva unicità, lo avrebbe trasformato in una delle più feconde, prospere e belle zone del nostro paese, un treno che avrebbe avvicinato e messo in relazione genti e luoghi della Sila.

Una costruzione impegnativa e onerosa realizzata, tra il 1916 e il 1956, a tappe diverse, con il lavoro e la fatica di maestranze tenaci e vigorose che resero percorribili i circa cento chilometri della Cosenza-Catanzaro e i settanta circa della Cosenza-San Giovanni in Fiore. A distanza di oltre un secolo dall’inizio dei lavori, quel trenino del secolo scorso è un gioiello emozionale nel cuore del Parco Nazionale della Sila che giunge fino alla più alta stazione ferroviaria a scartamento ridotto, a oltre 1.400 metri d’altezza. Centoventi posti a sedere sulle carrozze d’epoca, dove trovano posto mamme, papà, nonni e bimbi incantati dal fischiare, lo stridere e lo sbuffare della locomotiva lungo il percorso che alterna il lambire del retro delle abitazioni alla vista delle sale da pranzo e delle camere da letto così come dei tinelli e delle cucine con le loro piastrelle colorate. Dai finestrini e dalle piccole terrazze fra le carrozze d’epoca i passeggeri salutano le famiglie affacciate ai balconi o sedute nei giardini, mentre agli attraversamenti stradali della locomotiva e delle carrozze tutti si fermano; gli automobilisti avvertiti dai fragori del metallo scendono dalle vetture spesso per donare un applauso al treno e ai suoi passeggeri in viaggio nel parco.

Situato nel più grande altopiano d’Europa, in un’area di rilevante interesse naturalistico, ambientale e storico-culturale, il Parco Nazionale si estende nel territorio di 19 comuni di 3 province, Cosenza, Catanzaro e Crotone, per una superficie che sfiora i 74 mila ettari, ed è contraddistinto da una serie di paesaggi unici al mondo. Coperta di alberi, la Sila è soprannominata “Gran bosco d’Italia”, sfruttata per millenni, sin dai tempi della Magna Grecia, per il suo legname utilizzato nella costruzione di navi, case e chiese. La quasi totalità del suo territorio è rivestito di boschi e foreste ed è molto ricco d’acqua, con tre grandi laghi artificiali utilizzati per la produzione di energia elettrica e alle foreste si alternano terreni coltivati e pascoli.

All’ombra del monte Botte Donato e il monte Gariglione, le più alte cime del Parco, è il pino nero di Calabria la specie arborea più diffusa, che cresce su queste alture e in pochi altri luoghi del mondo, a cui si uniscono faggi, abeti bianchi, aceri, castagni, querce e tigli. Il trionfo della natura mentre, sotto la fitta copertura boschiva, si muovono lupi, cinghiali, lontre, tassi, volpi, cervi, caprioli, scoiattoli, gatti selvatici, poiane, nibbi, sparvieri e picchi. In questo paradiso di flora e fauna, per larghi tratti incontaminata, si vede ancora spuntare l’antico treno della Sila, che con lo sbuffare della sua locomotiva par inebriare, a ogni suo transito, questo angolo d’Italia tra il Tirreno e lo Ionio. 

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