Un gusto che arriva dal passato, un sapore “galeotto” che ha fatto innamorare, un dolce povero e antico della cucina toscana che arricchisce la tavola in autunno. Il castagnaccio è un caratteristico dolce autunnale dei borghi nelle zone appenniniche di Toscana, Liguria, Emilia e Piemonte e, a seconda della regione nella quale viene cucinato, presenta qualche differenza. In Toscana, per esempio, il tortino è alto un centimetro circa e secondo la ricetta tradizionale andrebbe realizzato con la farina di castagne del monte Amiata. Una delle particolarità del castagnaccio è la presenza degli aghi di rosmarino che conferiscono al dolce un sapore particolare e che rimandano a una curiosità. In passato, infatti, si diceva che le foglioline di rosmarino usate nel castagnaccio fungessero da filtro d’amore: il ragazzo che avesse mangiato il dolce offertogli da una ragazza, si sarebbe innamorato di lei e l’avrebbe sposata. Usanze e detti popolari dei borghi, che si tramandano di generazione in generazione e giungono ai giorni nostri.
Mettere l’uvetta nell’acqua tiepida per una decina di minuti, quindi scolarla e asciugarla con un canovaccio. Nel frattempo, setacciare la farina di castagne, versarla in un recipiente insieme a un pizzico di sale e iniziare ad aggiungere l’acqua, poco alla volta, sino a ottenere un impasto omogeneo e piuttosto morbido. Passare al setaccio la farina di castagne e versarla in un ampio recipiente, aggiungere un pizzico di sale quindi aggiungere l’acqua sino a ottenere un impasto molto morbido. Aggiungere un cucchiaio d’olio, mescolare ancora e lasciar riposare un paio d’ore. A questo punto ungere una teglia larga e sottile, versare l’impasto, aggiungere l’uvetta, i pinoli e il rosmarino. Cuocere in forno - preriscaldato a 180 gradi – per una mezz’oretta. Il castagnaccio è pronto, ed è ottimo caldo ma è squisito anche freddo, magari accompagnato da panna montata.
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