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Rivello


La posizione del borgo è stata a lungo oggetto di controversie tra Longobardi e Bizantini, popoli che hanno lasciato segni tangibili della loro presenza nel paese, visibili principalmente nell'architettura sacra. Oltre ai palazzi nobiliari, le architetture che si possono ammirare a Rivello sono soprattutto edifici sacri, distribuiti nel solo centro storico, molti dei quali conservano elementi tipici dell'architettura bizantina con un'abside semi-cilindrica decorata con archi pensili e coperta con piastrelle disposte a gradini.
  • Agibile ai disabili
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Rivello, Convento di Sant'Antonio  | basilicataturistica.it
Rivello, Convento di Sant'Antonio
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Rivello  | Gianni62/shutterstock
Rivello
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Rivello  | Copula/shutterstock
Rivello
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Rivello, Rione Medichetta e Carpineta  | Gaetano Chiarito
Rivello, Rione Medichetta e Carpineta
Gaetano Chiarito
Uno sguardo a Rivello
Uno sguardo a Rivello
Basilicata sconosciuta, Rivello (Potenza)  | Gianni  Lazazzera - e-borghi Community
Basilicata sconosciuta, Rivello (Potenza)
Gianni Lazazzera - e-borghi Community
Nel tratto lucano dell'autostrada Salerno/ReggioCalabria si intravede in cima  a una collina e circondato dal verde questo paesino dalle case bianche e dai tetti rossi. E' un gioiello e meriterebbe di figurare nei borghi più belli d'Italia  | Gianni  Lazazzera - e-borghi Community
Nel tratto lucano dell'autostrada Salerno/Reggi...
Gianni Lazazzera - e-borghi Community

Sul borgo

Le origini del borgo di Rivello risalgono all'Alto Medioevo. Numerosi però sono i reperti archeologici che designano Rivello l'erede della città lucana - esistente già dal periodo preromano - di Sirinos.

Nota è la divisione, a partire dal medioevo, della città in due distinti quartieri, quello superiore, i cui abitanti, detti bardàv'ti, erano legati uno alla chiesa di rito latino (San Nicola di Bari) e quello inferiore, i cui abitanti, bardàsci, erano fautori della parrocchia di rito greco (Santa Maria del Poggio).

Resistono ancora nella toponomastica "Fonte dei Lombardi" e "Piazza dei Greci", riferimenti alle due etnie contrapposte, che diedero vita alla città: longobardi, sicuramente stanziatisi a seguito delle invasioni barbariche, e greci, probabilmente provenienti, a seguito della sua distruzione da parte dei Saraceni, dalla vicina Velia da cui si dice derivi il nome moderno (Rivello ovvero Re-Velia).
Difatti, il motto del comune recita ancor oggi Iterum Velia renovata Revellum (Una volta Velia, rinnovata in Rivello).
Un'altra probabile origine etimologica del nome, va ricercata in una formazione del tipo iterativo "Re + Vallare" cioè fortificare di nuovo, da cui un latino tardo Revallo.

Il monumento di maggior pregio è senz'altro il convento di Sant'Antonio, posto nella parte bassa dell'abitato, distante dal centro. La Chiesa di Santa Maria del Poggio, scenograficamente innalzata come una fortezza, sulla sommità del colle "Poggio".

Tra le attività più tradizionali e rinomate vi sono quelle artigianali, legate alla cultura contadina e pastorale. Queste attività, ben lungi dallo scomparire stanno invece rifiorendo, e si distinguono per la lavorazione del rame, del ferro, oltreché per l'arte della ceramica e della maiolica.

La storia

Feudo dei Sanseverino, dei Ravaschiero e dei Pinelli, Rivello si riscattò, nel corso del XVIII secolo, divenendo città libera (Università). Il XVIII secolo fu quello più fiorente, tanto che vi fu una forte immigrazione che portò ad un notevole incremento demografico, come testimoniano gli archivi ecclesiastici.
Purtroppo l'arrivo dei Francesi causò un declino, dovuto all'incertezza del momento storico. In seguito al Congresso di Vienna ed alla reastaurazione del regime Borbonico, vi furono segnali di ripresa; ma il destino era ormai segnato: con l'arrivo dei Piemontesi, dopo l'impresa dei Mille e quindi la costituzione del Regno d'Italia, le scelte politiche dei primi governi, il fenomeno del brigantaggio, la miseria e la mancanza di lavoro, costrinsero centinaia di Rivellesi, così come in tutto il centro - sud, ad emigrare per le Americhe, in cerca di miglior fortuna.
Dopo la seconda guerra mondiale, ripartì l'emigrazione, questa volta in direzione del Nord Italia, in particolare verso la Lombardia, ma anche per la Germania, la Svizzera, la Francia e il Belgio. Questo fenomeno fu molto marcato tra la fine degli anni cinquanta e la metà degli anni settanta.

Borgo di Rivello
Comune di Rivello

Provincia di Potenza
Regione Basilicata

Abitanti: 2.746 rivellesi
Altitudine centro: 479 m s.l.m.

il Comune fa parte di:
Unione Lucana del Lagonegrese

Aree naturali protette:
Parco Nazionale dell'Appennino Lucano Val d'Agri Lagonregrese

Il Comune
Viale Monastero 48 - Tel. 0973 46004

= distanze in linea d'aria

IN AUTO

  • Percorrere l'autostrada A3 (SA-RC) prendere l'uscita Lagonegro Nord proseguendo sulla statale 585 Fondovalle del Noce.

IN TRENO

  • Stazione di Maratea
  • Stazione di Sapri
  • Stazione di Praia a Mare

IN AEREO

  • Aeroporto di Napoli
  • Aeroporto di Lamezia Terme

Le specialità gastronomiche del borgo di Rivello si rifanno alla migliore tradizione contadina, fatta di ingredienti poveri, semplici ma genuini, squisitamente preparati. Oggi alcuni piatti sono sempre più ricercati e preparati maggiormente in particolari occasioni e festività. Tra le pietanze tipiche ci sono:

  • la pasta fatta in casa con farina di grano: fusilli, ravioli, “laghenelle” (tagliatelle) e “cavatiell'” (gnocchi);
  • “laghene e fasule sfritte”, cioè tagliatelle e fagioli da condire appena scolati con olio e aglio “sfritto” in olio abbondante con l'aggiunta di pepe rosso macinato;
  • la polenta con i “termini”, cioè polenta con pezzi di salsiccia che nel passato, quando il pasto veniva servito in un unico piatto, servivano per delimitare la porzione spettante a ciascun commensale;
  • capretto o agnello alla brace;
  • coniglio imbottito al sugo ripieno con in impasto di pane sbriciolato, uva sultanina, uova, prezzemolo, aglio, un pizzico di pepe nero, fegatini soffritti, sale e un filo d'olio extra vergine di oliva per amalgamare il tutto.
  • “ghiummariell'”, cioè involtini di interiora di agnello o capretto ripieni di formaggio, prezzemolo, aglio e pepe nero;
  • la salsiccia, un insaccato in budelle lunghe e strette, realizzato con la carne di maiale lavorata a mano con il coltello e aromatizzata con sale, pepe rosso in polvere e semi di finocchio;
  • la "soperzàta", un insaccato in budelle larghe tagliate corte, realizzato con la migliore carne di maiale (filetto e muscolo della coscia) lavorata a punta di coltello in piccolissimi pezzi con l'aggiunta di pochissimo grasso, sale e pepe nero. E' un salume dall'aroma fragrante, leggermente speziato e dal sapore dolce e delicato che è usato come antipasto;
  • “o' sangonacce”, dolce che si prepara col sangue del maiale caratteristico di questo periodo.

Oltre le tradizioni già menzionate ne vanno ricordate almeno altre quattro:

  • Il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, si usa cucinare e mangiare la "cuccìa", una zuppa composta da tredici legumi: "cicerchie", ceci, "dolch", fagioli di tre diverse qualità, farro, fave, grano, granone bianco e giallo, lenticchie e piselli, che poi si fa assaggiare anche alle famiglie del vicinato.
  • Per Natale si preparano le "zeppole cresciute" i cui ingredienti sono: farina, acqua, lievito naturale e sale. Si friggono e poi si condiscono con zucchero e miele.
  • A Carnevale si preparano, invece, sfogliatelle, cicerata e chiacchiere. Gruppi di bambini mascherati per le vie del paese vanno suonando “u' cup' cup'”, uno strumento antico fatto con una latta su cui viene tesa una sottile pelle di maiale con al centro una cannuccia che muovendosi e vibrando produce il suono tipico che accompagna i versi dell'omonimo canto tradizionale.
  • Ogni qualvolta avviene una nascita, nel paese si suona 'o' desppònze'. I familiari del neonato chiedono al parroco di suonare le campane per dare il lieto annunzio a tutta la comunità. Ad intervalli regolari la campana suona per tre volte se è nato un maschietto e per due volte se è nata una femminuccia.
  • Primo e Terzo Sabato di ogni mese. Mercato in via Zanardelli.
  • Estate - Spettacoli culturali e musicali. Si allestiscono e si aprono al pubblico mostre varie; si svolgono sagre gastronomiche tra cui spiccano quella del "banco d'assaggio della soperzàta" e quella del "pzzetto chien", pizza con cipolla fritta e d acciughe o ripiena con salsiccia rivellese, uova e formaggi vari che richiamano alla tradizione pasquale, per cui il primo tipo viene consumato durante i pasti del venerdì santo, quando non si può mangiare carne e il secondo tipo il sabato santo quando l'astinenza quaresimale è ormai finita.
  • Luglio - Festa di San Vincenzo nel rione Medichetta con messa e processione.
  • Agosto - Festa della Madonna del Carmine in contrada San Costantino. Si svolge in due giorni con messe e processione accompagnata da banda che si esibisce anche nella serata della vigilia, mentre la serata del giorno successivo è allietata da un complesso musicale per i più giovani.

Dormire, mangiare, comprare...

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Eventi

venerdì
29
marzo, 2024

L'Incontro

mercoledì
1
maggio, 2024

Festa di San Giuseppe in contrada San Costantino

domenica
12
maggio, 2024

Traslazione delle ossa di San Nicola

da
mercoledì
12
giugno, 2024
a giovedì 13 giugno 2024

Festa di Sant'Antonio

domenica
7
luglio, 2024

Festa della Madonna del Popolo

domenica
14
luglio, 2024

Festa della Madonna in contrada Sovereto

martedì
13
agosto, 2024

Festa dell'Immacolata nel rione Rotale

giovedì
15
agosto, 2024

Festa dell'Assunta

domenica
18
agosto, 2024

Festa di Santa Margherita nell'omonima contrada

da
sabato
14
settembre, 2024
a domenica 15 settembre 2024

Festa dell'Addolorata della Motta

venerdì
6
dicembre, 2024

Ricorrenza della Morte di San Nicola

venerdì
6
dicembre, 2024

San Nicola di Bari

Le nostre notizie su Rivello

Siamo a Rivello, in provincia di Potenza, borgo che vede le sue origini ancora prima dell'Alto Medioevo. La tradizione di questo borgo trova il suo culmine con il rifiorire di antiche arti come la lavorazione del rame, del ferro, della ceramica e della maiolica. Tra le specialità gastronomiche del paese, che si rifanno alla tradizione contadina, fatta di ingredienti poveri ma genuini, oggi vorremmo provare le Laghene e fasule sfritt...
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