Siamo nell'undicesimo secolo, o forse due o tre cento anni prima, non ci sono documenti che raccontino con esattezza la storia dell'eremita dell'isola di San Paolo a Polignano a Mare. Una storia tramandata di padre in figlio, tra pescatori e credenti. Una storia che ancora oggi è avvolta dal mistero e che, come il mare tra Polignano e la piccola isola, muta a seconda di chi la racconta o chi la ascolta, immaginando quei tempi andati in un luogo di tale bellezza.
Sto parlando di un uomo, uno di quelli di fede che andava per la Puglia forse divulgando il vangelo ma di per certo si sa che fosse un eremita. Arrivato a Polignano l'eremita vide la piccola isola, non più grande di un grosso scoglio, con una quasi invisibile vegetazione, quasi come un grande masso lanciato lì da qualche gigante durante un qualche torneo, un grande masso alto circa tre decine di metri contro la forza delle onde, solo, seppur a pochi metri dalla costa.
Penso che l'eremita si sia riconosciuto in un tal luogo, tanto da decidere di viverci. Lui, lo scoglio e la sua solitudine e contemplazione.
Partendo per il mare, i pescatori del tempo vedevano spesso l'eremita sul suo scoglio intento a pregare o indaffarato in altre faccende. Ogni tanto un pescatore approdava sull'isola per portare del pesce o altri generi essenziali alla sopravvivenza dell'eremita in quanto l'isola non è che offrisse questo gran che.
Fu proprio quel pescatore che un giorno trovò il povero eremita morto in un affratto dell'isola.
C'è chi data questa storia nell'undicesimo secolo, quando un uomo misterioso, forse di ritorno dalla terra santa, attratto dalla sua bellezza, decise di stabilirsi sull'isola. C'è chi identifica l'uomo in un monaco basiliano in fuga dall'oriente ai tempi di Leone III Isaurico, il che daterebbe la storia nel 700 dopo cristo.
Forse fu proprio quest'ultima ipotesi che darebbe ragione alla costruzione della cappella di S. Antonio Abate (anch'esso eremita) da parte di pescatori del luogo nel 1612 che ritenevano lo scoglio un luogo di rispetto e di culto. Una cappella dedicata a un eremita sul suolo dove visse un eremita. Purtroppo la cappella divenne lazzaretto nel 1837 a causa di una epidemia di colera che colpì la zona ed in seguito venne distrutta per motivi igenici.
Oggi di tutto questo rimangono solo alcuni racconti di pescatori del luogo, un pozzo per la raccolta dell'acqua e una croce di ferro, la quale non ha niente a che vedere con la storia che vi ho raccontato e che fu installata nel 1901 da alcuni religiosi in occasione delle feste del centennale di San Vito Martire, patrono di Polignano.
Oggi l'isola di San Paolo o isola dell'eremita, o anche isola di San Antonio, è una zona a protezione speciale in quanto dimora tra le favorite del gabbiano corso (Larus Audonii), splendido e raro esemplare tra i più belli in Europa. La sua corporatura esile e snella, le sue piccole dimensioni, il suo becco color corallo con la punta nera ed un piumaggio bianco candido... che sia la reincarnazione dello spirito del misterioso eremita?
Questo pensiero mi evoca libertà e al tempo stesso riflessione. Nella mente il mio sguardo ritorna al rilassante ritmo delle onde del mare. A quello scoglio che da secoli racconta di se. Alla voglia di tornare a visitare luoghi magici come questo.
Foto da 500px, Corriere della Sera, vogelwarte.ch