San Giovanni Rotondo, piccolo borgo nel cuore del Parco Nazionale del Gargano, è un importante polo del turismo religioso internazionale, grazie alla figura di San Pio da Pietrelcina, meglio conosciuto come Padre Pio.
San Giovanni è posto alle pendici del Monte Calvo, la vetta più alta del promontorio, in una valle al centro del Gargano a 600 m di altitudine, a 20 km da Monte Sant’Angelo e a 30 da Foggia.
Le origini del borgo risalgono all’anno Mille e la sua fondazione è avvenuta sulle rovine di un preesistente villaggio del IV secolo a.C.; di questo borgo sono rimasti alcuni segni visibili, come tombe e un battistero circolare che, secondo la tradizione, originariamente era destinato al culto del dio Giano e in seguito fu consacrato a San Giovanni Battista.
Padre Pio giunse a San Giovanni Rotondo nel 1916 ed egli dedicò la sua vita al servizio della Chiesa, promuovendo la nascita dei Gruppi di Preghiera e la realizzazione di opere caritative, primo fra tutti l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, definito “tempio di preghiera e di scienza” da egli stesso, inaugurato il 5 maggio 1956 e riconosciuto da un decennio come “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”.
L’istituto sorge accanto al Convento di Santa Maria delle Grazie, luogo in cui sono conservate le spoglie del Santo, fulcro della devozione, meta di costanti pellegrinaggi, oggi racchiusa nel nuovo complesso progettato da Renzo Piano.
Il centro storico è una zona quasi esclusivamente residenziale. La parte antica della città è costituita da una rete di stretti vicoli e angoli suggestivi che ripropongono immagini di un passato antico.
Molto importante è il suo patrimonio di chiese, infatti passeggiando per il borgo si incontra la chiesa di San Giuseppe Artigiano, la chiesa di San Nicola, la chiesa di Santa Caterina (la più antica del paese), la chiesa matrice di San Leonardo, la chiesa di Sant'Orsola da poco restaurata, la chiesa della Madonna di Loreto, la chiesa di Sant'Onofrio ed infine l'antica chiesa di San Giovanni Battista del III-II secolo a.C.
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Le tradizioni gastronomiche di San Giovanni Rotondo sono perfettamente in linea con la lunga tradizione della cucina del Gargano, caratterizzata da una cucina povera composta da ingredienti che vengono principalmente dalla terra.
I cardini della gastronomia di San Giovanni Rotondo sono i prodotti locali, come l’olio, il grano, verdure, frutta e pesce dell’Adriatico, ma anche il grano rappresenta un elemento molto importante.
Molti sono i piatti preparati con il pane come ad esempio le zuppe, in cui viene utilizzato il pane raffermo, il Pancotto, una pietanza antica della tradizione del Gargano.
Per quanto riguarda la pasta è impossibile non citare le orecchiette, create dalle mani esperte delle massaie pugliesi.
Altra pasta tipica sono i Troccoli che prendono il nome da un attrezzo di legno con lame circolari con cui si produce.
I Troccoli sono dei tagliolini di pasta fresca a grana ruvida, ottimi con salse e sugo di pomodoro. Di colore giallino brillante per l’impiego delle uova, sono preparati a base di semola di grano duro dei mulini del Foggiano. Si riconoscono dalla lunghezza di 30-40 centimetri e dalla forma cilindrica di spessore di 3-4 millimetri e va conservata in frigo per un periodo di 2-3 giorni.
Anche i formaggi occupano un posto di eccellenza nella tradizione gastronomica di San Giovanni Rotondo.
Tra i migliori esempi troviamo il pecorino, il Canestrato, ossia un formaggio a pasta dura ricavato dal latte di pecora, trattato solo con caglio d’agnello ed essiccato con bucce di limone, arancio e foglie d’ortica e il Caciocavallo Podolico, un formaggio ricavato dal latte delle vacche Podoliche, così chiamate perché derivano dalla Podolia, una regione che si trova in Ucraina.
Tra i vini del territorio al primo posto c’è il Vino rosso, conosciuto come “U’filippon”.
È un vino da tavola di colore rubino tendente al rosso mattone dopo l’invecchiamento, prodotto dagli agricoltori della zona con metodologie che garantiscono un’alta qualità. Aspetto brillante, odore vinoso con gradevole, intenso profumo non privo di finezza, il vino ha un sapore asciutto, fresco, temperato, pieno, armonico. Accompagna ottimamente i piatti di carne della cucina regionale quali agnello o capretto al forno, carni alla griglia, ragù di coniglio o alla contadina. Ha una gradazione minima di 11,5° ed è l’ideale per degustazioni con pane casereccio e caciocavallo podolico o pecorino.