Gradisca d’Isonzo, nella pianura friulana, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia. Poco distante dal confine sloveno, da cui ne deriva il nome, Gradisca è una fortezza quattrocentesca costruita dai veneziani posta sulla sponda di destra dell'Isonzo.
Il toponimo di Gradisca derivante appunto dallo sloveno gradišče, ovvero "luogo fortificato", col tempo si è trasformato col significato di paese, forte o castello.
Disposto di un centro storico fortificato, racchiuso da una cinta muraria e sei bastioni in pietra per proteggere il Castello (Torrione della Calcina, Torrione della Marcella, Torrione della Spiritata, Torrione del Portello, Torrione di San Giorgio, Torrione della Campana) e le facciate dei palazzi barocchi del centro, Gradisca rivela il suo passato nobile e combattente, a cui contribuì Leonardo Da Vinci per fronteggiare le invasioni dei Turchi.
Passeggiando per il borgo, partendo da Piazza dell’Unità, si vedranno palazzi storici e monumenti da scoprire tranquillamente a piedi.
Proprio al centro della Piazza si trova il Monumento alla Redenzione, di fronte al teatro comunale denominato dopo la sua riapertura "Nuovo teatro comunale". Il monumento è costituito da un'alta colonna con bassorilievi dedicati a varie fasi della storia gradiscana, su cui poggia un leone di San Marco in bronzo, simbolo della Repubblica di Venezia.
Proseguendo per le vie del borgo si incontrano gli edifici religiosi più importanti: il Duomo e la Chiesa dell’Addolorata.
Il borgo di Gradisca si distingue dagli altri borghi, poiché è formato da strade larghe che si incrociano ad angolo retto tra loro e questo perché i movimenti dei soldati a difesa del borgo dovevano essere rapidi.
Tra i palazzi nobiliari che si affacciano sul reticolato è possibile ammirare il Palazzo de Fin–Patuna in stile rococò, la cui facciata si presenta in color ocra, noto per aver ospitato nel 1797 Napoleone durante l’occupazione francese.
Di fronte ad esso vi è Palazzo Strassoldo, dall’aspetto sobrio, severo e massiccio, costruito per ospitare il capitano Riccardo di Strassoldo, che guidò le truppe nel 1615 contro i Veneti.
Lungo via Ciotti si trova Palazzo Torriani, che ospita il museo Documentario della Città e la Galleria d'Arte Contemporanea Luigi Spazzapan. Infine, in Via Bergamas, è possibile ammirare il palazzo de Comelli–Stuckenfeld.
Essendo stato un paese di passaggio per diversi popoli, diverse sono le ricette tipiche del borgo. Tra le più note: il gulasch e gli gnocchi di susine. Non possono mancare sulle tavole gradiscane i vini doc del Collio Isontino: in particolare, il Refosco e il Merlot. Tra i bianchi meritano in assaggio il Pinot e il delizioso Picolit.