Cogne è il comune più esteso della Valle d'Aosta e situato a sud della regione, si trova ai piedi del massiccio del Gran Paradiso. Considerata una delle più belle località di tutto l’arco alpino, la valle conserva ambienti di grande fascino popolati da una ricca fauna alpina.
Il capoluogo di Cogne, formato dalle due frazioni di Veulla e Sonveulla, è adagiato a fianco del vasto prato di Sant’Orso, autentico cuore verde della località. Ramificata in vallate, quella più nota è la Valnontey, che porta alle pendici del Gran Paradiso.
La popolazione di Cogne ha origini dalle valli francoprovenzali. In origine le relazioni economiche, commerciali e le vie di comunicazione non erano dirette verso la Valle d'Aosta, ma verso le suddette valli.
Fin dal medioevo la località fu nota per il giacimento di magnetite e fino agli anni ’70 Cogne fu un importante centro minerario per l’estrazione del minerale di ferro, i cui filoni minerari principali erano sfruttati nelle miniere di Colonna, Liconi e Larsinaz. Il minerale estratto (principalmente magnetite) veniva poi inviato all'acciaieria Cogne di Aosta per la lavorazione.
Uno dei monumenti principali di Cogne è il Castello, posizionato al centro del borgo, a fianco della chiesa di Sant’Orso.
Si tratta di un'antica residenza reale riconosciuta come monumento nazionale italiano; oggi di proprietà di privati non è visitabile.
Importante località turistica, sia estiva che invernale, Cogne è uno dei centri mondiali dello sci di fondo e inoltre ancora oggi si praticano dei caratteristici sport tradizionali valdostani come il palet, lo tsan, il fiolet e la rebatta.
Determinante attrazione turistica è il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo parco nazionale italiano che tutela una notevole biodiversità sia floristica che faunistica.
Cogne è anche nota per i suoi pizzi a fuselli artigianali lavorati dalle donne al tombolo (strumento di lavoro tradizionale) e chiamati les dentelles de Cogne, un’attività praticata nel borgo fin dal XVI secolo. Questi vengono realizzati per impreziosire svariati oggetti, quali tovaglie, lenzuola e tipici costumi della valle ai quali è dedicata l'esposizione permanente della Mèison di pitz.
Borgo di Cogne
Comune di Cogne
Regione Valle d'Aosta
Abitanti: 1.370 cognini
Altitudine centro: 1544 m s.l.m.
Aree naturali protette:
Parco Nazionale del Gran Paradiso
Il Comune
Via Rue Bourgeois 38 - tel: 0165753800
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Il patrimonio culturale valdostano è caratterizzato dalla pratica di quattro principali sport tradizionali:
Il Palet, gioco tradizionale italiano. Fino al 1975 si giocava in modo spontaneo secondo regole tramandate oralmente.
Uno sport in ascesa, l'unico tra gli sport tradizionali valdostani a coprire quasi interamente il territorio regionale.
Simile al gioco delle bocce e della pétanque, si gareggia a coppie o a terzetti e si vince ai 21 punti a squadre o a 13 punti nelle gare individuali.
Lo strumento da gioco utilizzato è un disco di ferro detto anch'esso palet, inciso per aderire meglio al terreno, di peso variabile, tra gli 800 g e i 1200 g, di diametro tra i 10,5 e i 12 cm e spessore di 1 cm.
Il campo di gioco è un terreno piano di terra battuta e di ridotte dimensioni: lungo 16 metri e largo 2 m.
Il gioco consiste nel lanciare il palet per colpire o avvicinarsi il più possibile ad un bersaglio, un palet di ferro più piccolo e dipinto di bianco, detto bolìn (una sorta di boccìno).
Lo tsan, antico e popolare sport di squadra simile al baseball che viene praticato in due campionati, uno primaverile (più importante) e uno autunnale. Le due squadre sono divise tra squadra di casa e squadra ospite e la squadra ospitante traccia il campo. Il gioco è diviso in due fasi distinte, nella prima fase, come nel baseball, il giocatore di una squadra posizionato al lancio (tsachà), e l'altra squadra schierata in difesa. Il lanciatore deve colpire lo tsan (pallina di legno), posto in equilibrio sulla pertze (lunga pertica), cercando di farlo cadere all'interno del terreno di gioco.
Se questo avviene si ottiene una boun-a. La squadra in difesa deve invece intercettare lo tsan con il palet prima che tocchi terra; se ciò accade, o se lo tsan finisce fuori dal campo per 3 volte, il lanciatore viene eliminato e sostituito.
Una volta che tutti i giocatori di una squadra hanno provveduto al lancio, si passa alla seconda fase.
Questa prevede ad una nuova serie di lanci, in numero pari alle boun-e realizzate nella prima fase di gioco, a differenza che questa volta lo tsan viene alzato in aria (servìa) da un giocatore avversario. Il battitore usa una sorta di racchetta per controllare la servìa, facendo rimbalzare lo tsan una o due volte, per poi scagliarlo il più lontano possibile.
La distanza raggiunta si trasforma in punteggio e ogni metro è 1 punto.
Una volta che tutti i lanciatori hanno effettuato la serie a cui avevano diritto, le squadre si scambiano i ruoli.
Una partita prevede che entrambe le squadre si cimentino due volte per fase e vinca la squadra che totalizza più metri con le paletà (lanci).
Il fiolet, in passato chiamato baculot o fiollet, è uno sport individuale o a squadre in cui una pallina viene battuta con un bastone. Il campo di gioco è a forma triangolare ed è lungo almeno 150 metri; su di esso si confrontano i giocatori, singolarmente o in squadre composte da 5 elementi ciascuna. Questo sport richiede una semplice attrezzatura: una pietra liscia e tondeggiante (la pira), una pallina ovoidale (il fiolet) e un bastone chiamato (eima) con l’estremità ingrossata (maciocca) per meglio colpire il fiolet. Sul terreno, a partire dalla pietra dalla quale viene lanciato il fiolet, sono tracciati, con una funicella, semicerchi concentrici distanti fra loro 15 metri; le aste sono contrassegnate da numeri progressivi da 1 a 13 e permettono il conteggio dei punti ottenuti dopo ogni lancio. Il gioco prevede che il giocatore poggi il fiolet sulla pietra e che lo colpisca leggermente sul “becco”, facendolo schizzare in aria per poi colpirlo al volo e lanciarlo il più lontano possibile.
La distanza dalla pietra al punto di arrivo del fiolet determina il punteggio.
I cinque giocatori si alternano al lancio e ogni giocatore ha a disposizione 30 lanci.
La rebatta, definito gioco in “aria”, "disciplina di lancio di palla con bastone" si gioca a squadre o individualmente.
Lo scopo del gioco è quello di lanciare la pallina il più lontano possibile colpendola con una mazza.
Gli strumenti utilizzati sono: la pallina in metallo o in legno con chiodature per aumentare il peso, chiamata rebatta, da cui prende il nome il gioco; la mesetta o leima in legno, ovvero la mazza con la quale viene colpita la rebatta, lunga all’incirca un metro e quaranta centimetri; la fioletta o levau, un supporto il legno a forma di pipa utilizzato come appoggio e leva per la toccata della pallina.
La squadra è composta da cinque giocatori più due riserve, ognuno dei quali ha a disposizione 20 “battute”.
Il campo di gioco è un prato sul quale sono tracciate, a spina di pesce, delle linee distanti 15 metri l’una dall’altra. Il giocatore, dalla zona di battuta (plase), adagia la rebatta nell’incavo della fioletta, ne percuote il beccuccio con la masetta, facendo schizzare in aria la pallina, che viene colpita al volo per lanciarla il più lontano possibile e conseguire il maggior punteggio.
Se la rebatta cade fuori dal campo sono previste possibilità di assegnazione del punto, ma concordato dai capitani e dai marquapuoin. Se la rebatta cade su una linea tra un settore e l'altro si assegna il punteggio del settore inferiore. L'azione della battuta si compone della toccata, ovvero un primo movimento in cui il giocatore colpisce la fioletta con la masetta, facendola alzare dalla rebatta su cui era stata posta, e la battuta vera e propria, ossia l'azione del giocatore di colpire con la masetta la rebatta sospesa in aria dopo la toccata per lanciarla il più lontano possibile sul campo di gioco.